[tps_title]Il neozelandese che non ti aspetti [/tps_title]
Classificato attorno alla 60esima posizione mondiale nell’ultimo ranking emesso, Chris Lewis prende parte al suo settimo Wimbledon con pochissime aspettative. Pur essendo in teoria un tennista da erba, la sua settima partecipazione al torneo inglese parte con prospettive assai modeste, come modesto è il record nel torneo (5-6) per il 26enne nativo di Auckland. Il sorteggio non è del tutto malevolo per Lewis, che finisce nel quarto di tabellone in cui le teste di serie più importanti sono Vilas (4) e Gottfried (13), oltre all’americano Steve Denton (9), che è proprio l’avversario di primo turno. Lewis lo batte 6-3 al quinto e subito il successo gli apre una piccola autostrada: il qualificato Dyke al secondo turno, Mike Bauer al terzo e addirittura il nigeriano Odizor negli ottavi. Gli ultimi otto rimasti in gara non sono equamente disposti nel tabellone e la semifinale della parte bassa tra Ivan Lendl e John McEnroe diventa una finale anticipata. Così, nella parte alta si lotta per il privilegio di disputare l’ultimo atto della recita tennistica più importante al mondo. Chris, sempre più fiducioso, si impone a Mel Purcell in quattro set ma il vero capolavoro lo compie in semifinale dove viene a capo del sudafricano Kevin Curren dopo 63 interminabili giochi: 6-7, 6-4, 7-6, 6-7, 8-6 lo score. Lewis il suo Wimbledon l’ha già vinto e il giorno della finale John McEnroe gli lascia sei giochi, due per set.