Scendere in campo per disputare il primo quarto turno di uno slam è tutt’altro che facile. Poco importa se l’avversario sia Roger Federer sul campo centrale di Wimbledon oppure Gael Monfils sul Louis Armstrong di Flushing Meadows. Matteo Berrettini l’ha scoperto un paio di mesi fa, quando sui prati di Church Road racimolò appena cinque giochi contro l’elvetico, ma ora sembra aver imparato la lezione – come testimonia la brillante vittoria ottenuta ai danni di Rublev che lo inserisce di diritto nella storia del tennis italiano, diventando il primo azzurro, dopo 42 anni da Barazzutti, a centrare i quarti a New York. Nella notte, Pablo Andujar ha potuto sperimentare ciò sulla sua pelle, conquistando esattamente cinque games contro Monfils ed uscendo di scena al quarto turno, comunque più di quanto si potesse pronosticare. In virtù di ciò, possiamo affermare che in qualche modo i destini di Berrettini ed Andujar si intrecciano poichè il giocatore che ha superato lo spagnolo sarà il prossimo avversario del tennista romano. L’ostacolo che separa Berrettini e la semifinale degli Us Open sarà infatti Gael Monfils, che in appena novanta minuti di gioco si è agevolmente sbarazzato del tennista di Cuenca, in confusione sin dall’inizio e costantemente in balia del gioco del suo avversario, che non ha concesso palle break e si è rivelato piuttosto cinico anche in risposta, tanto da mettere a segno ben sei break in totale. Approdato ai quarti a suon di vincenti ed ottime percentuali con la prima di servizio, Gael tenterà di staccare il pass per la semifinale proprio contro Berrettini, nella speranza di bissare il risultato del 2016, quando la sua corsa fu fermata solo da Djokovic. In quell’edizione, Monfils sfidò ai quarti Lucas Pouille, che al turno precedente sconfisse a sorpresa Rafa Nadal. Succederà lo stesso con Schwartzman?
Rafa si augura di no – anche se visto il suo livello di gioco il maiorchino non ha di che preoccuparsi – ma nel frattempo continua a sconfiggere gli avversari che incontra sulla sua strada. Nonostante il set perso questa notte contro Cilic, Nadal ha offerto una prova abbastanza convincente caratterizzata da gli ultimi due set davvero ottimi, dove il croato ha fatto suoi appena tre giochi. Il suo avversario che gli ha tenuto testa per i primi due parziali, giocando pressochè alla pari, tanto da strappargliene uno diventando il primo a riuscirsi in queste due settimane, prima di sciogliersi come neve al sole alla distanza, forse proprio perchè appagato da questo traguardo. Qualche doppio fallo in meno e qualche seconda in più in campo avrebbero potuto rendere migliore la prestazione di Nadal e probabilmente accorciare la durata dell’incontro, che avrebbe potuto tranquillamente terminare in tre set se Rafa non si fosse distratto nel quarto gioco del secondo parziale, dove ha ceduto la battuta; fatto sta che il livello del tennis dello spagnolo si è progressivamente innalzato con l’avanzare della sfida – parallelamente con la stanchezza del suo avversario – e dunque Nadal ha potuto chiudere in scioltezza. Esce a testa alta Cilic, che saluta lo Us Open portandosi a casa una dose di fiducia e buone sensazioni, mentre prosegue la sua corsa il tennista di Manacor, che ora troverà l’ostico Schwartzman. A dire il vero l’argentino non rappresenta un grosso problema per Nadal, in quanto i due hanno un gioco pressochè simile tanto che Rafa lo ha sempre battuto nei sette precedenti, perdendo appena due set; la lunghezza del match e dunque la potenziale stanchezza nei turni seguenti potrebbe invece non far piacere allo spagnolo, che dovrà essere pronto a battagliare ed a lottare su ogni punto, ancor più di quanto già non faccia contro tutti gli altri avversari.
[2] R. Nadal b. [22] M. Cilic 63 36 61 62
[13] G. Monfils b. P. Andujar 61 62 62