La cronaca della semifinale tra John Isner e Kevin Anderson:
PRIMO SET – Il tennista americano ha avuto un impatto con la gara positivo. Oltre ad ottenere il solito rendimento elevato al servizio, di frequente ha insidiato il proprio avversario alla battuta, attraverso l’esecuzione di risposte giocate d’anticipo e di notevole precisione. Nel corso degli scambi, per di più, ha compiuto continue accelerazioni di diritto, che si sono dimostrate incontenibili dal parte di Anderson. Di contro, il sudafricano ha tentennato in diversi aspetti del gioco, soprattutto alla battuta, dove non ha trovato un’adeguata regolarità. Dalla metà del parziale in poi, tuttavia, l’incontro ha cambiato tenore: Isner ha perso un po’ di brillantezza all’interno dei game di battuta, consentendo ad Anderson di entrare negli scambi con maggiore consistenza. Alla fine, peraltro, nessuno dei due ha ceduto il break e la frazione si è decisa al tie break: Anderson ha trovato l’allungo decisivo dopo una lunga fase di equilibrio, imponendosi per 8-6.
SECONDO SET – Il secondo parziale è trascorso rapidamente e si è distinto per l’inscalfibilità di entrambi al servizio nonché per la velocità con cui si sono svolti i pochi scambi che ci sono stati. L’esito del parziale, prevedibilmente, è stato rimesso ancora una volta al tie break: lo statunitense è partito con piglio aggressivo, tanto da realizzare ben cinque punti consecutivamente e, nonostante la reazione del sudafricano, ha fatto proprio il set per 7-3.
TERZO SET – Entrambi hanno continuato ad evidenziare un profitto al servizio elevato, di conseguenza sono nate sporadiche situazioni di gioco in cui i due si sono misurati in veri e propri duelli. L’equilibrio si è comunque rotto all’ottavo game, quando Isner, a seguito di una gestione poca attenta del servizio, ha ceduto il primo break della gara. Anderson si è così portato sul punteggio di 5-3, con la possibilità di servire per il set. Ma anche lui ha amministrato il turno di battuta senza la dovuta concentrazione, finendo per consegnare il contro break. La frazione si è infine decisa al tie break, all’interno del quale ha regnato l’equilibrio ben oltre il consueto punteggio di chiusura. Ad oltranza è stato l’americano a trovare lo spunto determinante, raggiungendo lo score di 11-9.
QUARTO SET – I primi giochi della frazione hanno avuto uno svolgimento bilanciato. Al quinto gioco, peraltro, il tennista americano ha subito la rimonta dell’avversario dopo aver raggiunto il punteggio favorevole di 40-15: Anderson ha realizzato una serie di pregevoli passanti di risposta alle improvvide discese a rete di Isner, riuscendo ad aggiudicarsi il break. Ma, come è accaduto nel parziale precedente, il sudafricano non ha saputo consolidare il vantaggio, cedendo a sua volta il contro break. A quel punto i due giocatori hanno perso parte dello smalto che li aveva caratterizzati fino ad allora, in particolare al servizio, dando vita ad una sfida meno monotona sotto il profilo del gioco. L’americano ha ceduto nuovamente il servizio al nono game, permettendo ad Anderson di conseguire la vittoria del parziale conservando il turno di servizio seguente, con il punteggio di 6-4.
QUINTO SET – I due giocatori hanno fatto valere una condizione psicofisica davvero straordinaria nonché una rinnovata efficienza al servizio nel corso del parziale decisivo, che gli ha permesso di confrontarsi con la medesima intensità dei parziali precedenti. La partita è proseguita oltre i limiti tradizionali di una sfida tennistica e soltanto al termine di una lunga maratona si sono decisi il set e la partita, addirittura al 50esimo game, quando Isner ha consegnato il break con cui Anderson ha potuto allungare in maniera determinante nel punteggio e realizzare il game di battuta con cui si è guadagnato l’ingresso in finale.
Il punteggio:
[8]K.Anderson b. [9]J.Isner 7-6(6) 6-7(3) 6-7(9) 6-4 26-24