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Serena Williams ed un regno durato 186 settimane consecutive

La fine di un’era? Gli ultimi sussulti di una leggenda? Sono questi gli interrogativi nella testa degli appassionati dopo un’altra eliminazione cocente nella semifinale degli Us Open per Serena Williams. L’anno scorso fu Roberta Vinci a rifilarle una delle sconfitte più pesanti della carriera visti i due match che mancavano alla conquista dell’epico Grande Slam, quest’anno Karolina Pliskova: due giocatrici che a differenza dell’americana non avevano nulla da perdere riuscendo a regalarsi la finale della vita. Due imprese diverse ma contro la stessa giocatrice attanagliata dalla paura e dalla pressione fin dai primi games.

Per la prima volta in quella storica semifinale per l’Italia dello scorso anno forse la statunitense ha provato realmente cosa voglia dire avere tutti gli occhi puntati addosso e la pressione di dover a tutti i costi vincere sempre. Da quella partita memorabile qualcosa è senza dubbio cambiato: Serena non è più la tennista cinica e imbattibile che conoscevamo. Qualcosa si è probabilmente definitivamente rotto nel meccanismo perfetto della cannibale a stelle e strisce. Lo dicono le due finali perse agli Australian Open e al Roland Garros, lo dice l’inaspettato k.o ai giochi Olimpici di Rio e lo conferma l’esito della semifinale contro Karolina Pliskova. Senza dubbio a fare da cornice a tutto questo c’è lo zampino di alcuni problemi fisici alla spalla e al ginocchio in primis ma per quanto riguarda l’aspetto mentale Serena non è più quella di una volta, basta guardare i due doppi falli commessi nel tie-break del secondo set contro la ceca, di cui uno sul match point per la rivale.

Una flessione che costa all’americana la vetta del ranking Wta e la fine di un regno durato 186 settimane consecutive dal 17 febbraio 2013. Un altro record oltre all’agognato Grande Slam che Serena fallisce a causa di un’inspiegabile paura che la porta ad irrigidirsi e a sbagliare troppo nei momenti cruciali. Steffi Graf mantiene dunque vivo il proprio primato fermo a 187 settimane e assiste al passaggio di testimone ad Angelique Kerber che diventa così con pieno merito la 22esima regina della classifica Wta, la seconda tedesca a riuscirci.

Chissà se Serena riuscirà a riprendersi con le unghie ciò che le è stato sottratto considerato che non ha praticamente giocato a fine 2015 o se stiamo assistendo lentamente al tramonto inesorabile della più forte di sempre che ha visto la scorsa notte materializzarsi un incubo già vissuto su questi campi e forse mai pienamente dimenticato.

Giulia Micheli

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