Solamente ieri è stato approvato il super tie-break al posto del long-set agli Australian Open e già sono sorte le prime polemiche, tanto che tutti i social network sono invasi da post di protesta e di sdegno riguardo questa scelta. Come ha spiegato Craig Tiley, direttore della prestigiosa competizione, nonostante la decisione sia stata presa dopo un lungo consulto con i diretti protagonisti e dopo aver analizzato accuratamente tutti i pro e i contro, a buona parte degli appassionati di questo sport non è andata proprio giù quest’innovazione, poiché li priverebbe di match spettacolari ai quali hanno potuto assistere in passato su questi campi e, per certi versi, snaturerebbe il torneo che è cresciuto con determinate regole.
I principali post e tweet fanno riferimento proprio al fatto che non ci saranno più battaglie come Halep-Davis del 2018, terminata 15-13 al terzo, o ancora Kuznetsova-Schiavone, che nel 2011 diedero vita a un incontro davvero indimenticabile, durato ben 4 ore e 44 minuti e vinto dalla Leonessa. Non bisogna dimenticare infatti, che questa regola va applicata sia in campo maschile che in campo femminile, dunque non varrà solamente per il quinto set per gli uomini, ma anche per il terzo per le donne.
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Altre persone invece si domandavano come mai non avessero fatto come Wimbledon, il quale ha introdotto un tie-break normale nel quinto set, ma solamente nel caso si giunga sul punteggio di 12 pari. Ad ottobre, effettivamente, lo slam londinese aveva annunciato questo cambiamento, abbastanza inevitabile dopo quanto successo quest’anno, vale a dire l’estenuante vittoria di Anderson in semifinale ai danni di Isner per 26-24, che ha poi condizionato la finale, persa in tre set dal sudafricano.
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Infine, si percepisce molto dispiacere nel tweet di Shane McInnes, che si rammarica del fatto che “uno degli aspetti unici del tennis” come l’incredibile lotta di nervi e non solo che si ha nel quinto set sia stata quasi ridicolizzata da questa decisione. Più nostalgico invece Cameron Luke, il quale non riesce a credere che non ci saranno più match di tre o cinque set che riuniranno la popolazione australiana attaccata alla televisione fino alle due di notte di un lunedì di gennaio.
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