Wimbledon 2010: la partita fantasma

La 124esima edizione dei Championships è stata una delle più incredibili di sempre. Senza nulla togliere agli altri protagonisti, il merito non può che essere di John Isner e Nicolas Mahut, i quali – sul celebre campo 18 – hanno dato vita al match più lungo della storia del tennis, terminato con il punteggio di 70-68 in favore dell’americano. Un momento storico, irripetibile e che resterà per sempre nella mente di molti appassionati. Forse non è un caso che tutto ciò abbia avuto luogo in un tempio sacro come Wimbledon.  Ogni medaglia, però, ha il suo rovescio e in virtù della vittoria ai danni di Mahut, il gigante di Greensboro si è guadagnato l’accesso al secondo turno, dove ad attenderlo c’era l’olandese De Bakker.

Ovviamente nessuno credeva che Isner avrebbe mai potuto vincere anche quell’altro match, al massimo si ipotizzava un ritiro. E invece quel match si è giocato – vinto, come da pronostico, in tre comodi set da De Bakker – ed ha offerto un paio di spunti interessanti in termini di statistiche. Sui prati di Church Road, quel giorno, Isner ha infatti subito l’unico 6-0 nell’arco della sua carriera, su ben 701 match disputati, ma soprattutto ha concluso l’incontro senza mettere a segno neppure un ace, dopo averne scagliati 113 nel turno precedente. Il punteggio finale in favore di De Bakker è stato di 6-0 6-3 6-2 ma ciò non ha reso la sconfitta particolarmente amara per un esausto Isner, consapevole di aver messo la propria firma negli annali del tennis.

Fonte statistiche – Twitter: @OnlyRogerCanFly

Antonio Sepe

Sono nato tre giorni dopo Jannik Sinner. Il talento, però, l'aveva già preso tutto lui. Guardo il primo turno di un Atp 250 con lo stesso entusiasmo di una finale di Wimbledon.

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Antonio Sepe

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