Naomi Osaka nella storia: è la prima tennista giapponese ad aggiudicarsi un torneo dello Slam. Sfuma, per ora, il settimo titolo a Flushing Meadows per Serena Williams e anche l’aggancio su Margaret Smith-Court a quota 24 majors. La nipponica ha giocato una partita perfetta e si è imposta in due set in un’ora e 21 minuti. Naomi Osaka succede nell’albo d’oro a Sloane Stephens e lunedì sarà numero 7 del mondo. Il fine match è stato segnato da una pesante discussione tra Serena Williams e il Giudice di Sedia, Carlos Ramos. Le schermaglie, che sono costate alla Williams due warning, un penalty point e un game penalty, sono raccontate nel dettaglio nel paragrafo sotto dedicato al secondo set.
PRIMO SET – Se qualcuno si aspettava una Naomi Osaka paralizzata dalla tensione per la prima finale Slam, intimorita dallo scenario dell’Artur Ashe gremito all’inverosimile e interamente schierato dalla parte di Serena Williams non ha proprio colto nel segno. La tennista nipponica aveva preparato alla perfezione la partita, ben istruita da Sascha Bajiin, ex sparring e collaboratore di Serena per otto anni e ora coach di Naomi. Il primo parziale è stato un dominio incontrastato della giapponese che ha preso le misure dei colpi della Williams, in particolore del servizio. Senza quel fondamentale, il gioco di Serena è stato disinnescato e la Williams ne ha pagato le conseguenze, sia psicologicamente che nel punteggio. Serena non è abituata a trovare giocatrici in grado di rispondere alla sua prima e far partire lo scambio. Così la ex numero 1 ha perso sempre più certezze ed è precipitata in un vortice. La Osaka non ha concesso nei propri turni in battuta (se non due palle break cancellate con autorità) e ha giganteggiato in risposta. Mentre la giapponese si muoveva benissimo, trovava angoli impossibili e negli scambi prolungati piegava l’avversaria, Serena arrivava in ritardo sulla palla. Due break subiti dalla Williams, nel terzo e quinto game, hanno accompagnato Naomi Osaka al 6-2 in 34 minuti. Troppi gli errori di Serena (14 i gratuiti a fine parziale), dettati dalla fretta di liberarsi della palla, con ben quattro inopportuni doppi falli: forzare il servizio era l’unica soluzione per scongiurare le risposte impattate con una incredibile naturalezza da Naomi Osaka. Basse, difatti, le percentuali realizzative di Serena Williams il 60% di punti messi a segno con la prima e il 44% con la seconda.
SECONDO SET – Secondo parziale che è partito in fotocopia rispetto al primo. Solida, incisiva (o meglio, letale), Naomi Osaka ha continuato a servire bene e reggere le pressioni della debuttante che sta sfidando la più grande di sempre e, per giunta, a casa sua. Andamento dei turni in battuta rispettato fino al terzo game e 2-1 Williams. Unico brivido una palla break salvata proprio nel terzo gioco da Serena. A seguire un game lunghissimo che avrebbe potuto far girare l’inerzia del match, con Naomi Osaka, per la prima volta in difficoltà: servizio perso dalla nipponica (alla quarta palla break) e 3-1 per Serena. La statunitense era poco prima entrata in rotta di collisione con il Giudice di Sedia, Carlos Ramos per via di un warning per coaching. Il bello, si fa per dire, perché il proseguo delle schermaglie ha riservato un epilogo sgradevole e non esemplare da parte di una campionessa come Serena Williams, doveva ancora arrivare. La Williams, dopo aver riconsegnato il break ed esclusivamente per proprie responsabilità (due doppi falli consecutivi e un gratuito di rovescio) ha ricevuto un secondo warning per “abuso di racchetta” e un penalty point. Lasciamo immaginare a chi non ha visto l’incontro, in che stato era ridotto il povero attrezzo di gioco dopo qualche violento impatto con il cemento. Nel frattempo si sono giocati il sesto e settimo game: Naomi Osaka a zero ha completato l’aggancio sul 3-3 e ha messo una seria ipoteca sul trofeo centrando appena dopo il break per il 4-3 e servizio. Serena, durante la pausa che ha preceduto il cambio di campo, ha letteralmente perso la testa. Riassumendo l’accaduto, la tennista americana pretendeva la cancellazione del warning per coaching (i suggerimenti di Mouratoglou ci sono stati, Serena sosteneva di non aver nemmeno guardato il proprio coach) e, rivolgendosi a Ramos, si è espressa con un poco ortodosso: “Mi hai rubato un punto, ladro”. Il game penalty è stato inevitabile, così Naomi Osaka si è ritrovata automaticamente avanti 5-3. La tennista giapponese è stata freddissima, non ha minimamente risentito di ciò che stava accadendo, compreso il rumoreggiare del pubblico che dava manforte a Serena Williams. Con la solidità mentale di una veterana ha gestito il break di vantaggio e chiuso 6-4. Bello l’abbraccio finale tra le due che, in parte, ha mitigato la tensione e l’imbarazzo generale. Solo in parte.
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Risultato – Finale:
[20] N. Osaka b [17] S. Williams 6-2 6-4