Trionfa Stan Wawrinka dopo aver compiuto un percorso memorabile, ma molte sono le note positive (e negative) dell’edizione 2016 degli US Open. Ecco le pagelle di Tennis Circus.
STAN WAWRINKA, 10: L’impresa dello svizzero è qualcosa di straordinario. Dopo aver incominciato in sordina la sua ascesa verso il trono d’America, aveva rischiato addirittura di uscire al terzo turno per mano di Daniel Evans. Poi nessuno l’ha più fermato: quattro vittorie in quattro set contro Marchenko, Del Potro, Nishikori e infine Novak Djokovic per portarsi a casa il terzo Slam della sua carriera dopo gli Australian Open 2014 e il Roland Garros 2015. Combattente vero, condizione mentale alle stelle e una gamma di colpi da capogiro, tanto da mandare in crisi il numero uno del mondo.
NOVAK DJOKOVIC, 7.5: E’ arrivato in finale, ma con molto aiuto. Non ce ne vogliano i tifosi di Djoker, ma tre avversari ritirati su sette costituiscono un colpo di fortuna non indifferente: condizione fisica non ottimale e presunti problemi familiari hanno un po’ distratto Novak dalla sua routine di invincibilità, fino a farlo crollare sotto i colpi di un ingiocabile Wawrinka. Nonostante questo, apprezzabile la sua qualità di gioco espressa contro Edmund nel quarto turno e nell’ultimo set della semifinale contro Gael Monfils.
GAEL MONFILS, 8: Quante lodi per LaMonf, se non fosse per qualche atteggiamento sbagliato di troppo. Il francese è tornato a giocarsi una semifinale Slam dopo 8 anni e giocando un tennis fantastico: fino al match contro Djokovic non aveva mai perso un set contro avversari del calibro di Muller, Almagro, Baghdatis e Pouille; in semifinale, purtroppo, l’agitazione e la superiorità psicologica di Nole l’hanno schiacciato, ma Monfils è stato certamente uno dei giocatori che ha divertito di più in questa edizione.
LUCAS POUILLE, 8.5: Che carisma il ragazzo! Dopo un primo turno superato abbastanza facilmente, il francesino ha tirato fuori i “cosiddetti” e ha collezionato tre vittorie consecutive al quinto set, di cui una contro Rafael Nadal. Lampi di classe e potenza, oltre che indiscutibili doti mentali. Il baby transalpino crescerà.
JO-WILFRIED TSONGA, 7.5: Per essersi portato dietro un problema fisico per tutto il torneo, ha fatto fin troppo. Il buon Jo è riuscito ad approdare ai quarti di finale senza troppa fatica, ma dopo aver battuto con facilità avversari temibili su questi campi come Anderson e Sock, prima di ritirarsi nel match contro Djokovic.
ANDY MURRAY, 6.5: Per tutto l’anno abbiamo assistito al miglior Murray di sempre e a noi, vederlo uscire in quel modo, proprio non ci va. Agitato, nervoso, a tratti indisponente, nei quarti di finale contro Nishikori si è scavato la fossa da solo, perdendo un match che, probabilmente, l’avrebbe portato ad essere il favorito numero uno per la vittoria finale. Pazienza Andy, ma la semifinale era d’obbligo.
KEI NISHIKORI, 8: Il Nishikori versione 2014 è finalmente venuto fuori: solidità, varietà di colpi ed una velocità incredibile. Dopo un po’ di energia persa per strada, contro Murray ha ritrovato le basi del suo gioco e, sfruttando la incredibile quantità di gratuiti dell’avversario, mista alla sua agitazione, è riuscito a trionfare e a riprendersi una semifinale Slam che mancava da due anni. Contro un Wawrinka del genere in semifinale, purtroppo, anche il miglior Federer avrebbe faticato. Niente paura però: il ninja sta tornando.
JUAN MARTIN DEL POTRO, 9: Eroico a dir poco. Si presenta agli US Open dopo la romantica finale persa alle Olimpiadi e, tra problemi fisici e una forza di volontà invidiabile, riesce a sconfiggere Johnson, Ferrer e Thiem e ad approdare ai quarti di finale. Esce in lacrime dopo la sconfitta contro Wawrinka, ma il premio di consolazione lo merita sicuramente El Palito. Solo applausi.
RAFAEL NADAL, 5: Troppo severi con Rafa? Potremmo, dato che il problema al polso non lo lascia tranquillo da tre mesi, ma fare di più era d’obbligo. Nadal, per tutto il torneo, ha dato l’impressione di avere il fiatone. A cominciare dal primo turno contro Istomin: qualche lampo alla Rafa, ma niente più, l’intensità di Pouille al quarto turno l’ha schiacciato emotivamente e fisicamente. Riportateci il vero Nadal.
E gli italiani? Fognini (VOTO: 6) il solito sprecone, vince un match tiratissimo contro Gabashvili e poi si suicida contro un Ferrer non in condizione, dopo aver vinto due set; comunque ancora troppo, troppo irascibile. Giannessi (VOTO: 7.5) si traveste da supereroe e batte Kudla al quinto dopo aver passato le qualificazioni, poi costringe il campione Wawrinka a metterci tutto per batterlo. Encomiabile. Fabbiano (VOTO: 5.5) fa il suo dovere nelle qualificazioni, ma butta via un match abbordabile contro Khachanov. Seppi (VOTO: 6) è distratto dal matrimonio, ma va bene così: esce di scena al secondo turno contro Nadal dopo una bella vittoria al quarto su Robert. L’eroe azzurro del torneo è Paolo Lorenzi (VOTO: 8), che dopo due imprese contro Berlocq e Simon, costringe Andy Murray al quarto set. Sempre più romantico.