Circus Nostradamus presenta: i vincitori degli Us Open 2015

Visto che non ce le siamo mai mandate a dire, inseparabili fratelli Circusiani, diciamoci pure questa: chi di noi sente l'insopprimibile desiderio di Us Open? NESSUNO. Vi risparmiamo così la fatica, annunciandovi anzi tempo i vincitori dello Slam newyorkese.

Visto che non ce le siamo mai mandate a dire, inseparabili fratelli Circusiani, diciamoci pure questa: chi di noi sente l’insopprimibile desiderio di Us Open? NESSUNO.

Il pacchianissimo Slam americano giunge al termine di una stagione sfibrante, sia per i protagonisti del circuito che per noi, indefessi stalker tennistici dalle chiappe sempre troppo pesanti.
Tutti gli incontri più polposi andranno in scena notte tempo, quando noi saremo impegnati a seguire gli ultimi porno soft estivi con Lino Banfi su Rete 4.

Per queste ragioni, oltre che per il lautissimo compenso garantitoci per la vergatura di queste quattro fregnacce, vogliamo sgravarvi da ogni tipo di obbligo tennistico, anticipandovi l’esito della rassegna statunitense punto per punto.

Come già accaduto in occasione dei Championships, procederemo didascalicamente, esaminando il percorso dei principali pretendenti al successo accompagnandovi, passo dopo passo, fino alla rivelazione finale.

TABELLONE MASCHILE

NOVAK DJOKOVIC
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Il numero 1 meno amato della storia è atteso da un percorso gravido di psicodrammi ed intemperie emotive.
La passione di Nole avrà luogo fin dal primo turno, quando al suo cospetto si presenterà Joao Souza. L’infame carioca, conosciuto da tutti gli appassionati come “il tipo che ha un nome uguale a Joao Sousa” darà vita ad uno dei momenti più lacrimogeni di tutta la rassegna newyorchese. Il brasiliano infatti soffre di una terribile ed incurabile malformazione genetica: la Cementopatia. Questo infido male oscuro impedisce a Joao non solo di giocare sul cemento, ma persino di camminarvici sopra. Per questa ragione il brasiliano verrà paracadutato sull’Artur Ashe appena un paio di minuti prima dell’inizio del match, per poi essere immediatamente prelevato a conclusione dello stesso. Djokovic, mosso a compassione da cotanto travaglio, eviterà qualsiasi forma di accanimento nei confronti del derelitto rivale, incaricandosi di pagare personalmente il loculo del trapassante accattone sudamericano.

Dopo questa spremuta di emozioni Nole potrà beneficiare di un secondo turno meno affliggente. Il serbo regolerà con maestosa alterigia Vasek Pospisil, reduce da un inspiegabile quarto di finale a Wimbledon, per effetto del quale si è guadagnato il diritto di campare di rendita per il resto dei suoi giorni. Il terzo turno fungerà da decisivo spartiacque per il glutinofobo serbo. Djokovic dovrà misurare le proprie ambizioni affrontando lo spauracchio di tutti i candidati alla vittoria di uno Slam: Andreas Seppi.

L’uraganico altoatesino, nel corso del 2015, si è preso la briga di maciullare Re Roger agli Australian Open, oltre ad aver procurato un serio cagotto a tutto il Regno Unito, dopo aver sfiorato la vittoria contro Murray a Wimbledon. Come se tutto ciò non bastasse tra i due, Nole e Andreas, vige uno scottante precedente. Abbiamo ancora negli occhi l’esaltante prestazione del Seppio nazionale nell’edizione 2012 del Roland Garros: all’epoca dei fatti Andreas frastornò Djoker per più di due set, sfiorando a più riprese la sbalorditiva affermazione, prima di affievolirsi irreversibilmente nel quinto set.

Da allora però Andreas è radicalmente cambiato. Il docile e mansueto montanaro dalle gote rosse degli esordi si è trasformato in una belva rabbiosa e indomabile. Il truce impalatore di Caldaro stavolta non avrà alcuna pietà di Nole, scaraventando l’inerme belgradese nell’oltretomba del tennis a tempo indeterminato.

