Un italiano a Londra

Un’idea per l’anno prossimo: perché non andare a vedere le qualificazioni di Wimbledon? Di Valerio Bianchi

Assistere al torneo di Wimbledon dal vivo è senz’altro in cima alla lista dei desideri di ogni appassionato di tennis. Riuscirci richiede un po’ di soldi e tanto impegno: i biglietti per i campi principali vanno in vendita mesi prima e finiscono sold-out nel giro di minuti, mentre se ci si accontenta dell’accesso ai campi secondari è sufficiente recarsi sul posto la mattina stessa e fare una fila che può durare più di cinque ore. Probabilmente a fine giornata la conclusione sarà che ne sarà valsa la pena; per chi però cerca un’esperienza meno impegnativa – al prezzo, sia chiaro, di scordarsi dei top players – il biglietto per le qualificazioni ai Championships può essere un’ottima idea.

Il costo è molto contenuto (10 sterline) e la fila all’ingresso è quasi inesistente. Arrivati alla stazione di Barnes, la più vicina all’impianto (che non è lo storico All England Tennis Club, dove si disputa il torneo vero e proprio, bensì il Bank of England Sports Centre), troverete un piacevole sentiero alberato da percorrere e le indicazioni per i campi, che distano circa 25 minuti a piedi; d’altra parte, la mancanza di parcheggio rende fortemente sconsigliabile recarvisi in macchina. Tuttavia, la passeggiata è resa suggestiva dal fatto di avere come compagni di viaggio altri appassionati provenienti da tutto il mondo, ben disposti a fare due passi per gustarsi il torneo con più storia e fascino di questo sport.

Indicazioni per i campi delle qualificazioni di Wimbledon

Dopo aver superato il controllo biglietto, ci si trova davanti a una distesa di campi da tennis in erba, che per la maggior parte di noi italiani è una visione inedita. Chi volesse togliersi lo sfizio di fare due scambi su questa superficie non dovrà necessariamente qualificarsi per il torneo: ci sono infatti diversi campi di minitennis a disposizione degli spettatori. Ma ovviamente lo spettacolo è dato dai campi da tennis veri, ben 18 quelli su cui si gioca, a costituire una struttura incredibile che potrebbe facilmente ospitare un 1000. A patto di installare delle tribune su tutti i campi: per le qualificazioni, infatti, ci sono posti a sedere solo su quelli principali, mentre in tutti gli altri si assiste in piedi alle partite.

Campi di minitennis per gli spettatori

Ma la vera ragione per cui andare alle qualificazioni di Wimbledon è un’esperienza da non perdersi sta proprio qui: su molti campi sarete gli unici spettatori oltre ai coach dei due giocatori, sarete al loro fianco e potrete sentire dal vivo come commentano la partita (e a bassa voce, anche se non si potrebbe, come danno qualche indicazione al proprio atleta…), così da fare bella figura con i commenti tecnici quando vi ritroverete a guardare la finale sul divano col vostro amico 4.6. E ancor meglio, prima e dopo le partite vi capiterà di imbattervi in tennisti e tenniste che si riscaldano, si muovono tra i campi, o… mangiano qualcosa: il players’ restaurant è difatti affiancato al bar per i tifosi, ed i tavoli sono in comune. Se siete dei veri appassionati e conoscete a memoria i giocatori dalla 100esima alla 200esima posizione nel ranking, è il vostro momento di stringere la mano o fare una foto coi vostri preferiti: da questo punto di vista, l’atmosfera è davvero unica.

La non-assegnazione di punti validi per il ranking a Wimbledon quest’anno non ha pesato sul campo di partecipazione, ed infatti più di un tennista presente alle qualificazioni si è detto sorpreso del basso numero di rinunce tra i giocatori classificati più in alto: evidentemente per molti la speranza, disattesa, era quella di entrare per la prima volta nel tabellone principale di uno Slam, con tutto ciò che questo comporta (in termini soprattutto di prize money, che quest’anno ha fatto segnare il record per questa competizione ed è probabilmente la ragione principale dietro al basso numero di forfait). D’altra parte, in qualche caso abbiamo avuto l’impressione che qualcuno sia venuto a Londra con l’idea di ritirare l’assegno per la partecipazione e poco altro, anche se è ovviamente difficile giudicare da fuori l’effettivo impegno messo in campo. 

