Giancarlo Petrazzuolo, head coach di Simone Bolelli, si è raccontato ai microfoni di Tennis Circus.
Ci racconta perché ha deciso di giocare a tennis a livello professionistico e di quanto non gli sia pesato il ritiro dallattività in giovane età. La sua attività si è svolta a livello future e challenger però non sono mancate le soddisfazioni a livello Atp. Sicuramente cè la sua mano nel recupero nel ranking di Simone e nel suo splendido inizio di stagione.
Ciao Giancarlo grazie per averci concesso questa intervista. Raccontaci quando hai impugnato per la prima volta la racchetta ?
Grazie a voi per avermi contattato. Avevo circa 6 anni, sono andato al circolo tennis che mio padre abitualmente frequentava e dal quel momento non ho mai più smesso di impugnare una racchetta.
Quando hai capito che il tennis poteva diventare la Tua professione?
Penso che sia stato dopo il problema, quando avevo 18 anni e dovevo decidere cosa fare del mio futuro, la scelta non è stata poi così difficile dopo un anno di università con scarsi risultati (ride) e 11 mesi di militare in compagnia atleti a Roma il tennis è diventato la mia professione.
In unintervista hai dichiarato che hai disputato molti incontri soprattutto in tornei future e challenger cosa ti è mancato per fare il salto di qualità ?
Difficile dire cosa mi sia mancato, certo che qualcosa è mancato e non penso una sola cosa. Sia per carenze mie e sia per situazioni che non dipendevano in maniera diretta da me. Ma sinceramente non ho mai analizzato cosa mi sia mancato perché sono contento e orgoglioso di quello che ho fatto.
Raccontaci quale è stato il momento più bello della Tua carriera da giocatore e che emozioni hai provato.
Momenti belli ne ho vissuti tanti perché nel momento che ti si presentano sono tutti belli e ognuno di essi, per come e arrivato, l ho vissuto come un obiettivo raggiunto.
Ne potrei elencare qualcuno: i 4 scudetti di serie a con il capri sport academy, il torneo challenger 100.000$ di istanbul che mi ha permesso di entrare per la prima volta nei primi 300 giocatori al mondo battendo per altro al primo turno un top 100 come Chardy, la finale al challenger di Lubiana, aver disputato tutte e 4 le prove dello slam, ma anche la prima vittoria future al 10.000$ di Sezze. come vedi tanti ricordi per tanti piccoli obiettivi raggiunti.
Attualmente svolgi lattività di coach, ti va di parlarci di quali giocatori segui e delle soddisfazioni che ti hanno dato e ti stanno dando.
Attualmente seguo a tempo pieno solo Simone Bolelli sono il suo head coach dal luglio del 2014 dopo aver fatto parte dal febbraio 2013 insieme ad Umberto Rianna alla gestione della sua attività. Soddisfazioni me ne sta dando tante devo dire quasi ogni settimana perché vedo in maniera costante una sua crescita come giocatore sia a livello tecnico, tattico ma soprattutto di atteggiamento il lavoro è ancora tanto ma ci divertiamo assieme a svolgerlo. Comunque anche prima di lavorare con Simone di soddisfazioni ne ho ricevute tante sia da parte di Potito Starace che di Riccardo Perin ragazzino del 2000 vincitore sotto la mia guida tecnica dei campionati italiani di singolo e doppio under 13 e 14.
E’ stata dura abbandonare l’agonismo da cosi giovane immaginiamo, ti ha creato problemi?
Problemi zero, anzi grazie anche alla passione per la carriera da allenatore la mia vita è stata meno pesante e stressante. non direi tanto presto avevo 29 anni e mi è sembrato il momento giusto per fare delle scelte nuove e ad oggi non ne sono per niente rammaricato.
Che obiettivi ti poni per gli anni futuri in campo tennistico?
L’ obiettivo e sempre quello di migliorarsi e di crescita continua con la convinzione che con la giusta umiltà dedizione passione e professionalità qualsiasi tipo di traguardo è raggiungibile.
Quali sono i giocatori e le giocatrici che attualmente ti piacciono maggiormente ?
Giocatrici mi trovi un po impreparato non sono un grande esperto. Mi è piaciuta tanto la Francese che ci ha eliminato in fed cup penso si chiami la Mladenovic mi piace tanto anche la Keys. Per quanto riguarda il circuito sono affascinato dalla forza di Ferrer, il talento di Monfils, e la potenza di Thiem.
Ormai il serve and volley sta sparendo a quali cause attribuisci questo fenomeno?
L’evoluzione del gioco, lassenza di tempo, e le qualità sempre maggiori dei giocatori moderni in risposta le cause principali. ormai viene usato solo come variante tattica.
Ringraziamo ancora Giancarlo per l’enorme disponibilità e facciamo a lui e a Simone un’enorme in bocca al lupo per il futuro.