Dopo lo straordinario risultato del 2014, sembrava davvero che Kei Nishikori avesse completamente perso il suo miglior tennis, quel misto di rapidità, intensità ed efficacia che lo contraddistingue e lo aveva portato vicino alla vetta del circuito; proprio da quello che era stato il suo più grande exploit, il giapponese si è lentamente spento, dando la sensazione di essere ormai un tennista innocuo per i top player e senza più raggiungere, di fatto, un importante acuto negli eventi che davvero contano. Quest’oggi, però, finalmente Kei ci ha smentito, offrendo una prova fenomenale del suo talento e firmando probabilmente la più grande impresa degli US Open, che si confermano di gran lunga il Major più sorprendente di questa stagione: dopo quattro ore di intensa battaglia, il numero 6 del mondo ha sconfitto al quinto set Andy Murray, grande favorito alla vigilia. Lo scozzese, che stava attraversando un periodo davvero positivo con i trionfi di Wimbledon e delle Olimpiadi, aveva raso al suolo le resistenze di Grigor Dimitrov agli ottavi di finale, ma questa volta è apparso spento, sfiduciato, poco concreto e, soprattutto, privo della solidità che lo ha reso il secondo tennista più forte di questa stagione.
In un match ricco di capovolgimenti, dove il servizio è stato più uno svantaggio che un’arma, il nipponico ha sempre condotto gli scambi e ha tenuto saldamente in mano l’iniziativa, producendo decisamente più gioco rispetto al rivale che si è limitato a ribattere da fondo campo tentando di sfiancarlo e sperando nell’errore. Mentre Nishikori ha spinto con i fondamentali da fondo campo, ha cercato gli angoli e si è lanciato spesso in coraggiose discese a rete, infatti, Murray ha impostato la propria tattica sul ritmo, sugli scambi estenuanti e, fondamentalmente, sul rispondere agli attacchi dell’avversario. Ma premiare ancora di più il giapponese è stato l’aspetto mentale, che ha gestito davvero alla grande nonostante le tante difficoltà e la pesante pressione: dopo avere sprecato molte occasioni, essere stato vicino al successo e poi ad un solo game dalla sconfitta, Kei è riuscito a mantenere la calma, e a chiudere con freddezza; cosa che invece è mancata a Murray, che, con il solito nervosismo, si è fatto ripetutamente distrarre da polemiche con l’arbitro e ha pagato infine i suoi passaggi a vuoto.
NISHIKORI PARTE BENE, MA ANDY REAGISCE- L’avvio è da incubo per lo scozzese: nel primo gioco, si ritrova immediatamente in svantaggio per 0-40 al servizio, con tre ottimi punti da parte di Nishikori. Grazie a due errori del rivale e ad un paio di servizi vincenti, però, Murray rimonta e si porta sull’uno a zero. La ghiotta chance sprecata pesa terribilmente sul nipponico, che, dopo avere tenuto il suo primo turno di battuta, scompare dal campo. Il numero 2 del mondo infatti da questo momento cambi marcia e completa un allungo devastante per il suo rivale, che concedendo il break nel quarto game, anche a causa di un doppio fallo, alza di fatto bandiera bianca, subendo un parziale di 5 giochi consecutivi che regalano ad Andy il primo parziale.
6-1 il punteggio finale, indice di un dominio indiscusso di Murray, che risponde alla grande, mantiene buone percentuale alla battuta e mette costantemente sotto pressione il nipponico, che non regge l’urto e si fa travolgere dalla spinta da fondo campo del campione Olimpico.
NISHI RIMONTA SOTTO IL TETTO- Quando tutto sembra presagire un incontro agevole per il numero 2 del ranking, però, qualcosa cambia. I primi game della seconda frazione continuano sull’onda precedente, con lo scozzese padrone del campo e il numero 6 del draw a rincorrere nel disperato tentativo di resistere. Anche questa volta il primo a piazzare la zampata è Andy, che scardina il servizio avversario sul 2 pari e si issa in vantaggio, in totale controllo delle operazioni. Nel frattempo la pioggia procura non pochi problemi agli organizzatori, che decidono prima di non chiudere il tetto e sperare che il maltempo passi, per poi cambiare idea e coprire il campo. C’è giusto il tempo per un fondamentale contro break del giapponese, bravo a reagire alla batosta precedente conquistando un agognato tre pari e portarsi poi sul 40-30 in battuta nel settimo gioco; i giocatori a questo punto devono fermarsi, mentre gli addetti chiudono l’enorme tetto dell’Artur Ashe. Alla ripresa, gli equilibri si capovolgono completamente. Nishikori non trema e tiene il servizio, ma Murray non è da meno e con un delicatissimo lob impatta sul quattro pari. Il nipponico però commette molti meno errori e regge alla grande il ritmo dello scozzese, che invece sembra avere perso un minimo di lucidità e serenità. E infatti, proprio nel momento topico del set, Andy subisce un passaggio a vuoto sanguinoso: con due banali gratuiti da fondo campo, il numero 2 concede il break decisivo e l’intero set ad un redivivo Nishikori, meritevole per averci creduto nonostante la difficile situazione e per avere alzato il livello quando più contava.
