E così il fenomenale Jannik Sinner vince nella stessa stagione il suo secondo Slam, gli US Open dopo gli Australian Open di inizio anno, sconfiggendo 6-3 6-4 7-5 il padrone di casa Taylor Fritz. L’ultimo tennista a realizzare una simile doppietta è stato l’argentino Guillermo Vilas nel lontano 1977. Vittoria quella contro Fritz senza se e senza ma, dominando tecnicamente e tatticamente il tennista americano
Nel momento del trionfo, l’azzurro dimostra ancora una volta il suo notevole spessore umano: premiato sull’Arthur Ashe, Jan tesse le lodi del il rivale appena sconfitto e dedica parole dolcissime per la zia malata a casa.
Con questo successo, l’italiano pareggia i conti Slam con il rivale Carlos Alcaraz, dimostrando sul campo chi sia il vero Numero Uno al Mondo, al di là dei freddi numeri della classifica ATP. Attendiamo con ansia l’ideale bella a Torino, quando le Finals di fine anno diventeranno una sorta di spareggio tra i due giovani campioni. Ed a proposito di numeri, quelli del nostro fenomeno sono veramente pazzeschi.
Jan e i Fab4 sono gli unici cinque giocatori dal 2001 ad oggi ad aver vinto 23 o più match nei tornei dello Slam in una singola stagione, l’altoatesino è il quarto giocatore più rapido a vincere almeno 60 partite Slam, ancora il quarto giocatore in attività a raggiungere almeno le semifinali in tutti i Major, il primo italiano in campo maschile a centrare e vincere la finale agli US Open ed il primo italiano a giocare e vincere due finali Slam nello stesso anno.
Ci sarebbero altri primati da citare, tuttavia il record più significativo che forse meglio sintetizza il livello di eccellenza a cui si è innalzato Jannik è legato ai punti conquistati in stagione: l’italiano appartiene ormai di diritto a quel club esclusivo di tennisti nell’era Open in grado di conquistare in un anno almeno 10.000 punti nel Ranking ATP.
Gli altri membri dello specialissimo circolo sono mostri sacri del nostro sport e i loro nomi evocano imprese leggendarie ed irripetibili: Pete Sampras, Andre Agassi, Roger Federer, Novak Djokovic, Rafael Nadal, Andy Murray e Daniil Medvedev.
Jannik non solo vince in campo a New York, blindando di fatto la sua posizione in vetta alle classifiche fino a data da destinarsi, ma stravince anche fuori dal campo nel resto del Mondo.
Con questa vittoria, infatti, il fenomeno italiano cancella tutte le polemiche che lo hanno colpito nelle ultime settimane per il noto affaire Clostebol, ed anche tutte le preoccupazioni che dallo scorso Indian Wells hanno afflitto il nostro campione per lo stesso motivo.
Jan in questi mesi di tribolazioni ha dimostrato in maniera inequivocabile perché in campo i punti importanti li conquista quasi sempre lui: la sua capacità di autocontrollo nei momenti complicati e delicati è straordinaria e nonostante il mondo intorno all’azzurro sembri crollare, l’equilibrio e la misura rimangono suoi fedeli consiglieri e compagni di viaggio fidati, così come lo sono Cahill e Vagnozzi.
Con buona pace di Nicola Pietrangeli, ma credo che ormai se ne sia fatta finalmente una ragione, Jannik Sinner a 23 anni è già il più grande tennista italiano di tutti i tempi ed anche il futuro è dalla sua parte, senza ombra di dubbio.
L’etica del lavoro che lo caratterizza, le qualità tennistiche che possiede, la forza mentale che lo rende un natural born winner, molto probabilmente lo porteranno ad essere un atleta che lascerà un segno indelebile nel mondo del tennis.
Jannik Sinner scriverà a suon di vittorie il suo nome accanto a quelli che la memoria del nostro Sport ricorderà per generazioni e generazioni a venire. E con la modestia che da sempre caratterizza il nostro Jannik, immagino che quel giorno dirà semplicemente:
“Grazie a tutti, ma ho provato solo a fare del mio meglio…”