Jannik Sinner è il Numero Uno al mondo, al centro dell’attenzione mediatica, e ben consci di come gli ascolti televisivi serali siano quelli più alti, gli organizzatori dello Slam londinese programmano volentieri nel tardo pomeriggio gli incontri dell’azzurro.
E così, dopo la partita quasi in notturna con Matteo Berrettini, anche oggi molto probabilmente il nostro Jannik dovrà fare assai tardi con il serbo Miomir Kecmanovic. Infatti il nostro fenomeno dolomitico scenderà in campo sul Centre Court dopo i match Carlos Alcaraz-Frances Tiafoe, appena conclusosi con la vittoria dello spagnolo dopo 4 ore di battaglia, ed Emma Raducanu-Maria Sakkari.
Tutto bello, tutto regolare se non ci fosse il rischio che l’incontro di Jan venga sospeso e rimandato addirittura a domani. Infatti a Wimbledon, sul Campo Centrale e sul Campo numero 1, sebbene siano entrambi dotati di tetto retrattile, non si può giocare ad oltranza fino a notte fonda.
Il tetto effettivamente è stata la manna dal Cielo per Wimbledon, che a causa del maltempo ha vissuto in passato tante edizioni condizionate dalla pioggia, con la disputa della finale maschile addirittura al lunedì.
Tuttavia vige una regola ferrea che stabilisce una sorta di coprifuoco, a partire dalle 23 locali, quando da noi in Italia è mezzanotte. Infatti a differenza dell’Australian Open, del Roland Garros e degli US Open ai Championships, pubblico e giocatori a mezzanotte italiana in punto, come tante belle Cenerentole, devono tornarsene a casa.
Il limite orario delle 23 è una regola precisa frutto di un accordo tra gli organizzatori e i residenti di Wimbledon: se una partita a quell’ora è ancora in corso di svolgimento, viene interrotta, per essere ripresa poi il giorno seguente.
Dunque alle 23 inglesi, il Big Ben dice stop, come spiegano gli organizzatori di Wimbledon: “Il coprifuoco alle 23:00 è una condizione di pianificazione applicata per bilanciare la considerazione dei residenti locali con la portata di un evento internazionale di tennis che si svolge in un’area residenziale”.
In pratica, gli abitanti di Wimbledon non vogliamo baraonda dopo una certa ora, e onestamente non si può dargli del tutto torto: chi abita vicino ad uno stadio qualsiasi sa di che parlo.
E dunque se l’incontro femminile andrà troppo per le lunghe e l’italiano non sbrigherà la pratica Kecmanovic rapidamente, il rischio di saltare il giorno di riposo per concludere domani il match interrotto è decisamente concreto.