US Open Amarcord: Kuznetsova Zarina d’America

Andiamo a rivivere il trionfo a sorpresa agli US OPEN 2004 di Svetlana Kuznetsova in finale sulla connazionale Dementieva. La prima e unica volta non si dimentica mai, anche perché la Kuznetsova ritornerà nuovamente a vivere tre anni dopo quella bellissima sensazione, ma questa volta non andrà bene.

New York, 30 agosto 2004. Già, ancora quell’anno. E che persecuzione penserete! Come darvi torto, ma ormai avrete capito a più riprese che l’anno degli outsiders era il proprio il 2004. Il primo Roger Federer dominatore dell’ATP a febbraio, Gaston Gaudio che trionfa a Parigi a giugno, la diciassettenne Maria Sharapova indiscussa reginetta di Wimbledon nel mese di luglio e l’oro olimpico vinto dal cileno Nicolas Massù. Vi può bastare? L’edizione numero 123 degli US Open, ultimo slam stagionale, vede come favorita d’obbligo la belga Justin Henin-Hardenne, campionessa in carica già trionfatrice in Australia e ad Atene alle Olimpiadi.

L’assenza della connazionale Kim Clijsters, infortunatasi ad Indian Wells, evita il remake della finale precedente. Amelie Mauresmo parte dalla seconda piazza e di li a poco sarebbe divenuta la nuova numero uno mondiale, la sorella minore delle Williams, Serena, era subito alle spalle forte dei due titoli conquistati sul suolo di casa. Distanti ma pur sempre temibili, ovvero Lindsay Davenport e Venus Williams, avevano già alzato al cielo il sontuoso trofeo; mentre la Russia che mai aveva vinto in quel di Flushing Meadows era rappresentata degnamente da Anastasia Myskina – vincitrice al Roland Garros -, da Elena Dementieva – già finalista in Francia -, dall’astro nascente Maria Sharapova e da Svetlana Kuznetsova a caccia del primo successo di rilievo della carriera.

E le italiane? Le più in alto in classifica erano la ventiquattrenne Francesca Schiavone e l’esperta Silvia Farina Elia, con Roberta Vinci eliminata al primo turno ancora lontana dalle prime cento giocatrici WTA. Non è il torneo che sicuramente ricorda con più piacere Anastasia Myskina eliminata al secondo turno da Anna Chakvetadze, e nemmeno da Alicia Molik – bronzo olimpico qualche settimana prima – sconfitta dalla bellissima Daniela Hantuchova. Al terzo turno ci saluta la già citata Sharapova – “The Body” Marie Pierce si rivela troppo forte per la sua inesperienza – e Silvia Farina Elia che impegna la russa Maria Petrova, vincente al terzo set per 7-6; ma è al quarto turno che le teste più importanti iniziano a cadere a partire dalla prima: Justine Henin-Hardenne cede il passo alla stessa Petrova in due set e Venus viene battuta dalla Davenport per 7-5, 6-4, ma sarà solo l’inizio delle sorprese.

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Saranno infatti le tenniste russe e quelle statunitensi a dominare la scena. Ai quarti di finale rispettano il pronostico Kuznetsova – 7-6, 6-3 alla Petrova -, Davenport – doppio 6-1 alla giapponese Asagoe -, ma la semifinale tra Williams e Mauresmo rimarrà alla fine solamente una bellissima illusione. Saranno Jennifer Capriati – 2-6, 6-4, 6-4 nel derby con Serena – ed Elena Dementieva – 4-6, 6-4, 7-6 – a sfidarsi nella seconda semifinale dall’esito più incerto.

Perché teoricamente nel primo incontro tutti indicano Lindsay Davenport come prima finalista, forti del fatto che l’americana ha macinato bel gioco e grandi vittorie senza nemmeno perdere un set. Già, ma anche Svetlana non ha ancora concesso una briciola alle sue avversarie. Ancora. Il primo e unico set perso durante la manifestazione sarà proprio contro la propria rivale, ma con una rimonta epica – 6-2 nel secondo parziale e 6-4 nel terzo – Kuznetsova volerà per la prima volta all’ultimo atto degli US Open. Una possibile finale tutta russa ingolosisce Elena, che con il punteggio finale di 6-0, 6-7, 6-2, sconfigge Capriati e raggiunge nuovamente la finale di uno slam.

E la sfida si presentava con le premesse poste da Lindsay Gibbs, nota collega che descrisse così il match dell’11 settembre all’Arthur Ashe Stadium di New York: “Una russa raffinata e un’altra con le gambe muscolose e il diritto letale. Era nell’ordine delle cose. Tutti eravamo assorbiti da Serena Williams, Jennifer Capriati e Lindsay Davenport – commentò -, ci chiedevamo chi tra loro avrebbe vinto il torneo di casa. Fu in semifinale che ci accorgemmo veramente per la prima volta di Svetlana ed Elena. La Kuznetsova in particolare, ci rendemmo conto, era impressionante”.

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Una vera e propria antitesi: la ventitreenne Elena era il prototipo del duro lavoro con un fisico ben assemblato, la diciannovenne Svetlana con più talento dell’avversaria e più tecnica, giocatrice di un tennis molto più fine ed elegante. Ma l’ago della bilancia pendeva tutto verso la prima, più in alto di tre posizioni nel ranking e con più esperienza da poter sfruttare. Ventinove minuti bastano per cancellare tutte le premesse della vigilia. Tanto serve a Svetlana per conquistare il primo set per 6-3 e nonostante un piccolo calo di concentrazione che la porta in svantaggio di cinque giochi a quattro nel secondo, ma la maggior voglia di vittoria la portano a ribaltare il match sino al 7-5 finale con cui conquista per la prima volta gli US Open.

La prima e unica volta non si dimentica mai, anche perché la Kuznetsova ritornerà nuovamente a vivere tre anni dopo quella bellissima sensazione, ma questa volta non andrà bene.
Fonte: http://www.tennisfocuson.com/11-settembre-2004-svetlana-kuznetsova-conquista-new-york/

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