L’eredità di Wimbledon 2024, dalla A alla Zeta

Spain's Carlos Alcaraz holds the winner's trophy as he delivers a speech following his victory against Serbia's Novak Djokovic during their men's singles final tennis match on the fourteenth day of the 2024 Wimbledon Championships at The All England Lawn Tennis and Croquet Club in Wimbledon, southwest London, on July 14, 2024. Defending champion Alcaraz beat seven-time winner Novak Djokovic in a blockbuster final, with Alcaraz winning 6-2, 6-2, 7-6. (Photo by HENRY NICHOLLS / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE (Photo by HENRY NICHOLLS/AFP via Getty Images)

Con la vittoria di Carlos Alcaraz, Wimbledon è andato in archivio: ecco, in stretto ordine alfabetico, tutto ciò che ci ha lasciato in eredità l’edizione 2024 dello Slam londinese.

A come ATP: alcuni ritengono che dopo Wimbledon, Alcaraz sia il vero Numero Uno del Ranking. I numeri però dicono altro: Jannik è saldamente in vetta alla classifica ATP. I malpancisti se ne facciano una ragione

B come Berrettini: ha dimostrato che, sano, è ancora un Signor Tennista

C come Carlitos Alcaraz: al momento è fuori da ogni dubbio il più forte giocatore Slam su terra battuta e erba

D come Djokovic: forse ha capito che ormai l’uomo da battere non è più lui. Ma non si arrenderà, statene certi

E come erba: la superficie più bella del circuito su cui vedere giocare a tennis

F come Fabio Fognini: il tennista biondo ossigenato. Il suo tennis è sempre aria pura per gli amanti del virtuosismo tecnico

G come “Guuuuuuud Night!”: Novak il segno lo lascia sempre, dentro e fuori dal campo. Istrionico

H come Halle: Jannik ci ha vinto alla grande. Tuttavia erba e terra battuta non sono ancora le superfici Slam predilette dal nostro campione

I come infortunati: la lista è lunga. Hubi, Zverev, de Minaur. E pure io non mi sento tanto bene

LONDON, ENGLAND – JUNE 27: A view of Centre Court ahead of The Championships Wimbledon 2023 at All England Lawn Tennis and Croquet Club on June 27, 2023 in London, England. (Photo by Julian Finney/Getty Images)

J come Jasmine Paolini: ha perso la finale di Wimbledon, ma non il sorriso sul viso. Da amare per sempre

K come Kalinskaja: ormai è diventata pure lei una di famiglia, come il nostro caro Jannik.

L come Lorenzo: Musetti, naturalmente. Il Genio forse ha preso il sopravvento sulla Sregolatezza

M come Medvedev: prima i Fab4, poi i Big3, ora Jan e Carlitos. Per Daniil i guai non finiscono mai

N come Novotna: le lacrime di Krejcikova ci hanno riportato alla mente quella splendida e sfortunata giocatrice

O come Olimpiadi: e dopo Wimbledon, il torneo olimpico, una sorta di quinto Slam bisestile

P come “Peccato!”: tabellone squilibrato, sorteggi malefici ed infortuni a molti dei protagonisti, hanno reso l’edizione 2024 un filo d’erba meno appassionante di quanto avrebbe potuto essere in realtà

Q come quinto set: attualmente, il tallone d’Achille di Jannik Sinner

R come Rune: Wimbledon dimostra ancora una volta che Holger non è neppure lontanamente al livello di Jan e Carlitos

S come Sinner: molti lo criticano aspramente per la sconfitta con Medvedev. Follia pura, naturalmente. Il dolomitico è un vero fenomeno, senza se e senza ma

T come tweener: quello di Jan ai danni di Ben Shelton, magia che ha mandato in visibilio il pubblico londinese

U come US Open: Jan, se ci sei, batti un colpo e soprattutto Carlitos!

V come Vagnozzi… e Cahill: ragazzi, al quinto set zoppicante di Jan pensateci voi, mi raccomando!

W come Wimbledon: il torneo più bello dell’Universo, per distacco galattico

Y come “Yes, we can!”: nell’ordine, Berrettini, Sinner e Musetti, hanno dimostrato che il verde torneo di Wimbledon un giorno potrebbe tingersi finalmente d’azzurro

Z come Zverev: e pure questo Slam, lo ha vinto qualcun altro. Sascha lo meriterebbe davvero, prima o poi, di mettere in bacheca almeno un Major

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