Non era un Wimbledon solo per i giocatori. I tornei dello Slam riservano sempre anche debutti e pensieri per coloro che si trovano nell’angolo dei tennisti, sia nell’ATP che nel WTA. Coach, fisioterapisti, psicologi, tattici sono le varie figure che compongono lo staff di un giocatore professionista. Ovviamente ci sono differenze: i top 10 possono portarsi tutti i diversi tipi di figure, ma scendendo il ranking lo staff si assottiglia. Ad ogni modo questa edizione dei Championships era anche quella del debutto di Mario Ancic nell’angolo di Novak Djokovic.
COLLABORAZIONE – «L’inizio della collaborazione è stato ottimo» ha dichiarato lo stesso Ancic «ci conosciamo veramente da tanto tempo, sin dal circuito Junior. Da dopo il mio ritiro abbiamo spesso discusso di una possibile collaborazione. Le cose hanno poi avuto un’impennata quando è arrivato Agassi nell’angolo di Novak. C’è molta compatibilità nel gruppo, e cerchiamo di dare le nostre idee a Nole sempre nel massimo rispetto del dialogo. Non ragioniamo secondo un rapporto gerarchico neanche tra me e Agassi. Cerchiamo solo di aiutare un atleta a godersi al meglio le sue partite». Ora c’è però da digerire un Wimbledon che, sebbene abbia riproposto un Djokovic a buoni livelli, si è comunque concluso in maniera anticipata e amara: «Novak stava andando bene. Tuttavia nel quarto di finale ad un certo punto non è stato più in grado di gestire il dolore. Un vero peccato, anche perché stava giocando bene e si sentiva a suo agio in campo. Penso di aver rivisto in lui il fuoco e la voglia di fare bene, ma comunque va considerato che ha convissuto con problema al braccio per parecchio. Dallo scorso anno fa di nuovo uso di iniezioni e antidolorifici. Ora la nostra problematica è capire come risolvere il problema, anche se la competenza è dello staff medico» così ha continuato il croato.
FUTURO – Rimane quindi il punto interrogativo su cosa sarebbe potuto succedere in semifinale contro Roger Federer. E ora invece cosa riserva il futuro per questa collaborazione tra amici ed ex colleghi: «Novak sa che non è questo il mio lavoro e già da lunedì sarò in America. Sono comunque disposto a proseguire la collaborazione e sa che io sono sempre a disposizione. Certo, ho comunque il mio lavoro e ho una disponibilità agli spostamenti abbastanza limitata» ha proseguito il vincitore di sette titoli ATP «sono stato molto felice di aver accettato questa proposta, e di aiutare una leggenda del tennis. Anche se, a dirla tutta, a me è sempre sembrato di dare una mano ad un amico. Vedremo ora dove sarà effettuato il trattamento, sarebbe più facile per me se fosse negli Stati Uniti»