Tutta colpa dell’infortunio
E’ durata circa nove mesi la collaborazione tra Andre Agassi e Novak Djokovic, senza però produrre i risultati sperati. La separazione, piuttosto traumatica in verità, è avvenuta circa tre mesi orsono ed ora, in una esclusiva rilasciata a Metro.co.uk , Andre rivela come sono andate le cose. ” Non mi ero reso conto di quanto fosse messo male il gomito fino a quando non ho iniziato ad osservarlo nel suo processo di recupero quotidiano dai match, a cui si aggiungevano gli anti-infiammatori che continuava ad assumere e l’angoscia persistente.Poi ci siamo incontrati ad agosto e abbiamo riunito i migliori medici del mondo per farlo visitare a Toronto. Era mia ferma opinione che avrebbe dovuto sottoporsi ad un intervento chirurgico subito, in modo che poi saremmo stati pronti per la trasferta in Australia ( nel Gennaio seguente n.d.r.). Così non è andata ed il lavoro programmato è stato ben lungi dal poter essere svolto. “Non voglio dire che Djokovic mi abbia messo fuori gioco, ma mi ha dimostrato che è necessario molto di più nell’allenamento piuttosto che snocciolare soltanto informazioni. C’è bisogno di costruire un rapporto di fiducia, ed è quello che speravo sarebbe accaduto in quei nove mesi”. Tuttavia, Agassi non è affatto chiuso all’idea di poter riprendere la collaborazione con l’ex numero 1 del mondo , come ha dichiarato successivamente al The Telegraph. “Se posso aiutarlo in qualche modo, basta che me lo faccia sapere. Non ci sono rancori,anche se abbiamo notato di non essere d’accordo un sacco di volte.Capisco che non è semplice paracadutarsi nel processo di recupero di qualcuno. Se posso essere una figura utile nel suo percorso di risalita, deve soltanto comunicarmelo”.
Federer?”Inspiegabile”
Dinanzi a Roger Federer e alla sua capacità di esprimere un gioco di livello eccezionale a quasi trentasette anni, Andre si mostra letteralmente senza parole.
” Penso che Federer sia ancora il favorito . Quel che sembra più incredibile guardandolo giocare è che faccia sembrare tutto così semplice anche dopo essere stato lontano dalle competizioni per un po di tempo.E’ quasi come se non avesse bisogno di giocare a tennis! Gli viene tutto così naturale e lo fa sembrare così semplice.Così, anche invecchiando e perdendo un po di velocità, riesce a non cambiare il suo modo di giocare, anzi diventa più efficace. Sembra senza tempo. E’ davvero inspiegabile!”