Conquistare uno Slam è come raggiungere la cima di un ottomila. Per far fronte al caso, non si lascia nulla al caso. Bisogna prepararsi, studiare a lungo e organizzare nel dettaglio la marcia di avvicinamento. Sapendo che la fortuna e le circostanze giocheranno un ruolo fondamentale, serve essere pronti a cogliere le opportunità e a superare gli imprevisti. L’esperienza – che diventa saggezza – recita un ruolo cruciale, motivo per cui queste vette sono rimaste a lungo appannaggio esclusivo dei tre mostri ineguagliabili che si sono fatti beffe del tempo che passava. Ora però non ci sono Nole né Roger e Nadal parte sottotraccia, il che aumenta fatalmente la pressione sugli altri, Sinner incluso.
Memore dell’anno scorso, quando ha pagato cari la fatica e un sorteggio malevolo che l’ha opposto a Shapovalov, Sinner non ha giocato la settimana scorsa per presentarsi carico e riposato a blocchi di partenza. I match dell’Atp Cup, vinti con autorevolezza nonostante qualche passaggio a vuoto, sono stati un rodaggio sufficiente.
Il tabellone è buono, con vista su un affascinante confronto con Andy Murray al terzo turno e l’eventuale quarto con Tsitsipas, ma è meglio vivere alla giornata.
Il menu di oggi prevede Joao Sousa, trentaduenne portoghese che ultimamente frequenta soprattutto il circuito Challenger ma resta pur sempre uno che ha strappato un set sull’erba al grande Roger nella sua casa di Halle (2014) e che su quei prati ha estromesso nelle qualificazioni 2019 il nostro rosso di San Candido.
Fino al sesto game ci sono solo briciole per chi risponde, poi Jannik suona la carica con un rovescio devastante per tempismo e precisione e trascina il gioco ai vantaggi. Qui Sousa commette un doppio fallo e poi mette un dritto in corridoio per la gioia dell’italiano che scappa 4-2. Jannik va a servire per il set sul 5-3 e sul 30/15 sembra fatta quando il nastro gli trascina fuori una palla, poi un’improvvida discesa a rete mette in condizione Joao di passarlo, infine un doppio fallo suggella il disastro: 5-4 e palla al centro. Ciò che non è arrivato con il servizio arriva in risposta: Sinner è aggressivo ma sono più che altro gli errori del portoghese – innervosito dal vento – a regalargli il set point. Il parziale si chiude con un lungo scambio in cui Jannik mena le danze e poi buca il terreno con un vincente di dritto incrociato.
Sinner ha fretta e nel secondo game sfoggia un paio di passanti d’autore con il rovescio e con il dritto per il 2-0. Ora Jannik pasticcia, si fa raggiungere sul 2-2 e capisce che c’è ancora da pedalare. Dopo un facile 3-2 arrivano altre due chance in risposta ma Sousa non trema e si guadagna il 3-3. Si veleggia fino al 6-5 Sinner con vista tiebreak, poi Jannik risale da 0/30 a set point. Joao annulla con un ottimo lob, poi ha un altro psicodramma eolico e si consegna con due errori di fila.
Nel terzo set Jannik serve per primo, fa sentire la pressione e ottiene subito il break del 3-1 anche grazie al crollo nelle percentuali di prime del suo avversario. Questa volta il nostro eroe non si distrae e conferma con una deliziosa demi-volée (4-1). Sousa appare frustrato e scoraggiato: Sinner ne approfitta per bissare il break e scappare 5-1. Il portoghese salva tre matchpoint di puro orgoglio poi si arrende all’ace esterno di Jannik. Missione compiuta; ora si può pensare al secondo turno con Steve Johnson, avversario che evoca il dolce ricordo della vittoria inattesa all’esordio romano del 2019. Il terzo turno è un obiettivo concreto, a patto di non distrarsi troppo pensando alla cima o alle altre tappe intermedie.