Quello che si presentava come uno sciatto sabato newyorchese, in realtà, ha contribuito alla dilatazione delle nostre provate pupille, fornendoci un appagante gruzzolo di memorie. (Clicca qui per il programma completo degli incontri)
Ieri a New York si è celebrata la drammatica conclusione di un’era tennistica: Roger Federer ha perso un turno di servizio.
A dirla tutta di break ne ha subiti addirittura due, a conferma di un tracollo che ormai non sembra più arginabile. Ciononostante, il decadente svizzero è riuscito a portare a casa la vittoria, molto probabilmente l’ultima della secolare carriera.
Ovviamente si scherza: Roger ha scenografato, con immutata maestria, l’abituale cortometraggio tennistico, concedendosi giusto un paio di distrazioni nell’arco del match, convertite in altrettanti break dal buon Kohlschreiber.
Compiendo una vertiginosa escursione qualitativa, passiamo dal King a Young. Il fantozziano Donald ha dato vita alla seconda rimonta consecutiva da due set di svantaggio: prima con Simon e, poche ore fa, con Troicki. Il calimerico statunitense, divenuto unità di misura dell’inettitudine, sta riconquistando l’affetto di tutto il popolo americano, da cui era stato sbrigativamente disconosciuto a seguito della perdurante assenza di risultati.
Ora però diamo in pasto ai vermi il passato e focalizziamoci sul presente: tra poco cominciano gli ottavi di finale.
Novak Djokovic si appresta a conquistare il 25esimo quarto di finale consecutivo nei tornei del Grande Slam. Roberto Bautista-Agut, suo odierno dirimpettaio, non dispone di alcun espediente tecnico per mettere in difficoltà il serbo. L’iberico, sebbene si discosti dal prototipo del classico regolarista spagnolo, propone un gioco geometrico ed essenziale, privo di guizzi o trovate estemporanee alla Dolgopolov. Un onesto gregario che fornisce un rendimento costante per tutto l’arco dell’anno, bastevole per macinare successi con i parigrado, insufficiente per competere con i top 10. Incontro da tre set con la possibilità di un tie-break, se Nole si concederà passaggi a vuoto.
Molto ci aspettiamo dal derby transalpino che vedrà opporsi Paire e Tsonga. Sin qui entrambi hanno sciorinato autorevolezza e baldanza, giungendo al quarto turno senza sbavature. Una linearità che non stupisce se si prende in esame Tsonga, navigato frequentatore di fasi finali Slam, molto più sorprendente se si analizzano gli ondivaghi trascorsi del camaleontico Benoit. Si tratta del primo ottavo di finale in un Major per l’estroso tennista di Avignone. Alla vigilia del match Paire ha dichiarato di voler destinare i proventi di questo munifico Us Open all’acquisto di una nuova abitazione per i propri genitori. Per l’inguaribile infatuazione tennistica procurataci da giocatori così rari, nel bene e nel pessimo, ci auguriamo che il suo montepremi newyorchese venga ulteriormente rimpolpato, in modo che il nuovo domicilio dei signori Paire possa annoverare anche il secondo bagno.
Restando in tema di ottavi di finale impronosticabili, era da un bel pezzo che a noi italiani non spettava il privilegio di pregustare l’attesa di un quarto turno Slam. Il benefattore che ci restituirà questo ghiotto conto alla rovescia risponde al nome di Fabio Fognini. Molti di noi ancora non hanno smaltito la sbornia tennistica a seguito della smagliante prestazione fornita contro Rafa Nadal. Si potrà eccepire che l’attuale versione del maiorchino non ha nulla a che spartire con il monsonico centrifugatore dei tempi che furono. Sicuramente è così, ma lo spezzone dei tre set consecutivi vinti dal Fogna si è già sedimentato nella memoria collettiva degli appassionati.
Ciò detto, non c’è niente di più difficile che passare da una prosciugante ribalta planetaria ad un impegno contro un avversario ampiamente alla portata. Il rischio di rimanere intrappolati nell’impresa di poche ore prima è assai concreto, specie per la friabile tenuta mentale di Fognini. Oltre alle tossine psicologiche va tenuta in considerazione la gravosa eredità fisica, dopo cinque set disputati ad una così iperbolica intensità. Feliciano Lopez, in tal senso, giunge nelle migliori condizioni possibili all’incontro. L’iberico è reduce da un terzo turno ben poco dispendioso, in virtù della menomazione fisica con cui ha dovuto fare i conti Milos Raonic.
Fabio dovrà approcciare la partita con determinazione fin dal primo punto, in modo da poter centellinare a proprio piacimento le energie residue nel corso della sfida. Una nuova partenza ad handicap potrebbe rivelarsi fatale.
Non per cattiveria o sessismo, ma se gli ottavi maschili pullulano di spunti e motivi di interesse, lo stesso non si può dire per la domenica delle donzelle.
Serena sta giochicchiando come il gatto fa col topo anche se, per rendere giustizia alll’attuale sproporzione tecnica tra se e le rivali, sarebbe più corretto dire come fa la pantera col criceto.
Quest’oggi a N.Y si comincerà ad apparecchiare la tavola in vista del quarto di finale che ogni americano agogna ed ogni cultore della palla gialla rifugge: Serena vs Venus.
La sola mammifera che poteva preservarci dall’ennesimo ed indesiderato capitolo della saga Williams era la post adolescente Bencic. La svizzera, invece, ha tradito le più ottimistiche attese, facendosi estromettere proprio da Venus. Gli odierni impegni delle sorellone fungeranno da scialbi riempitivi in vista del succitato evento. Paradossalmente sarà Serena ad avere qualche grattacapo in più, contro l’ambiziosa connazionale Madison Keys. Poco più di una formalita invece per Venus, opposta alla qualificata estone Kontaveit.
Chiusura dedicata a Roberta Vinci, cui la dea bendata sta regalando un’invidiabile successione di privilegi.
La tarantina dovrebbe affrontare Eugenie Bouchard, nella replica della sfida andata in scena poco più di una settimana fa a New Haven, conclusasi 6-1 6-0 in favore di Roberta. Utilizziamo il condizionale perché, come è ormai noto, la canadese è reduce da un curioso incidente avvenuto negli spogliatoio di Flushing Meadows, a seguito del quale ha urtato violentemente la scatola cranica. Sebbene si sia già ritirata dai tabelloni di doppio ai quali era iscritta, dubitiamo che stasera non scenda in campo. Resta da stabilire in che condizioni lo farà e se sarà in grado di offrire una valida opposizione. A Roberta il compito di non sciupare questa irripetibile congiunzione astrale.