Doveva essere il match che tutti aspettavamo. Ed invece è stato il monologo di un tennista maturo, capace di gestire la pressione di ritrovarsi l’assoluto favorito per vincere il torneo più importante del mondo, a casa sua e per la seconda volta. Andy Murray rimanda senza se e senza ma Nick Kyrgios all’esame più importante, nello scenario più suggestivo. L’estroso tennista australiano riesce a complicarsi la vita in una partita in cui il suo avversario ha sciorinato tattica e tecnica con rara sapienza. Facile dire “citofonare Lendl”: ma è proprio così. Back di rovescio, dritti lenti e profondi, smorzate. Un mix letale imbastito dallo scozzese per avere ragione del suo giovane avversario, e per mandarlo al manicomio (sportivamente parlando, forse). Il risultato di questa tattica è l’inizio di un monologo lungo e negativo di Kyrgios, una lamentela condita da scuotimenti di capo, rare urla, qualche improperio, ma essenzialmente dall’incapacità di gestire il suo talento e la pressione di un match del genere. Dovrà abituarsi se vuole abitare le parti alte della classifica, e farsi aiutare da un coach che possa arginarne l’estro.
A. Murray (2) d. N. Kyrgios (15) 7-5 6-1 6-4
Nel derby francese che avrebbe garantito un galletto ai quarti di finale di Wimbledon 2016 va in scena lo stiramento della schiena di Richard Gasquet. Dopo solo 5 games il talentuoso francese deve dare forfait. Ringrazia Jo-Wilfried Tsonga, che dopo la maratona con John Isner beneficia di un bye che gli permette di rifiatare in chiave quarti di finale contro Andy Murray: senza dubbio il quarto di finale più intrigante del lotto.
J-W. Tsonga (12) d. R. Gasquet (7) 4-2 rit.
Chi invece dà uno scossone notevole al tabellone è l’altro francese, quel Lucas Pouille che abbiamo visto al Foro Italico recitare la parte del miracolato. Qui, nel Tempio del tennis, riscatta ogni voce circa la sua fortuna e sconfigge al fotofinish Bernard Tomic, contro pronostico. Una partita sempre in bilico, con la concentrazione di Tomic a farla da padrone e a determinare l’andamento del punteggio: assente all’inizio, poi a corrente alternata fino al quinto equilibratissimo set, quando sembrava che il francese stesse per cedere da un momento all’altro, mentre accadeva invece che fosse proprio il servizio dell’australiano a venire meno, aprendo la strada al break decisivo al 18esimo game. Pouille ai quarti di finale e proiettato verso la top 20 atp: se non è sorpresa questa…
L. Pouille (32) d. B. Tomic (19) 6-4 3-6 6-4 4-6 10-8
Altro quinto set di giornata e grande rimonta di Milos Raonic contro un ispirato David Goffin. Il belga è protagonista assoluto del match nei primi due set: servizio preciso e ficcante, risposta costante anche contro le bordate di servizio del canadese, buona mano nelle (rare) discese a rete. Sembrava un match segnato fino all’interruzione per pioggia, quando complice, ancora una volta Giove Pluvio, Raonic raccoglie le idee, torna in campo più tranquillo, si concetra sul servizio e riprende a martellare, verticalizzando molto nei rari scambi e cercando la rete con maggiore frequenza (saranno 20 le sue discese a rete alle fine del match). Goffin accusava il ritorno del suo avversario e soprattutto il contraccolpo psicologico di dover ricominciare a tessere trame tattiche per chiudere il match: aumentavano così gli errori gratuiti, le risposte appena accennate e la pressione, mentre Raonic randellava al servizio e con due passanti di rovescio conquistava il break decisivo al sesto gioco del quinto set, infilando il terzo 6-4 di fila.
M. Raonic (6) d. D. Goffin (11) 4-6 3-6 6-4 6-4 6-4
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