Proviamo a fare la consueta analisi, suddividendo il Main Draw in gruppi da trentadue, ed estrapoliamo otto possibili pretendenti alla vittoria finale.
Il primo nome da fare, per doveroso rispetto e per logica, è quello di Djokovic.
L’unica insidia che potrebbe riservargli il tabellone, almeno nella prima parte, è un incontro ravvicinato con Wawrinka, ma stando all’attuale forma, no match.
Gli altri nomi servono di riempimento; lo stesso Fognini sarà un’onesta comparsa, non replicherà le gesta della sua signora a New York, troppo grande il divario con gli altri pretendenti.
Il secondo nome buono, di questi tempi, è Medvedev.
Il russo è cresciuto in modo esponenziale e come anticipato in passato, è uno dei migliori della Next Gen.
Quantomeno qualcosa ha vinto rispetto ai suoi coetanei.
La mia unica preoccupazione è che possa accusare la stanchezza dopo i tanti tornei giocati prima dello US Open, ma è anche vero che è giovane, e chi scrive ragiona sulla sua di età…
Se ci spostiamo nel secondo gruppo, si nota che Federer ha, finalmente, una prima settimana abbordabile.
Mi sento tanto Wilander ad espormi così, ma effettivamente cosa potrebbe andare storto?
E anche il terzo nome è stato scelto.
La scelta del quarto nome è un po’ più complessa.
Ad un’occhiata veloce verrebbe da dire Nishikori, ma io ho sempre timore della sua condizione fisica.
Raonic? Pure peggio.
Coric? Non si gioca su terra quindi direi di no.
Io mi prendo una sorpresa e dico De Minaur.
E spiego il perché: l’australiano sa giocare bene su hard, e i risultati lo dimostrano.
Quarti a Brisbane, vittoria a Sydney, terzo turno agli Australian Open perdendo da Nadal, quarti di finale ad Acapulco, secondo round a Indian Wells, vittoria ad Atlanta, due uscite premature a Washington e Montreal e sedicesimi a Cincinnati.
Mica male alla fine.
Ha vent’anni, quindi nel pieno della crescita e della spavalderia che può servire per affrontare i big, e può essere una piacevole scoperta.
La seconda metà del Draw è molto più complessa a mio avviso, e lascia sicuramente spazio a più interpretazioni o idee.
Di sicuro non ho dubbi per il quinto nome: Kyrgios.
Sono un suo grande estimatore, e anche se a volte ha qualche impercettibile comportamento fuori dagli standard, è un predestinato.
Fa delle cose con la racchetta, che tolti i primi tre, gli altri del circuito non sarebbero in grado di replicare nemmeno con ore di tutorial su YouTube.
Certo, non è che sia un fenomeno di costanza, ma se ha voglia, e Dio solo lo sa quanto spero ce l’abbia, gente come Tsitsipas, Berrettini o Bautista Agut li macina.
Sesto nome, vedendo il tabellone.
Mi prendo un altro rischio, scarto Thiem che a me proprio su questa superficie non convince, e dico Auger-Aliassime.
Perché no? È giovane, affamato di vittorie, ha dimostrato di saper fare cose eccelse e ha una buonissima tenuta fisica.
Se arriva fra i primi otto non ruba nulla.
Così come non ruba nulla Khachanov se ci arriva.
Mio altro pupillo, il russo sta avendo una lenta e costante ripresa dopo un periodo di nulla totale.
Ha un gioco concreto e solido, e non trova delle corazzate dalla sua parte, almeno fino ai quarti.
L’ultima casella spetta di diritto a Nadal.
E’ un gladiatore, se gioca è perché può reggere le due settimane, è molto meticoloso nella preparazione, e gli avversari che trova sulla sua strada li ha già battuti tutti.
Ricapitolando, gli otto nomi: Diokovic, Medvedev, Federer, De Minaur, Kyrgios, Auger-Aliassime, Khachanov, Nadal.
La finale che vorrei?
Federer vs Kyrgios.
La finale che vedrò?
Djokovic vs Nadal.
E l’uomo di gomma è molto favorito per me sul maiorchino su questa superficie.
Fra l’altro ha anche dimostrato, semmai fosse servito, che anche a livello di gestione dello stress non ha problemi.
8-7, 40-15.
Io ancora non ci credo, lui si.
Consigli per le scommesse
Djokovic viene offerto dagli amici di Eurobet a 2,10 che equivale a dire che in due settimane si raddoppia l’investimento iniziale.
Il mio suggerimento è quello di evitare i primi due turni, spesso forieri di buche nascoste sulle quali non vorremmo cadere, e di cominciare a puntare i sopra citati dal terzo turno in poi.
Chi ha voglia, poi, può sempre divertirsi col dutching…