La tanto attesa esplosione in un torneo del Grande Slam non può essere ancora rinviata e Alexander Zverev questo lo sa molto bene. Il talento e il potenziale del giovane amburghese, infatti, sono fuori dubbio, ma il teutonico non è tuttavia riuscito a mettere in atto il suo miglior tennis nei tornei più importanti del mondo e gli US Open 2018 possono essere la cornice ideale per un exploit che si attende da oltre un anno. Sascha è rimasto molto deluso dalle prestazioni di Melbourne e Londra, con le sue sconfitte (la prima inverosimile) contro Hyeon Chung ed Ernests Gulbis, mentre a Parigi ha ottenuto un faticosissimo quarto di finale, una sorta di ricompensa dopo lo sforzo titanico concretizzatosi nei tre match vinti al quinto set ma che gli sono costati cari, in fatto di tenuta fisica, una volta incrociato Dominic Thiem sulla sua strada. Arriva ora a Flushing Meadows con l’incoraggiamento di aver vinto il titolo a Washington e l’illusione di iniziare un nuovo percorso con Ivan Lendl. “Il motivo per cui ho incorporato Ivan nella mia squadra è perché voglio essere competitivo anche nei grandi tornei con tutte le mie forze. E’ bello averlo con me perché è tremendamente intelligente e sa come fare affinché i grandi giocatori diventino qualcosa di più e possano lottare per il massimo ottenibile. Ivan lo ha fatto da giocatore e poi da allenatore” -dichiara Zverev che, nel suo staff tecnico, si avvale anche di Jez Green, una figura molto legata ad Andy Murray quando lo scozzese ha lavorato con il ceco, e con la quale anche Alexander si intende alla perfezione. L’attuale numero 4 della classifica ATP è consapevole di avere molto tempo davanti a sé per continuare ad evolversi, ma oramai ha capito che per mirare in alto sono necessari degli accorgimenti tattici per perfezionare lo schema di gioco e che deve lavorare duramente per fare un salto qualitativo che lo catapulterà, presumibilmente, nell’Olimpo del Tennis. “Daremo priorità ai miglioramenti tattici e al lavoro mentale, che è ciò che mi permetterà di lottare per i tornei del Grande Slam. Sono un gran lavoratore ma so che devo sforzarmi ancora di più per superare alcune lacune. Con Ivan abbiamo aumentato l’intensità degli allenamenti e il semplice fatto di averlo nel mio box è un incentivo fondamentale per me” -ammette Sascha, che lo scorso anno a New York è caduto al secondo turno per mano di Borna Coric. “L’anno scorso mi sono bruciato con le mie mani, perché prima di questo torneo ho giocato molte partite e non ho saputo gestire le mie energie fisiche e la pressione mentale, dato che ero considerato il favorito a prescindere. Non sono mai stato in grado di giocare il mio miglior tennis a Flushing Meadows e sono impaziente di provare a farlo in questa occasione” -assicura il tennista tedesco che aprirà la sua avventura americana, al primo turno, contro Peter Polansky nella giornata di martedì e che non pone scadenze alla sua collaborazione con Ivan il Terribile. “Ora penso solo ad allenarmi e a giocare, poi è chiaro: se vinco gli US Open 2018 la collaborazione con lui continuerà a tempo indeterminato” -conclude un Alexander Zverev davvero molto, molto motivato.
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