Mats Wilander: “La pressione determinerà se Djokovic è tornato o meno”

Domani Novak Djokovic si appresterà a giocare il match con Gael Monfils in ottica terzo turno. Intanto, l'esperto Mats Wilander dice la sua sulla reale forma del serbo

Dopo la vittoria all’esordio nel suo primo match dopo 6 mesi contro Donald Young per 6-1 6-2 6-4, domani sfiderà Gael Monfils per un posto al terzo turno, in un confronto che lo vede favorito dato gli h2h: 14-0 per il serbo, con ultima vittoria datata luglio 2017 ad Eastbourne in finale per 6-3 6-4.

A seguito della sua performance buona ma comunque con alti e bassi, comprensibilmente poiché si trattava pur sempre del primo incontro ufficiale dall’ultimo match, quello dei quarti di finale di Wimbledon contro Tomas Berdych, Mats Wilader ha espresso il suo parere. L’ex numero 1 al mondo svedese, stimato commentatore di Eurosport del suo programma “Game, Set and Mats”, ha detto la sua sulla condizione di Nole proprio in seguito al match del primo turno: “Penso stesse molto bene. Era fresco e si muoveva molto bene”  ha proseguito dicendo: “Magari sulla carta Donald Young, essendo un giocatore solido, si pensava potesse impensierire Nole, ma il serbo ha mostrato una forma sopra ogni aspettativa.” Una considerazione importante, che fa capire come non ci fossero diversi attestati di stima nei confronti del serbo prima del torneo, ma dopo la prima partita si può parlare di un Nole tornato sulla sua strada: ora, Monfils-time, contro cui ha sempre vinto. Tornando allo stato di forma del balcanico: “Penso che fisicamente abbia un livello che potrebbe fagli raggiungere la finale, inoltre ha vinto qui sei volte.” lo svedese continua dichiarando: “Rende meglio quando i campi sono più veloci perché se gli manca un po ‘di confidenza… non deve essere così desideroso di salire sulla palla per aggiungere peso corporeo, letteralmente, quindi penso i campi lo soddisfano davvero lì.” Un’analisi tecnico- tattica, breve, ma interessante, che fa capire come il tennista serbo stia tornando pian pianino, modificando anche qualcosa, come il servizio, affossato spesso contro l’americano, perché ancora in fase sperimentale. Ma sicuramente i 33 vincenti lo hanno aiutato a raggiungere il turno contro il transalpino, scoglio da superare non da poco: “Magari penseresti, poiché (Djokovic) non ha giocato partite, a un certo punto gli mancherebbe un po ‘di confidenza in un incontro ravvicinato o in un set ravvicinato: il torneo ci dirà di più, pressione permettendo…”, ha detto Wilander. Certo, il dubbio viene, anche perché l’ex quarto- finalista è sempre pericoloso, soprattutto sul veloce, ma è possibile credere che il serbo è favorito, con l’obiettivo di vincere il 7° titolo, anche se quest’anno, con Alexander Zverev e Stan Wawrinka dalle sue parti; una concorrenza non da poco insomma: il prossimo step darà ulteriori sensazioni…

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  1. Tutti a parlare tanto sul fatto se sia “tornato” o meno.. trovo siano discorsi che non valgono nulla. Ha ripreso a giocare e questo é bene, ma é stato fuori sei mesi, non può avere i vecchi ritmi da partita, deve abituarsi ad un gioco diverso da quello che gli era automatico, ci vorrà tempo e chissà come andrà visto che il gomito gli dà ancora qualche fastidio. Vincere AO? Non credo, ci sta pure che esca presto. E lo dico da sua gran tifosa, però realista credo. Chiaro che mi auguro di vederlo vincente ma senza aspettarmi chissà che fin da subito. E poi Young é stato l’inizio ottimale nella sua situazione, un regolarista che fa palleggiare.. Monfils é tutta un’altra cosa. Opinione personale, ovvio.

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