Accorciare gli scambi, attaccare e prendere tanti rischi. Pescare nel suo talento, cercando di tener bassa la percentuale di errori e sperare che l’avversario giochi al di sotto dei suoi livelli. La sfida che si trovava di fronte l’elegante Richard Gasquet al cospetto del robot dominatore del seeding Novak Djokovic aveva il fascino delle sfide impossibili.
E l’ultimo precedente, 3-0 in favore del numero uno del mondo al Roland Garros, non lasciava dubbi a riguardo. Ancor più se a questo aggiungiamo che nei tre precedenti tra i due nei Major, Gasquet non ha mai vinto un set contro Nole.
Insomma, il Davide francese contro il Golia serbo. Richard ci ha provato, con impegno e tanto sudore, ma alla fine si è dovuto arrendere. Il punteggio forse è un po’ ingeneroso per quanto visto sul campo. Un set il francese lo meritava eccome. Se non altro per la gran classe dimostrata e per la bellezza degli scambi (molti di questi vinti proprio da lui) confezionati insieme a Nole. Una partita che è stata incerta solo nel primo set.
Onore comunque a Richard Gasquet che ha onorato il torneo e, nonostante il punteggio, anche questa semifinale di Wimbledon combattendo fino all’ultima pallina con un avversario ben più quotato di lui e deliziando il pubblico con il suo elegante ed efficace rovescio a una mano, il più bello del circuito (almeno secondo il sottoscritto).
Djokovic raggiunge la sua quarta finale a Wimbledon, la terza consecutiva, e cerca la sua terza affermazione nel torneo più prestigioso del mondo. Non sarà facile, soprattutto per questo Djokovic, apparso non al massimo della forma.
La cronaca
Buone le prime palle di Nole che gli consentono di mantenere il servizio. Sui primi scambi prolungati invece prevale sorprendentemente il francese che usufruisce di alcuni errori non forzati del numero 1 del mondo. Il serbo comincia a colpire incrociato facendo correre a tergicristallo il povero francese che piazza qualche bel rovescio vincente o passante ma rimane in balia del numero 1 che brekka subito Gasquet e va a servire per il 3 a 0. A questo punto, però, fa tutto il serbo, nel bene e nel male. Spreca due palle game e sbaglia dei colpi per lui abbastanza facili, regalando il controbreak insperato al francese che incassa e ringrazia.
Gasquet prende coraggio e ora è più deciso e meno incline a subire il gioco avversario. I suoi rovesci in slice mettono in difficoltà Djokovic che non trova il tempo sulla palla e commette una serie infinita di errori. Il francese comincia a capire su cosa insistere, dimostrando finalmente una maturità nel leggere la partita e una forza mentale che mai prima d’ora aveva palesato: 2-2.
Il gioco comincia a farsi spettacolare dopo una prima fase di studio. Il rovescio a una mano di Gasquet è sempre un bel vedere e produce dei lungolinea devastanti che lasciano Djokovic di sasso. Ma la varietà di colpi di Nole è superiore, così come il suo atletismo. La partita resta in equilibrio solo perché il serbo commette ben 8 errori nei primi 6 games e il rovescio di Gasquet è ispiratissimo. Tant’è che Djokovic comincia a insistere sul suo diritto, evitando il colpo più pericoloso del suo avversario. Tuttavia, ogni tanto se lo dimentica, permettendo a Gasquet di piazzare vincenti di rovescio che strappano applausi.
Il francese ora è gasatissimo e cerca di prendere il mano lo scambio. Sul 4-4 e dopo aver inflitto un passante incrociato di rovescio sullo 0-15 sbaglia lo smash che avrebbe potuto portarlo sullo 0-30. E invece 15-15, con il serbo che non concede altre opportunità e con altri tre punti consecutivi sale sul 5-4. Ma Gasquet non molla: continua a macinare vincenti di rovescio da far strabuzzare gli occhi e resta in scia. Esemplare il passante lungolinea che gli vale il 5-5 raccolto quasi dall’erba su una volée in contropiede del numero 1 del mondo.
Da par suo, Djokovic non trovando nello scambio grande sicurezza, a parte qualche colpo vincente, spinge di più sul servizio, che gli permette di guidare nel set. E si arriva così al tie break: Djokovic ha la possibilità di piazzare un minibreak al secondo punto ma quando deve salire a rete su un colpo che aveva buttato fuori campo il francese, decide di tornare sui suoi passi, sbagliando il successivo colpo da fondo. Riesce a prenderlo nel punto successivo, con un rovescio lungo dell’avversario. Ma immediatamente Nole ricambia il favore. Brutto tie break: 6 errori nei primi 6 punti.
Si va al cambio campo 4-2 per Djokovic. Gasquet comincia a fare qualche errore di troppo nel momento decisivo. Un invito a nozze per il numero uno del mondo che non ha certo bisogno di regali: 6-2 per il serbo che chiude il primo set alla prima delle 4 occasioni: 7-6 (7-2). Brutto segnale per il francese che ha giocato sicuramente meglio ma non ha portato a casa il parziale.
Com’era preventivabile, il francese, dopo aver avuto l’occasione, perde smalto all’inizio del secondo set. Tenta di resistere, sempre con le sue perle di rovescio ma Djokovic è troppo determinato e alla seconda palla break strappa il servizio all’avversario. Ora il serbo gioca con maggiore scioltezza e tira fuori dal cilindro dei passanti in corsa e in cross strettissimi con un gioco di polso comune a pochi altri colleghi. Gasquet è costretto ad annullare una palla break anche nel secondo game al servizio. Poi gli fa un favore il serbo che sbaglia un lungo linea facile e gli permette di mantenere il servizio: 2-1 per il serbo. Gasquet ha anche l’opportunità di rientrare nel set con due palle break consecutive, ma non le sfrutta, colpa della prima di servizio di Djokovic che mantiene il break di vantaggio fino alla fine del parziale. Richard ci prova, sul 5-4 sale 15-30 a due punti dal controbreak, complice anche un doppio fallo di Nole. Ma la speranza dura poco, il serbo non sbaglia più e sorpassa il francese chiudendo alla prima palla set: 6-4 per il numero uno del mondo che ora vede il traguardo vicino.
Ma a inizio terzo set, Novak si rilassa e concede qualche errore di troppo. Succede così che Gasquet si trova 1-0 e 0-30 sul servizio del serbo. E come spesso accade in queste situazioni, Djokovic si aggrappa al servizio, recuperando il gap, graziato anche da un back buttato a rete in avanzamento dal francese, e impattando sul 1-1. Il terzo game è il più combattuto: Djokovic ritorna con la testa in campo e per Gasquet non c’è nulla da fare. Con grande determinazione Nole prende il break e sale 2-1, avviandosi a vincere il match e a entrare in finale. Richard cerca di resistere e allungare la partita: sul 5-3 salva una palla match ma è solo questione di minuti. Djokovic chiude set e match con il game al servizio in poco più di due ore e mezza di gioco.
Finale: Djokovic b. Gasquet 7-6 (7-2), 6-4, 6-4