Il mondo cambiò cappello, diceva (in rigoroso dialetto calabrese) la buonanima di mia nonna quando il naturale corso degli eventi (sociali, politici e climatici) veniva stravolto da qualche accadimento inusuale e imprevisto. E così, mentre nell’Europa mediterranea agli inizi di luglio continua a imperversare il mal tempo con allegate temperature al di sotto della media stagionale, in Inghilterra, nello specifico a Wimbledon, il sole e le alte temperature la fanno da padroni.
Condizioni meteorologiche che potrebbero far scattare, ma solo per quanto riguarda il torneo femminile, la cosiddetta Regola del Caldo, così come accade agli US Open. In pratica, questa regola permetterà una pausa di 10 minuti tra il secondo e terzo set, quando lindice di stress da calore, cioè l’indice che combina temperatura dell’aria, umidità e temperatura della superficie, sarà uguale o superiore a 30.1° Celsius. Le rilevazioni si svolgono tre volte nel corso di ogni giornata: 30 minuti prima dell’inizio delle partite giornaliere, poi alle 14:00, e infine alle 17:00.
Nel caso in cui questo indice raggiunga 30,1 gradi prima che le giocatrici entrino in campo, anche solo una delle due tenniste può chiedere l’interruzione di dieci minuti tra la fine del secondo set e l’inizio del terzo. Questa regola, entrata in vigore nel 1992, a Wimbledon è stata applicata sinora soltanto in due occasioni: il 23 luglio 2006 e il 30 giugno 2009.
Come dicevamo, la Regola del caldo non può essere applicata in ambito maschile. Il motivo lo hanno spiegato gli organizzatori dello Slam: l’Itf applica una norma presente nel regolamento Wta ma di cui non v’è traccia nell’Atp e di conseguenza non viene presa in considerazione per il torneo maschile, mantenendo, dunque, la disparità di trattamento tra uomini e donne.
Federer si è poi soffermato sulle condizioni del campo e sul suo rinnovato stile di gioco. Da quando è sotto le cure di Stefan Edberg, infatti, il gioco di Re Roger è sempre più aggressivo e connotato da numerose discese a rete. Come abbiamo avuto modo di notare anche nella passata edizione di Wimbledon, quando sfiorò la vittoria contro il serbo Djokovic: Come sempre, in questi primi giorni di torneo l’erba è nuova e scivolosa ma andando avanti nel torneo cambia, si consuma, e ne giova la stabilità.
Per lo svizzero si tratta del 63esimo Slam consecutivo, a soli 5 major dal record di Fabrice Santoro: Un’impresa per me – dice – La verità è che ho avuto la fortuna di non farmi mai male seriamente nel corso della mia carriera, anche se mi è capitato di giocare con qualche acciacco, ma anche in quelle occasioni giocavo con l’obiettivo di andare il più lontano possibile nel torneo. Spero di poter continuare a giocare così fino alla fine della mia carriera.
E a proposito del giorno in cui appenderà la racchetta al chiodo, per il futuro Roger sa a cosa dedicarsi: Vorrei portare i miei figli a scuola a piedi. Trascorrere del tempo con loro e con mia moglie, che vivono in Svizzera. Sul dedicarmi ancora al mondo del tennis…staremo a vedere.