Cosa ne sarà di Wimbledon?

Il tempo passa e la speranza che il tennis torni a breve alla normalità è sempre più remota. La pandemia da Covid-19 non sembra presentare miglioramenti ed il mondo dello sport ne subisce le conseguenze, prolungando la sospensione delle attività. Dopo la cancellazione dei Masters 1000 di Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid ed altri tornei, la situazione rischia di complicarsi ulteriormente poiché rischiano di saltare anche gli slam. Se da un lato il Roland Garros ha temporaneamente bloccato le due settimane dal 20 settembre al 4 ottobre, nonostante appaia pressoché impossibile che l’evento si disputi in quelle date, dall’altro l’ottimismo di Wimbledon diminuisce a vista. L’idea originale, in seguito allo stop del tennis fino al 7 giugno, era quella di ripartire proprio dalla stagione sull’erba. Purtroppo non sembrano esserci i presupposti per far tornare i giocatori in campo già prima dell’inizio dell’estate e questa pausa potrebbe estendersi per altro tempo.

Qualora lo slam londinese non riuscisse a cominciare nelle date prestabilite, dunque, come fare per salvare Wimbledon? Le ipotesi non sono molte, ma soprattutto il meteo britannico complica le cose, riducendo notevolmente le date appetibili. Il primo buco nel calendario sarebbe dopo la Coppa Davis, in pieno autunno, ma di fatto è già possibile tracciare una linea sopra questa possibilità. La “speranza” potrebbe essere il rinvio dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Nel caso le Olimpiadi non dovessero disputarsi e l’emergenza Coronavirus fosse sotto controllo, allora Wimbledon potrebbe davvero pensare di far disputare il torneo dal 25 luglio al 2 agosto. Anche in questo caso però sorgerebbero dei problemi. Alcuni giocatori hanno infatti già preso impegni per quella data, come ad esempio Dimitrov che giocherà il World Team Tennis.

Ipotesi torneo a porte chiuse? L’evento londinese ha già fatto sapere che non ha alcuna intenzione di ospitare la manifestazione senza pubblico sugli spalti. Piuttosto il torneo non si disputerà. Una decisione condivisibile, sia dal punto di vista economico che per il danno d’immagine.

Nel frattempo, l’All England Lawn Tennis Club ha già comunicato che, qualora saltasse il torneo, i possessori dei biglietti verrebbero tutelati da una polizza assicurativa. In passato il tennis si era fermato in appena due occasioni, le due Guerre Mondiali, perciò si tratta di una situazione nuova per l’era moderna. Per il momento è giusto fermarsi, ma tornare alla normalità è un po’ il desiderio di tutti. E farlo nel paradiso del tennis, dove i campi sono verdi come la speranza, non avrebbe prezzo.

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