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Wimbledon, Davidovich e Liu campioni in erba

Non sempre è indicativo, anzi, ma cominciate a segnarvi questi nomi: Alejandro Davidovich Fokina e Claire Liu. Sono loro i campioni di Wimbledon Juniores 2017.

LUI – Nato nel 1999 a Malaga ma di origine russa, era testa di serie numero 8 del torneo e in finale ha battuto l’argentino Geller col punteggio di 7-6(2) 6-3. Destrorso, Davidovich non è dotato di un fisico eccezionale ma è capace di un tennis vario e votato all’attacco. Quest’anno è stato semifinalista al Roland Garros junior mentre a Londra si è allenato con Dominic Thiem. «Questa è la cattedrale del tennis – ha detto Davidovich dopo il trionfo – vincere qui per uno spagnolo non è così il comune (è il primo dopo Manolo Orantes nel 1967, ndr). Sono davvero felice».

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LEI – Nata in California il 25 maggio 2000, in finale si è aggiudicata il derby con la connazionale Anne Li, regolata 6-2 5-7 6-2 dopo un’ora e 47 minuti. La Liu aveva già nel palmarès il titolo junior di doppio a Wimbledon, conquistato nel 2016, mentre solo un mese fa era stata finalista al Roland Garros. Destrimane anche lei, si allena allo StubHub Center (Los Angeles), la stessa struttura utilizzata da Sam Querrey, semifinalista quest’anno nel torneo senior. «E’ straordinario, continuo a sorridere tutto il tempo, è un sogno che si avvera» ha detto l’americana che intanto ha portato il suo best ranking al numero 281 dopo i titoli Itf a Napoli e Caserta.

SOGNI DI GLORIA – Difficile ora per i due giovani campioni non pensare al torneo dei grandi, anche se molto spesso il salto verso il torneo senior si è dimostrato impraticabile. Tra gli uomini l’accoppiata junior-pro a Wimbledon è riuscita solo a quattro: Borg, Edberg, Cash e Roger Federer. Nomi da brividi e solo lo svizzero capace di riuscirci negli ultimi 20 anni. Tra le donne il doppio successo sull’erba più prestigiosa del mondo è stato realizzato soltanto da due tenniste: Amelie Mauresmo (1996 e 2006) e Martina Hingis (1994 e 1997). Un’impresa difficile certo, ma sognare non costa nulla.

Marco Castro

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