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Alla scoperta di Océane Dodin

Un nuovo tassello è stato aggiunto al grande puzzle del tennis femminile francese ed ha il nome dell’oceano.

Océane Dodin è la numero 128 del mondo e più in particolare è la quarta tennista di Francia, di ranking superiore a quello di ben più note colleghe come Pauline Parmentier o Virginie Razzano. Tuttavia il suo nome può essere sconosciuto ai più, forse perché, nonostante i successi nel circuito ITF (come la semifinale al 125k di Limoges l’anno scorso), la vera e propria carriera della Dodin è iniziata quest’anno.

Diciotto anni, curiosamente ambidestra, di Lille, amante degli animali e figlia di un allenatore di tennis, il quale l’ha introdotta a questo sport, Océane ha destato l’interesse generale in patria grazie ad una wildcard conferitale dalle Fédération Française de Tennis per il main draw degli Australian Open 2015. La giovane, alla sua prima partita in un tabellone principale WTA, superò al primo turno Alison Riske, fresca di primo titolo a Tianjin, approdando al secondo turno contro Karolina Pliskova, che vinse dopo un lottato 5-7, 7-5, 4-6. Dopo quei magici giorni australiani, Dodin è stata abbastanza dimenticata a causa di non pervenuti risultati soddisfacenti – almeno fino ad adesso.

Ieri sera, al primo turno degli US Open, Océane ha ottenuto un’importante vittoria contro la ex numero 1 del mondo Jelena Jankovic, attuale numero 21 e preparatasi bene allo slam statunitense con le semifinali di Cincinnati, in una delle sorprese più sconvolgenti della giornata, rimontando alla campionessa serba un 2-6, 7-5, 6-3.

La Dodin appare come una ragazza semplice, dal carattere sbarazzino e appena giunta in conferenza stampa ha chiesto se si dovesse ravvivare i capelli per le telecamere, per poi commentare più seriamente: Questa è la più bella vittoria della mia giovane carriera. Stavo perdendo 6-2, 4-3 e ho finito con le gambe che tremavano. Tremavo tutta. Avevo un po’ paura a chiudere la partita, ma sono riuscita a venirne a capo e lei [Jankovic] mi ha regalato uno o due punti che erano certo i benvenuti”, dichiara.

La diciottenne di Lille poi continua parlando più in generale della propria annata: Questa vittoria vuol dire molto per me, perché in questo periodo non ero molto fiduciosa. Dopo l’Australia non ho avuto risultati. Ho partecipato a tornei WTA contro giocatrici ben classificate e non sono riuscita a portare a casa i match. La mia fiducia si è abbassata e questo ha fatto sì che anche il mio gioco si abbassasse di livello. Ecco perché questa partita mi da fiducia”.

Nonostante l’età media dei tennisti di successo si sia decisamente alzata, siamo forse di fronte all’ennesimo episodio di un ormai inevitabile passaggio del testimone tra “vecchia” e “nuova” generazione del tennis femminile? Ora, però, alla francese spetta un secondo turno con la colombiana Mariana Duque-Marino.

Vittorio Orlini

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