A 48 ore dalla sua quinta elezione consecutiva, il Presidente della FIT ha concesso un’intervista al sito della Federtennis. Ecco l’estratto dei temi più interessanti.
Assenza di avversari nella corsa alla presidenza – «Onestamente credo che (Massimo Rossi, possibile candidato ndr) non abbia lo spessore dal punto di vista sportivo per essere un avversario credibile per il gruppo che io rappresento. Si candida strumentalmente senza avere un sostegno».
Le mail dalla segreteria – Durante la campagna elettorale, una mail della segreteria ha sollecitato i vari club, che non avrebbero potuto essere presenti, a «consegnare le deleghe». «Ovviamente non ne sapevo nulla e non avrei mai autorizzato un’operazione del genere. Chi lo ha fatto ha agito a titolo personale. Diciamo che si poteva evitare, ma a livello assoluto non c’era niente di illecito».
Non oltre i due mandati – Poi, gli viene ricordato che in un discorso a Fiuggi promise che avrebbe fatto soltanto due mandati. «Fu un principio espresso da chi stava entrando in una struttura che ancora non conosceva e che pensava di riformare velocemente. La risposta sta nei grafici che abbiamo presentato in assemblea. Se li osservate, vi accorgerete che i risultati non sono arrivati subito, nel primo quadriennio. La situazione era talmente complicata che abbiamo dovuto occuparci soprattutto di fare pulizia. Quella di Fiuggi fu un’affermazione di principio, condivisibile, di uno che non conosce la situazione. Inoltre non avevo ancora capito bene le implicazioni di una carriera dirigenziale a livello sportivo».
I critici – Tra gli addetti ai lavori si vocifera che «la gente ha paura a mettersi contro Binaghi, ha paura delle possibili ritorsioni… La risposta è semplicissima: abbiamo riscontrato frequentemente una preoccupante coincidenza tra quelli che si scagliati contro i nostri progetti di riforma e chi ha distratto fondi dalle casse della FIT. Ci sono delle regole: se uno è a posto può fare tutto il casino che vuole perché ha tutte le garanzie del mondo, non solo dai nostri organi di giustizia, ma anche dal Collegio di Garanzia del CONI, persino dal TAR..il nostro sistema è iper-garantista. La verità è che siamo stati oggetto di strumentalizzazioni assurde».
Le trasferte dei dirigenti e gli investimenti – «I nostri dirigenti dovrebbero viaggiare molto di più: se lo facessero, riusciremmo ad avere una Federazione più forte e ricca. C’è un evidente interesse strumentale nel far credere che sprechiamo i soldi. Chi dice queste cose non ha capito la nostra problematica attuale: trovare idee valide su come spendere in modo produttivo i soldi che siamo riusciti ad avere a disposizione. Altro dire che bisogna tagliare la televisione per investire i soldi da un’altra parte…».
2 comments
Insopportabile.
Siamo molto duca conte Semenzara anche in questo …un provincialismo assoluto