Questa edizione di Wimbledon ha visto la caduta dei più grandi favoriti. Uno dopo l’altro, Stan Wawrinka, Rafael Nadal, Novak Djokovic e Andy Murray sono usciti anzitempo dal torneo, lasciando spazio a imprevedibili outsider. Solo lui, Roger Federer, ha rispettato i pronostici iniziali, superando tutti gli avversari senza mai rischiare davvero e senza mai perdere un set, per la terza volta, dopo le straordinarie edizioni del 2006 e del 2008. È successo anche nella semifinale di oggi, dove l’elvetico è riuscito ad avere ragione di Tomas Berdych, particolarmente centrato nei primi due set, battendolo 7-6(4) 7-6(4) 6-4 dopo circa 2 ore e 18 minuti di partita. Domenica così sarà l’elvetico, 36 anni il prossimo agosto, a giocarsi la sua 29esima finale Slam, l’undicesima a Wimbledon contro il croato Marin Cilic, esecutore di Sam Querrey, per provare a ottenere il suo ottavo titolo sui verdi prati dell’All England Club (e il 19esimo Major in carriera). Lo svizzero, per chi non lo sapesse, è il secondo tennista più anziano della storia a conquistare la finale dello Slam erbivoro, secondo solo alla leggenda australiana Ken Rosewall – presente nelle tribune – che la raggiunse a 39 anni.
Il 31enne ceco è partito determinato e per oltre un’ora di match ha probabilmente mostrato il miglior tennis degli ultimi anni. D’altronde, Tomas sapeva come battere Roger negli appuntamenti importanti, avendolo sconfitto in semifinale a Wimbledon nel 2010 e agli Us Open nel 2012. Questa volta però si è trattato di un altro Federer, ottimo al servizio ed efficacissimo in risposta, pronto ad aggredire e spiazzare il n. 15 al mondo con splendide geometrie che lo hanno spesso allontanato dal rettangolo di gioco, per poi chiudere con prodezze a rete. Forse staremmo parlando di un’altra partita se Berdych, che ha giocato perfettamente alla pari i primi due set, non fosse stato meno falloso durante il tie-break, dove comunque l’elvetico gli ha lasciato ben poche occasioni.
Il primo set parte molto equilibrato, con game lunghi e lottati. All’inizio è Roger a strappare il break nel sesto gioco, che lo portano avanti 4 a 2. Il ceco però, grazie a palle steccate dallo svizzero, riesce a recuperare subito il break e risalire 4 pari, per poi volare sul 5 a 4. Roger tiene la battuta a 0 e il parziale si risolve al tiebreak. Qui Roger è più centrato: prima sale 3 a 1, poi 4 a 3, per poi chiudere 7 a 4 senza particolari problemi.
Nel secondo set Berdych cerca di essere più propositivo, aggredendo dal fondo e spingendosi spesso a rete. Roger però si salva nei momenti più problematici grazie al servizio, soprattutto nel quinto gioco, quando si era trovato sotto 0-30. Anche questo parziale si chiude al tiebreak, dove Federer prende subito il largo e vola 5 a 1. Berdych conquista un minibreak, ma Roger è troppo distante: il parziale finisce 7 a 4, come nel primo set.
La parte saliente del match finisce qui: con Federer avanti 2 a 0, ormai è chiaro a tutti, in primis a Berdych, che sarebbe dovuto capitare una sorta di miracolo per rigirare la partita. Ad ogni modo il ceco non molla e nel quinto gioco ha due possibilità per salire 4 a 2, ma Federer le annulla con un servizio vincente e un ace. Poco dopo l’occasione di break arriva per lo svizzero, che la sfrutta subito, prendendo poi il largo sul 5 a 3 e chiudendo la partita 6-4 dopo due ore e 18 minuti di match.
Tra Roger e l’ottavo titolo c’è ora il croato Marin Cilic, campione agli Us Open 2014. Sebbene Cilic non sia mai stato un giocatore di primissima fascia, ha più volte dimostrato di avere un tennis quasi inarrestabile nei momenti di grazia, come è accaduto proprio a New York tre anni fa e come è accaduto fino allo splendido match di oggi, nel quale ha avuto ragione dello statunitense Sam Querrey, esecutore di Andy Murray. I precedenti recitano 6 a 1 in favore dello svizzero, che ha trionfato in quattro set nei quarti finale di Wimbledon 2016. L’unica vittoria di Cilic, in tre set netti, risale proprio alla semifinale degli Us Open 2014, dove avrebbe vinto il suo primo Slam battendo nell’ultimo atto Kei Nishikori.
Wimbledon – Semifinali
[3] R.Federer b. [11] T.Berdych 7-6(4) 7-6(4) 6-4
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un po’di inesattezze.. la prestazione di Federer non è stata splendida, solo normale, è che la sua normalitá basta per battere il miglior Berdych. Anche con Raonic non è sembrato impeccabile. E’pur vero che nonostante tutto non ha ancora perso un set. Ma se Cilic trova la giornata degli Us Open 2014 Roger potrebbe anche rischiare se il raffreddore non gli darà tregua. Poi Wawrinka non è un favorito a Wimbledon, non ne ha mai imbroccata mezza. Infine partita molto piú lunga dei 100 minuti menzionati, ha abbondantemente superato le 2 ore