Il circuito professionistico si avvicina al torneo inglese di Wimbledon, non può non tornare alle menti il nome della campionessa del 2013, Marion Bartoli. La testata sportiva d’oltralpe, Le Figaro, l’ha incontrata intervistandola su vari temi, tra cui l’attuale situazione del circuito WTA.
Dopo il vostro ritiro e quello di Amélie Mauresmo, il tennis francese femminile si deve ricostruire, perché?
“Le tenniste francesi di oggi si trovano in un buco generazionale. Ai miei tempi, io e Tatiana Golovin abbiamo potuto avvalerci dell’emulazione: due riferimenti assoluti come Mary Pierce ed Amelie Mauresmo ci hanno fatto da guida per cinque anni. Mentre le ragazze di oggi sono uscite fuori alla fine della mia carriera. Non si sono potute avvalere della mia esperienza e del mio ruolo di punto di riferimento.”
Caroline Garcia è uscita al primo turno del Roland Garros, sostenendo di essersi sentita “paralizzata”.
“È stato davvero un peccato, pensavo davvero che potesse fare delle grandi cose quest’anno a Parigi. Non credo, però, che dovremmo parlare di debolezza mentale. Ci sono delle tappe in una carriera di un giocatore, e per lei una di queste è sicuramente arrivare ad assumere un ruolo importante al Roland Garros. In generale, le nostre giocatrici hanno talmente a cuore fare bene davanti al loro pubblico che a volte capita di farsi prendere dall’emozione e rimanere completamente bloccate”
Cosa manca?
‘Alizé Cornet fa tutto bene, ma non ha un colpo capace di fare male, per esempio, a Serena Williams (anche se l’anno scorso l’ha battuto ben 2 volte, ndr). Caroline Garcia e Kristina Mladenovic hanno più questo tipo di gioco. Dopo, però, bisogna cercare di far combaciare tutti i pezzi del puzzle. Personalmente, non mi sono mai nascosta dietro i miei difetti. Quando c’era un problema, bisognava trovare una soluzione. Questa è la chiave. C’è bisogno che ogni giocatrice identifichi i propri errori e le proprie mancanze e che faccia di tutto per porvi rimedio’.
E mentalmente ?
‘Tutti sono d’accordo col fatto che avevo grande forza mentale, ed è necessaria per poter vincere un torneo dello Slam. Sono cresciuta in un sistema particolare. Giocavo in un piccolo villaggio nell’Alta Loira, mi allenavo molto tardi la sera, anche con una temperatura di -10 gradi, di fronte ad una macchina sparapalle. Erano condizioni davvero dure. E, improvvisamente, sono arrivata nel circuito WTA con una forza mentale sovrasviluppata. Le giocatrici attuali hanno dei percorsi più normali, ma credo che abbiano allo stesso modo un grande potenziale anche sotto il punto di vista mentale. E Amelie Mauresmo, come capitano di Fed Cup, le fa progredire, inculcando loro valori di lavoro d’eccellenza.
Penso che loro siano affamate ma, dopo, bisogna trovare degli ottimi allenatori, la struttura che fa per loro. C’è tutto un puzzle da riordinare, ma è necessario volerlo e non accontentarsi di essere la numero 50 del mondo’.
Tra i giovani, vedi qualcuno che ti paice?
‘Mladenovic e Garcia hanno il potenziale per arrivare ai vertici, ma devono essere più regolari. Sono giovani, è vero, ma gli anni passano in fretta. Io, a 22 anni, ero in finale in un torneo del Grand Slam (nel 2007 a Wimbledon, ndr). Ora è necessario che loro si pongano le domande giuste, che migliorino e progrediscano.
Bisognerà aspettare a lungo per vedere un francese riuscire a vincere un torneo del Grande Slam?
Spero davvero che le ragazze riescano in futuro a vincere un torneo dello Slam, perché, quello che ho ottenuto sul campo, è stato uno dei migliori momenti della mia vita. È anche vero, però, che la concorrenza e sempre più forte, le giovani tenniste giocano sempre meglio’.
Sei sorpreso dalla resistenza della “vecchia” Serena e Sharapova?
No, hanno una forza mentale eccezionale, con un rifiuto della sconfitta semplicemente incredibile. Sono delle macchine da guerra. Si è appena visto con Serena’.
E tu, Marion, come stai?
Va tutto bene. Sto per lanciare la mia linea di gioielli e sto preparando la mia prima collezione di pret-a-porter per la primavera-estate 2016. Voglio riuscire a farmi un nome in quel campo, offrendo prodotti molto bene fatti. Come nel tennis, c’è bisogno di un sacco di umiltà e di grande lavoro. In caso contrario, continuerò a giocare e a commentare il tennis, perché lo amo, ma ho scritto una bella storia per quindici anni e adesso è finita. La mia seconda vita è nella moda. Darò il 100%…’