KEI SPRECA, MURRAY LO PUNISCE- La sfida, adesso, è davvero combattuta e incerta. L’equilibrio si mantiene per i primi giochi del quarto parziale, nei quali entrambi difendono al meglio il proprio servizio. Murray comincia ad imprecare e a cadere vittima dei propri nervi, guardando continuamente, come ci ha abituato, verso il suo angolo; impeccabile, invece, Nishikori, che con calma e tranquillità continua con il suo asfissiante ritmo da fondo campo. Nel settimo game, però, arriva la prima svolta: il nipponico per la prima volta dal secondo set si distrae e sente il momento, quando al servizio sul tre pari commette un pesantissimo doppio fallo e sbaglia di rovescio, cedendo la battuta. Andy si carica e prova a trarre energie da questo vantaggio acquisito, ma anche lui è poco concreto e si fa immediatamente recuperare da 40-0, sprecando il break e facendo rientrare il rivale.
Ma il match continua a stupire e a regalare emozioni. Nel nono gioco, Nishikori trema nuovamente al servizio e precipita in svantaggio per 15-40; riesce a salvare la prima palla break, ma spedisce fuori un rovescio di metri e smarrisce ancora una volta la battuta. Nella sagra dei regali, Murray non può davvero sprecare anche questa chance, e questa volta è implacabile chiudendo a zero il set con il punteggio di 6-4, che sembra chiudere i giochi.
MURRAY LOTTA CON L’ARBITRO, NISHIKORI NE APPROFITTA- Tutto è tornato alla normalità. Il favorito, nonostante qualche difficoltà di troppo, ha ristabilito gli equilibri e riportato l’inerzia dalla sua parte, mentre l’eterno secondo si è sciolto ancora sul più bello e si avvia all’ennesima sconfitta, all’ennesima possibilità mancata di fare il salto di qualità. Murray, però, non sembra essere d’accordo, e fa di tutto per regalare ancora spettacolo al pubblico. Nel terzo gioco, infatti, lo scozzese inserisce la marcia superiore e si guadagna due palle break utili per ammazzare l’incontro. Il numero 6 del mondo annulla la prima chance, ma sulla seconda Andy riesce a far partire lo scambio e si mette in una posizione di vantaggio; qui, però accade l’impensabile. Il giudice di sedia, Marija Cicak, decide di interrompere il gioco per un fragoroso rumore sentito in tutto lo stadio. Murray perde la testa. Si avvicina alla sedia per protestare, sostiene che l’arbitro lo aveva avvisato precedentemente di continuare a giocare anche se avesse sentito un rumore del genere, ma la decisione è ormai presa e lo scozzese vede sfumare anche la seconda palla break.
Nishikori non fa una piega, capisce forse che il suo avversario ha perso il filo del proprio gioco e coglie l’attimo. Gli errori del numero 2 del ranking si moltiplicano, il nervosismo aumenta sempre di più e il risultato non può che essere un monologo del giocatore del Sol Levante, che inanella una serie di cinque game consecutivi. Dopo ogni punto perso Andy scuote la testa verso la sedia dell’arbitro, ma Kei non sta certo a guardare e ad aspettare che gli passi la crisi di nervi, alzando notevolmente il livello e infliggendogli un netto 6-1, che riapre i giochi.
TRA ALTI E BASSI NISHIKORI SI DIMOSTRA PIU’ SOLIDO- Questo è il secondo scontro diretto tra i due che si prolunga fino al quinto set, dopo quello di Coppa Davis dove a trionfare fu proprio Murray. L’atteggiamento infantile dello scozzese, però, continua a penalizzarlo anche nella frazione decisiva. Il tutto non può che dare sempre più fiducia a Nishikori, che ora è il vero padrone degli scambi. Gli angoli trovati dal nipponico sono spesso impressionanti, i suoi colpi sono precisi e penetranti e la difesa granitica del suo avversario ne risente. Il giapponese dunque sfrutta al meglio il trend positivo strappando immediatamente il servizio con un dritto vincente e un gratuito del britannico. Il 2-0 in suo favore non tarda ad arrivare, e nel terzo game sul 30 pari ha la chance di realizzare un ulteriore strappo e chiudere la sfida. Proprio il quinto punto del gioco, però, pesa tantissimo nell’economia del match: Nishikori affossa un brutto rovescio in rete, e non riesce poi a ribattere su un vincente del rivale. Murray si carica, consapevole dell’importanza del game appena vinto. E infatti, con grande puntualità, il numero 2 del mondo opera il contro break sfruttando un pessimo momento dell’avversario e impatta sul 2 pari.
