Assaggi di un irrequieto Gulbis

Sparito dai teleschermi per oltre un anno, il ventottenne lettone è tornato alla ribalta con un successo prestigioso contro Juan Martin Del Potro. Oggi la grande sfida contro Novak Djokovic, condita come al solito da grandi interrogativi.

L’accoppiamento di secondo turno tra Ernests Gulbis e Juan Martin Del Potro non può essere stato soltanto frutto del sorteggio e del relativo tabellone. Qui gli del del tennis hanno deciso di inviare un grosso segnale al lettone, mettendolo di fronte a uno dei tennisti che si sta riforgiando sulle proprie sofferenze fisiche: se Delpo ci ha provato e ci è riuscito, perché non provi sul serio anche tu? Immagino che questo abbiano detto le divinità del nostro sport al tennista di Riga. Vedere il numero 589 di fianco al nome Gulbis desta una certa incredulità; questa caduta nel ranking, però, non è solo frutto di incostanza e scarsa volontà, ma anche (e soprattutto nell’ultimo anno) di problemi fisici importanti che ne hanno annullato il rendimento. Negli ultimi dodici mesi, infatti, ha disputato la miseria di 13 partite con un bilancio di 2 vittorie e 11 sconfitte. Il ranking protetto gli ha permesso di entrare nel main draw dei Championships. E se gli dei del tennis si sono davvero rimboccati le maniche mettendogli di fronte uno stoico lottatore come Palito, questa volta Gulbis ha colto alla grande l’occasione, disputando una partita meravigliosa sotto ogni profilo e regalandosi un magico terzo turno contro Novak Djokovic.

UN PERSONAGGIO ALTALENANTE – L’aitante profilo del lettone, pur essendo praticamente scomparso dai palcoscenici che contano, è impossibile da dimenticare. Una testa calda ed una concezione non prioritaria del tennis, gli hanno precluso l’ottenimento di traguardi più rilevanti dopo l’approdo in top ten nel 2014. Molto spesso ci si ricorda di lui infatti non tanto per vicende sportive eclatanti, ma per avvenimenti extracampo che inevitabilmente ne hanno segnato le sorti. Pensiamo al caso celebre del Casino, successivo alla storica semifinale del Roland Garros del 2014, secondo cui Ernests avrebbe speso l’intero premio ricevuto in gioco d’azzardo. La storia non ha trovato sicuro riscontro, ma resta molto sintomatica di un personaggio fuori dalle righe. Mai banale e senza peli sulla lingua, ha rilasciato più di un’intervista in cui sostiene di valere i top e di poterli battere tutti. Ed in effetti, affermazioni del genere vengono fatte con una certa cognizione di causa, tant’è che nel 2010 sconfisse Federer a Roma e si fermò in semifinale soltanto di fronte a Nadal in un match a tratti dominato dalla sua potenza; riuscì nel 2013 a battere Murray a Montréal e si ripeté contro l’elvetico nella storica cavalcata al Roland Garros 2014. Ma è la continuità il grande cruccio di questo talentuoso ragazzo, poiché i colpi sono di assoluto livello.

Ernest Gulbis
Ernest Gulbis

BAGAGLIO TECNICO STRARIPANTE – Il repertorio del lettone è un mix di potenza e finezza che lascia decisamente basiti nell’osservare il suo attuale ranking e più in generale i suoi risultati (solo – nel suo caso, solo – sei titoli ATP senza alcun 1000). Grazie anche ai suoi 198 cm, Gulbis dispone di un servizio meraviglioso, con medie di velocità sulla prima palla che si attestano oltre i 200 km/h e con una spiccata capacità nel variare angoli e rotazioni; tutto questo, però, solo nelle giornate migliori, poiché in quelle negative – che sono poi la maggioranza – può diventare una macchina da doppi falli. Estremamente efficace è poi lo splendido rovescio bimane, con cui riesce ad anticipare l’impatto a tal punto da lasciare immobili gli avversari. Da questo lato possiede maggiore sensibilità e ciò si apprezza anche nell’esecuzione del drop, precisa e mascherata fino all’ultimo. Il dritto è certamente il colpo più debole. Negli anni ha provato svariate volte a modificarne l’impostazione, con impugnature ed aperture differenti; resta ancora un colpo articolato e dall’ampia preparazione, che però diventa devastante quando vi è tempo a sufficienza per prepararlo. La potenza e la facilità di esecuzione sono i suoi principali punti di forza e la massima esaltazione di essi ha steso anche un tennista notoriamente potente come Del Potro.

POSSIBILE RITORNO? – Risulta estremamente complesso azzardare qualsiasi tipo di previsione su una figura così controversa. “Non guardo la classifica altrimenti mi deprimo”; immaginiamo quindi che un certo desiderio di risalire vi sia. Anche nel suo momento migliore, però, ha dimostrato di non riuscire a restare a lungo sul pezzo: raggiunta la vetta dei top ten, solo eliminazioni precoci fino alla fine dell’anno ed un inevitabile crollo nella stagione successiva. Teoricamente, l’anagrafe è ancora benevola con lui (classe 1988), ma è necessario un deciso cambio di passo che probabilmente non ci sarà mai e ci lascerà con il rimorso di aver perso per strada uno dei talenti più brillanti degli ultimi anni. Nella speranza di essere fermamente smentiti, prepariamoci a vederlo all’opera contro Djokovic. Una partita già segnata? Occhio, l’irrequieto ed aitante Gulbis nasconde armi irrazionali che potrebbero renderlo pericolosissimo.

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