Zverev-Shapovalov: l’inizio del futuro

Sfida dal preambolo spumeggiante, che nei prossimi anni avremo modo di vedere ed apprezzare più volte in partite dal peso specifico maggiore, quando gli ormai attempati Federer e Nadal avranno appeso la racchetta al chiodo liberando i colleghi del circuito dall'incombente peso della loro supremazia.

Dopo anni di attesa, ecco la sfida ad alti livelli tra giovani pargoli dal roseo futuro.
Alexander Zverev e Denis Shapovalov, ovvero, nella nuova generazione, gli antipodi della concezione tennistica di base.
Da una parte, infatti, il futuro dominatore di un tennis monotematico, nonché miglior lavoratore (a parimerito con Thiem, dotato però di meno materia prima) tra i campioni del domani. Dall’altra, invece, l’eclettico Shapovalov, dotato di più colpi ed estro, immaturo ma, con il pubblico a favore, tremendamente efficace, capace, come pochi alla sua età, di giocate funamboliche che fondono lo spettacolo puro ad una buona dose di potenza e precisione tremendamente essenziali nello sport dei giorni nostri.
Sfida dal preambolo spumeggiante, che nei prossimi anni avremo modo di vedere ed apprezzare più volte in partite dal peso specifico maggiore, quando gli ormai attempati Federer e Nadal avranno appeso la racchetta al chiodo liberando i colleghi del circuito dall’incombente peso della loro supremazia.
Il tedesco sembra aver ormai pienamente assimilata la sua posizione da top all’interno del movimento maschile, distaccando i propri coetanei che ora, con alterigia crassa, osserva dalla vetta del ranking nextgen, inutile pagina del sito ATP che tenta, in tutti i modi, di valorizzare e concedere visibilità al Master under 21 che dal sette all’undici Novembre si disputerà al Polo fieristico di Rho (Milano). Per Shapovalov, invece, il discorso è differente.
Primo vero palcoscenico della sua giovanissima carriera, fatta, presumo, di colpi anacronistici (si veda il passante di rovescio tirato in corsa nel quarto di finale giocato ieri), esultanze esagitate e piccoli turbamenti comportamentali, che, se contenuti, donano al giocatore quel briciolo di interesse in più che uno Zverev bigio e ligio non sarà mai in grado di offrire.
Abbiamo, però, l’inizio di una rivalità fondata sul contrasto di stili, come quella che, dopo dodici anni, è ancora in corso per la lotta al numero 1 della classifica mondiale.
Questa notte, dopo il massacro svizzero ai danni del malcapitato Haase, già miracolato per aver raggiunto un’insperata semifinale, lo scontro di giornata.
Zverev-Shapovalov, l’inizio di un’apparentemente splendido dualismo antitetico.
L’essenza del lavoro o il predominio dell’istinto?
A voi la scelta. Buona visione.

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