Per rendere speciale una semplice settimana di settembre, almeno per quanto riguarda il tennis, ci sono senza dubbio determinate condizioni che raramente si presentano contemporaneamente. E’ già stato detto tutto sullo splendido successo in rimonta di Fabio Fognini sul maiorchino Rafael Nadal, molte note di merito sono arrivate per la semifinale nel doppio femminile raggiunta dall’inedita coppia Slam Errani-Pennetta, eppure ci sono sempre nuovi obiettivi negli occhi di chi intende raggiungerli e di chi supporta tali imprese con il proprio tifo, da casa o dagli spalti dei celebri campi statunitensi.
Se Flavia Pennetta aveva già raggiunto la semifinale agli US Open nel 2013, proprio in quell’anno la sua conterranea Roberta Vinci aveva soltanto sfiorato tale traguardo proprio a causa della sconfitta subita dalla Pennetta, con il 6-4 6-1 che aveva aperto le porte ad una per sbarrarle davanti all’altra.
Il match della vita, stavolta, vedrà la talentuosa tarantina opposta allo spauracchio Serena Williams, ostacolo sulla carta insormontabile che vede distante soltanto due vittorie lo straordinario traguardo del Grand Slam.
Poco da dire sui pronostici, eppure ,che sia un Davide contro Golia, un Teseo contro il Minotauro o un Ercole contro l’Idra di Lerna, l’imponderabile è appena dietro l’angolo, perché il tennis di Roberta Vinci è imprevedibile e non è da sottovalutare il peso di non avere niente da perdere, tutto ciò mentre la più quotata Williams saprà di dover necessariamente vincere per non perdere l’occasione più preziosa della sua magnifica carriera.
I precedenti dicono 4-0 per la N.1 statunitense, eppure nell’ultimo scontro diretto, datato 2015, il 6-4 6-3 non era stato troppo severo e di partita ce n’era stata.
C’è anche chi prova a sminuire un’impresa come quella della Vinci: vero, verissimo, che le avversarie della ex N.11 del mondo sono state tenniste non del tutto irreprensibili, come ad esempio Vania King al primo turno, Denisa Allertova, Mariana Duque-Marino e la francese Kristina Mladenovic ai quarti, senza considerare il walkover di cui ha beneficiato visto il ritiro di Eugenie Bouchard, eppure se esistono queste situazioni favorevoli non è di certo scontato di riuscire a cavalcare l’onda, soprattutto se la carta d’identità dice 32 anni e soprattutto se l’ultima stagione non è stata da protagonista assoluta, bensì da campionessa desiderosa di tornare al vertice dopo un periodo non proprio positivo.
Detto questo, anche alla Williams non sembra essere andata poi così male, con il ritiro della Diatchenko al primo turno, la olandese Kiki Bertens al secondo, Bethanie Mattek-Sands al terzo, Madison Keys al quarto e la sorella Venus ai quarti, con la ipotetica sicurezza di un passaggio del turno quasi di solidarietà.
A poche ore dal match, comunque, le chiacchiere e le statistiche stanno a zero, con la sicurezza che il risultato è già di per sé un fantastico finale di stagione e che ci sarà la possibilità di giocarsi le proprie carte senza stare troppo a pensare al futuro, visto che i segnali sono assolutamente positivi e che questa generazione di magnifiche Over 30, con Roberta Vinci presente, non è assolutamente da buttare, ma che potrà fare ancora benissimo nelle prossime stagioni. Se sarà la Williams a vincere, dunque, tutto bene, applausi e appuntamento al prossimo anno, ma finché c’è una possibilità ed una palla su cui correre non è detta l’ultima parola.