In una delle edizioni più sorprendenti del torneo di Wimbledon, il più importante al mondo, continua il sogno di Andy Murray di portare a casa il secondo titolo ai Championships, dopo quello del 2013 che lo aveva coronato come grandissimo campione e come idolo della Gran Bretagna. Lo scozzese, diventato l’uomo da battere dopo l’uscita di scena del numero 1 del mondo Novak Djokovic, ha dimostrato nuovamente tutta la sua solidità e concentrazione nella seconda semifinale della giornata, nella quale era opposto all’eterno secondo Tomas Berdych. Una prestazione concreta, sia da fondo campo che al servizio, ha permesso al 2 volte campione Slam di schiacciare tutte le resistenze del ceco, che ha rispettato ancora una volta il suo ruolo di ottimo tennista che, di fronte ai migliori, subisce la pressione e la personalità dei rivali, sciogliendosi sul più bello.
MURRAY PARTE BENE- La partenza del ragazzo di Glasgow è implacabile: Andy tiene agevolmente il primo turno si servizio e nel secondo gioco ottiene già una chance di strappare il servizio. Berdych, al contrario, fatica a trovare il ritmo, e infatti con un gravissimo doppio fallo concede il break in apertura, cominciando il match con un pesantissimo svantaggio. Nel momento di allungare però anche Murray si fa sorprendere dall’aggressività del ceco, che giustamente prova a prendersi i punti a rete e a spezzare il ritmo insostenibile del numero 2 del mondo; la tattica si rivela vincente, e frutta un immediato contro-break. Da questo momento si segue l’ordine dei servizi fino all’ottavo gioco, quando lo scozzese cambia ancora marcia e trova la svolta decisiva, chiudendo poi con la battuta il primo parziale con il punteggio di 6-3.
ANDY CONTINUA A MARTELLARE, TOMAS LOTTA MA SI ARRENDE- Il copione non cambia nella seconda frazione. Murray continua imperterrito a martellare da fondo campo e con il servizio. mentre Berdych non riesce a trovare il miglior rendimento con il servizio e si ritrova in più frangenti in difficoltà. E infatti già sul 2 pari il ceco deve fronteggiare una palla break, riuscendo in qualche modo a salvarsi. Poco dopo il numero 2 subisce il primo passaggio a vuoto, ma a sua volta salva due occasioni per il suo rivale di togliere la battuta e si mantiene attaccato al punteggio. A questo punto, ancora una volta lo scozzese alza notevolmente il livello nei momenti caldi e tira fuori il meglio dal suo tennis, mette a segno due break consecutivi e si impone con un altro 6-3.
Da questo momento vi è un monologo di Andy. La distanza a livello mentale tra i due si allarga sempre di più, mentre Berdych non trova le forze per reagire. Il break arriva inesorabilmente nel quarto game, e Murray difende senza problemi il suo vantaggio senza alcuna difficoltà, chiudendo il match con un dritto cui il suo avversario non riesce a rispondere.
LA TERZA FINALE A WIMBLEDON, L’UNDICESIMA NEGLI SLAM- Quella di Domenica per Murray sarà la terza finale in carriera ai Championships, dopo quella persa nel 2012 contro Federer e quella vinta nel 2013, e l’undicesima nei tornei dello Slam. Inutile dire che sarà una ghiottissima chance per conquistare il terzo titolo Major in carriera: di fronte a lui, infatti, ci sarà Milos Raonic, già battuto in finale al Queen’s e contro cui è in vantaggio negli scontri diretti.