 

STAN WAWRINKA

MELBOURNE, AUSTRALIA - JANUARY 26: Stanislas Wawrinka of Switzerland plays a backhand in his men's final match against Rafael Nadal of Spain during day 14 of the 2014 Australian Open at Melbourne Park on January 26, 2014 in Melbourne, Australia. (Photo by Michael Dodge/Getty Images)
Stando alla consolidata tradizione Wawrinka l’elvetico, dopo aver conquistato uno Slam, per i tre Major successivi non può andare oltre i quarti di finale. Il sorteggio non fa che rafforzare questa tendenza. Dopo un paio di turni di rara modestia, il butterato si giocherà il passaggio agli ottavi con quel culone di Jack Sock. Il tennis ci insegna che le insidie si annidono ove è più inimmaginabile trovarle. Giacomo Calzino estrometterà il malcapitato Stan per due semplici ragioni: la prima è che lo statunitense tende ad esaltarsi contro rovescisti monomani. La seconda è che Sock fa parte della baby gang australo-americana capace di far barcollare il minotaurico Stan, composta da se stesso medesimo, Kokkinakis e Kyrgios. La triade completerà a New York il piano ordito per annientare definitivamente Stan e spartirsi equamente Donna Vekic.

 

RAFA NADAL

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Scusate il refuso, errore nostro.

 

ROGER FEDERER

Roger Federer of Switzerland returns a shot through his legs to Novak Djokovic of Serbia during their semifinal match at the 2009 US Open at the USTA Billie Jean King National Tennis Center, in New York, September 13, 2009. Federer won, 7-6, 7-5, 7-5. AFP PHOTO/Stan Honda (Photo credit should read STAN HONDA/AFP/Getty Images)
Stavolta, se possibile, all’elvetico è andata ancora peggio. Sulla sua strada si presenteranno: Leonardo Mayer, Darcis, Rosol, Isner e un maggiordomo a scelta tra Gasquet e Berdych. Manco a dirlo in semifinale, come accadde nello Slam londinese, ci sarà Murray ad attenderlo. Gli ultimi tre precedenti tra i due hanno consegnato alla nostra memoria visiva un’incontrastabile padronanza dello svizzero, unita ad una folgorante grazia tennistica che si palesa sempre più frequentemente quando il suo dirimpettaio dall’altra parte della rete assume le sembianze del falso invalido scozzese. La siderale distanza tecnica fin cui emersa verrà ancor più acuita dalla nuova condotta tattica del fighetto di Basilea.

A Cinincinnati l’ex numero 1 del mondo ha sfoderato un’evoluzione della risposta anticipata, domiciliandosi stabilmente a ridosso del rettangolo di servizio sulle seconde degli avversari. In realtà quella andata in scena la scorsa settimana era solo la prova generale in vista del demoniaco stratagemma che gli permetterà di rimaneggiare i record residui sfuggiti al suo cannibalismo tennistico. A New York Federer risponderà direttamente al volo, sia alla prima che alla seconda di servizio, sia che giochi contro Cecchinato sia che giochi contro Karlovic. Grazie a questa archidemica genialata Rogerino bello fustigherà per l’ennesima volta Murray, guadagnandosi la finale che gli potrebbe consegnare il concupitissimo 18esimo Slam. Potrebbe.

 

MARIN CILIC
Marin Cilic celebrates after winning the 2014 US Open.
Nemmeno la Madonna di Medjugorje scommetterebbe sulla vittoria finale del calimerico Marin.
Eppure l’allievo di Goran Ivanisevic, sebbene sia croato, ha una sorpresona in serbo.
L’abulico lungagnone che si trascinava da un torneo all’altro con immutabile inefficacia non è mai esistito, o meglio, è esisto solo in funzione di una macchiavellica quanto redditizia messa in scena.
Cilic per tutto il corso della stagione ha simulato inettitudine al solo fine di scansare i favori del pronostico in vista degli U.S Open, l’unico Slam per cui abbia un senso giocare e mettersi in gioco.
Sarà lui, per il secondo anno consecutivo, il vincitore degli Us Open, e lo sarà finché ne avrà voglia.

 

 

TABELLONE FEMMINILE

Dunque, vediamo un po’: Kvitova ha la mononucleosi, Sharapova ha le Cornanucleosi, Halep è allergica agli US Open, Azarenka è reduce da una sconfitta contro la ERRANI sul cemento, Ivanovic è reduce da una sconfitta contro chiunque su qualunque superficie, Muguruza è in perdurante fase alcolemica post Wimbledon e Bouchard si sta riciclando come meteorina nella versione canadese del Tg4. Chi potrà mai vincere ordunque?

2014 US Open - Day 14

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