Domani, o al massimo giovedì, si dovrebbe conoscere la sanzione inflitta a Maria Sharapova, trovata positiva al meldonium, una sostanza ritenuta dopante dalla Wada, lo scorso febbraio. La campionessa siberiana aveva annunciato personalmente la notizia tramite una conferenza stampa.
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L’ACCUSA DI GLEBOV – Secondo alcuni media russi, però, potrebbe esserci un’altra tennista di ottimo livello trovata positiva all’antidoping: la tennista uzbeka naturalizzata statunitense Varvara Lepchenko, 29 anni e n. 69 del mondo, ma con un best-ranking al 19esimo posto raggiunto nel 2012. A diffondere la notizia, come scrive il portale Oktennis, sarebbe stato un fisioterapista russo, che ha lavorato con diversi grandi atleti connazionali, Anatoly Glebov. Secondo Glebov, a differenza di altri sportivi, la scoperta della positività di Lepchenko non sarebbe stata resa pubblica: l’Itf avrebbe sospeso la giocatrice per due mesi, insomma un silent ban.
DUE PESI E DUE MISURE? – Varvara quest’anno ha giocato a Brisbane, agli Australian Open, a Dubai e a Doha; poi si è fermata tre mesi ed è rientrata a Roma, dove ha disputato le qualificazioni. Secondo Glebov, proprio quei tre mesi di assenza sarebbero coincisi con il periodo di sospensione forzata. Il fisioterapista ha quindi accusato l’Itf, che ha sede a Londra, di avere un trattamento più favorevole nei riguardi di un’atleta statunitense rispetto a una russa, cioè Maria Sharapova, che comunque vive da molti anni negli Stati Uniti. Le indiscrezioni naturalmente non sono confermate.