Parlando di tennis giocato, lunedì si è svolto il primo turno delle tabellone di qualificazione maschile. Giornata ad esiti alterni per i colori italiani, che chiudono con un bilancio di 6 vittorie e 10 sconfitte. Preventivabili gli insuccessi di Giustino e Marcora contro gli esperti Kukushkin e Albot, tennisti temibili sul veloce; più deludenti le sconfitte, entrambe in due set, dei favoriti Travaglia e Cobolli, rispettivamente contro i sudamericani Menezes e Kicker, entrambi apparsi piuttosto scarichi rispetto ai loro standard. Sconfitte in due set anche per Fabbiano (contro il giovane Fery, promettente tennista locale), Agamenone (che lotta in entrambi i parziali ma alla fine cede al tedesco Stebe) e Giannessi (per mano del francese Grenier). Si sono resi invece protagonisti di battaglie perse solo al terzo set i giovani Arnaldi e Zeppieri, entrambi alla prima esperienza sul verde tra i professionisti e capaci di lottare fino all’ultimo punto rispettivamente con Borges, portoghese amante della terra battuta ma con una buona attitudine alla superficie (una settimana fa ha eliminato Thompson e lottato quasi alla pari con il nostro Seppi), e il tedesco Masur, già rodato sull’erba in stagione dopo gli ottavi al Challenger di Ilkley. 

Ci sono però stati anche dei bei successi: il primo in ordine cronologico è stato quello del siciliano Salvatore Caruso, capace di rimontare l’iniziale svantaggio di un set al ceco Horansky, il cui tennis offensivo ma povero di attacchi a rete è stato punito dalla prestazione estremamente solida, specialmente negli ultimi due parziali, del nostro. A seguire bella vittoria in due set di Pellegrino sul croato Serdarusic in uno scontro tra due amanti del rosso, di Gaio sempre 2-0 sul giapponese Sugita, e in tre parziali di Vavassori sull’americano Klahn. Vince da favorito anche Andreas Seppi, che lascia un set al bosniaco Basic ma si impone nettamente negli altri lasciando solo due games all’avversario. Infine, in una delle ultime partite di giornata, il derby italico ArnaboldiBonadio ha visto il secondo vincere in rimonta 4-6, 7-6, 7-5 al termine di una bella battaglia all’ultimo punto.

Salvatore Caruso in azione alle qualificazioni per Wimbledon 2022

Le partite con miglior cornice di pubblico, ovviamente, sono state quelle in cui in campo c’era un britannico – ed erano diverse, visto che prevedibilmente le wild card per le qualificazioni sono state assegnate a giovani locali. Abbiamo detto del promettente 2002 Arthur Fery, che si è imposto in due set su Fabbiano, e l’unico a fargli compagnia è stato il 2000 McHugh che ha superato la non insormontabile opposizione del cileno Lama. Segnaliamo in particolare l’ottima prova del 2002 Felix Gill, superato 2-1 nell’ultimo match di giornata dall’ostico portoghese Elias, ma il giovane mancino britannico ha fatto vedere ottime cose e soprattutto uno schema servizio-dritto (a dispetto della statura non imponente) che negli anni a venire gli garantirà probabilmente un posto nel tabellone principale di Wimbledon.

Che siate interessati solo agli italiani o a scovare le giovani promesse del futuro, comunque, un biglietto per le qualificazioni di Wimbledon è sicuramente una buona idea. Peraltro, oltre al basso prezzo del ticket, anche mangiare e bere in loco non è eccessivamente costoso (per dare un’idea: un hamburger 8 sterline, una Coca-Cola 2 sterline) anche se il consiglio è di prepararsi un nome inglese – possibilmente corto – da dare alla cassa per non incorrere in incomprensioni (il mio era apparentemente troppo difficile e così ho ripiegato su un semplice Mike). E soprattutto, poter mangiare e bere in mezzo ai tennisti che siete abituati a guardare in tv non ha prezzo: alla fine è questo il senso di una giornata così, sentirsi come al proprio circolo, ma circondato da campioni.

Valerio Bianchi

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