Andy Murray sicuro: “A Wimbledon il pubblico fa davvero la differenza”

Andy Murray non ha dubbi e spera di tornare a giocare a Wimbledon potendo contare sull'appoggio del pubblico di Nicola Devoto

Andy Murray è considerato uno dei tennisti più forti della sua generazione, il suo palmares recita tre titoli del Grande Slam (Us Open 2012 e Wimbledon 2013 – 2016), due medaglie d’oro olimpiche in singolare, la Coppa Davis 2015 e 41 tornei ATP, tra cui 14 Masters 1000 e le ATP Finals 2016. È stato inoltre numero uno al mondo nel 2016 restando in vetta per 41 settimane. 

Il campione scozzese è stato penalizzato nel corso degli anni da un infortunio all’anca che l’ha costretto a due delicate operazioni nel 2018 e 2019 dalle quali non sembra aver mai recuperato pienamente. Tra infortuni e Covid-19 il 33 enne di Glasgow è uscito dai primi 100 del ranking e quest’anno ha saltato gli Australian Open a causa della positività al Coronavirus disputando fino ad ora il Challenger di Biella a febbraio dove è arrivato in finale e uscendo prematuramente nei tornei Atp 250 di Montpellier e 500 di Rotterdam.

Andy non vede l’ora di tornare in campo sul prestigioso tappeto verde di Wimbledon davanti al grande palcoscenico di pubblico dell’ All England Lawn Tennis Club. Il 7 luglio 2013 Murray è entrato nella storia di Wimbledon vincendo la finale contro il nº 1 del mondo Novak Djokovic, diventando il primo tennista maschio britannico a vincere il trofeo 77 anni dopo il successo di Fred Perry nel 1936. 

Il torneo londinese , annullato nel 2020, inizia quest’anno il 28 giugno, sette giorni dopo che tutte le restrizioni Covid potrebbero essere revocate in Inghilterra. La decisione finale sul numero degli spettatori consentito sarà ritardata il più a lungo possibile, con i biglietti che dovrebbero essere messi in vendita a giugno.

Il tennista britannico ha rilasciato recentemente un’intervista trattando i temi relativi all’assenza di pubblico negli stadi e alle bolle dei vari tornei. Parlando della possibile affluenza di pubblico a Londra e dell’importanza della presenza dello stesso ha detto: “Per me la presenza del pubblico sugli spalti farebbe una differenza enorme, gli organizzatori sperano di riuscire ad attirare un buon numero di spettatori, non so se sarà il 30% della capacità complessiva dell’impianto, ma potremmo vedere il Centre Court e il Court One pieni, staremo a vedere”.

A inizio pandemia non mi è mancato il pubblico più di tanto, ero semplicemente entusiasta di poter gareggiare di nuovo. Ma, con il passare delle settimane, giocare di fronte a grandi folle e giocare in grandi atmosfere ho capito che è un qualcosa che mi è decisamente mancato“.

Murray parla brevemente della sua condizione fisica e confida nella buona riuscita della campagna vaccinale in Gran Bretagna e afferma: “Ho bisogno di allenarmi costantemente e queste pause forzate non fanno altro che frenarmi. Sarebbe molto strano giocare Wimbledon senza il sostegno della gente in tribuna, ma purtroppo questi sono i tempi in cui viviamo. Spero che, continuando, con i vaccini, ci sarà la possibilità per tutti di venire e magari familiari e amici, che sono vaccinati, potranno assistere e prendere un biglietto“.

Andy vive a breve distanza da Wimbledon ma dovrà soggiornare in un hotel designato all’interno di una “bolla biosicura”, in linea con i protocolli ATP. Al riguardo l’ex numero uno del mondo ha detto: “Ovviamente preferirei non stare in un hotel, sarebbe un peccato ma, se è quello che dobbiamo fare per tenere tutti al sicuro, allora è quello che faremo. Non è molto divertente andare ai tornei e rimanere nelle bolle, è stancante ma è quel che serve per fare il nostro lavoro in sicurezza e credo che per i tornei spesso non ci sono altre soluzioni“.

Nicola Devoto

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