Incredibilmente, però, tutto ciò è solo un incidente di percorso per Kei, che con tre vincenti fantastici, intervallati da un grave doppio fallo dello scozzese, rimette subito la testa avanti. La tensione è altissima, le emozioni si accavallano e i capovolgimenti sembrano non avere fine. Il nipponico conferma il break e vola sul 4-2, Murray difende la battuta ma nell’ottavo gioco non trova praticamente mai il campo e il giapponese si issa rapidamente sul 40-0. A pochissimi punti dal traguardo, tuttavia, Nishikori deve provare sulla propria pelle la crudeltà del nostro sport: due errori e un’ottima volée di dritto, a campo aperto, che si stampa sul nastro lo costringono a ritrovarsi sulla parità, e un serve and volley coraggioso ma non efficace lo condanna a restituire il turno di servizio. All’improvviso l’inerzia è tornata dalla parte del favorito, che esulta e si porta in vantaggio per cinque giochi a quattro, raddrizzando un punteggio davvero ad un passo dal baratro.
Con tutta la pressione sulle proprie spalle, Kei è chiamato a battere per restare nell’incontro; un destino davvero malefico, per un ragazzo che pochi minuti prima era vicino a realizzare il proprio sogno. In questi momenti, si sa, bisogna “resettare” quanto è accaduto e ricominciare da capo, e lui, da bravo giapponese, ci riesce alla grande, imponendosi con un autoritario turno di servizio e agganciando il rivale sul 5 pari. La tenacia del nipponico viene premiata nell’undicesimo game: aiutato da un doppio fallo di un Murray nervoso più che mai, il numero 6 scaglia una risposta velocissima e mette poi a segno una palla corta; lo scozzese ci arriva e tira il più forte possibile, ma con un guizzo impressionante Nishikori mette la racchetta e ributta la palla dall’altra parte, in un campo deserto. Andy, infatti, è già a rete per cambiare campo, non prima di sbattere la racchetta contro la rete consapevole, forse, di avere sprecato troppo. Sul 6-5, Kei è implacabile, nonostante un doppio fallo iniziale, e l’errore a rete del suo più blasonato rivale gli regala quella che è probabilmente la più grande soddisfazione del suo 2016.
SFUMA IL SOGNO DI ANDY, CONTINUA QUELLO DI KEI- La sensazione, forse un po’ ingiusta, è che questo risultato ridimensioni un po’ la straordinaria estate del numero 2 del mondo. Andy Murray ha dimostrato negli ultimi mesi una costanza invidiabile perfino per l’inarrivabile Djokovic, si è ripreso il tanto agognato titolo di Wimbledon e ha conquistato ancora l’oro Olimpico, diventando il primo tennista della storia a difendere il titolo ai Giochi in singolare. A New York, con i principali rivali fuori dai giochi per problemi fisici o personali, Andy aveva davvero una ghiotta occasione, forse la più importante della sua carriera di incamerare un ulteriore titolo dello Slam, che avrebbe confermato la sua fantastica stagione, lo avrebbe incoronato senza dubbio il migliore giocatore della seconda parte di stagione e, soprattutto, lo avrebbe lanciato come favorito nella corsa verso il numero 1 di Djokovic. E invece, ancora una volta gli è mancato quel “quid” che ti rende non uno solo un grande campione, ma un fuoriclasse. Nell’era dei Fab Four, ancora una volta, Murray ha dimostrato di essere il primo degli umani.
Prosegue, invece, il sogno di Kei Nishikori, che torna così in semifinale a New York, di gran lunga suo Major preferito, e si giocherà Venerdì la semifinale contro Juan Martin Del Potro o Stan Wawrinka. Un risultato davvero sorprendente per il giapponese, che si risolleva finalmente da un periodo negativo e torna non solo a registrare un acuto importante, ma soprattutto a sconfiggere uno dei suoi maggiori avversari, dopo tante, troppe batoste che lo hanno fermato sempre sul più bello.
6 comments
MATS WILANDER, IL PIU GRANDE COMMENTATORE IDIOTA NELLA STORIA DEL TENNIS, SUL 2-1 PER MURRAY, HA DETTO LA PARTITA È FINITA, ANDY CÈ L’HA IN PUGNO, VINCE MURRAY,MA DAIII !!!! SI VEDEVA CHE COMUNQUE KEI NIŠIKORI ERA IN PARTITA,LO POTEVA CAPIRE ANCHE UN BAMBINO, A PARTE CHE IN NELLE ULTIME FINALI CHE SI SONO INCONTRATI NOLE E MURRAY LUI DICEVA SEMPRE CHE VINCEVA MURRAY E POI PERDEVA, UN IDIOTA, COME FA A STARE ANCORA lI AL EUROSPORT !!! INCOMPETENTE!!!!
Vittoria meritatissima
Grande favorito?
Che goduria vedere lo Scozzese e tutto il suo entourage di antipatici andare a casa…!! E ora key provaci io sono con te…
Odiano tutti Nadal poi ammirano un Nisikori!…
Ragazzi Key e’ un fantastico giocatore e ci può stare che batta un Murray che sta facendo una delle sue migliori stagioni e quindi paga un po’ di umana stanchezza ….