Il 2022 sta lentamente scivolando negli archivi, e quindi, in una settimana molto poco interessante lato scommesse, può essere utile dare un’occhiata indietro e vedere cosa è successo in questo anno di ripresa.
La mia attenzione si focalizza oggi sul mondo Challenger, la palestra di molti tennisti, prima di fare il salto nel circuito maggiore: ricordo che un paio di anni fa mi trovavo su queste pagine a commentare le gesta di un giovane ragazzino che si metteva in luce nei Challenger.
Si chiamava Alcaraz.. mi sembra il nome dica qualcosa…
Torniamo a noi.
Abbiamo avuto ben 184 tornei Challenger, classificati così:
– Challenger 125
– Challenger 110
– Challenger 100
– Challenger 90
– Challenger 80
– Challenger 50
Ci sono stati ben 123 tornei Challenger 80, mentre solo uno è stato quello da 110.
La domanda che mi son posto prima di affrontare questo articolo e scavare per trovare statistiche e numeri è stata: ma chi avrà vinto più challenger quest’anno?
E quale nazione ha prodotto più giocatori vincenti?
Andiamo a scoprirlo.
Il posto più alto del podio per tornei vinti va a Pedro Cachin e Jack Draper: l’argentino e l’inglese infatti hanno vinto ben 4 titoli a testa.
Cachin ha trionfato sulla terra, portando a casa Madrid Challenger, Prague 2 Challenger, Todi Challenger e Santo Domingo Challenger.
Draper invece è lo specialista dell’indoor: Forlì 5 Challenger, Forlì 7 Challenger, Forlì 8 Challenger e Saint Brieuc Challenger sono i suoi “scalpi”.
Volendo completare un ipotetico podio, menzione speciale va anche a un ristretto gruppo di giocatori che ha vinto 3 volte i Challenger durante l’anno, e nello specifico parlo di Halys, Altmaier, Lestienne, il nostro Nardi, Shelton e Y. Wu.
Nardi ci fa ben sperare per la prossima stagione, avendo portato a casa il Forlì 4 Challenger, il Lugano Challenger, entrambi indoor, e il Mallorca Challenger, su hard.
Stagione migliore di sempre la sua, con un parziale di 33-20 overall e una predisposizione al veloce distribuita in un 5-2 su hard e 17-8 indoor.
C’è una classifica anche per quanto riguarda i doppi, e lì onestamente c’è poco da dire: la coppia britannica Cash/Patten ha cannibalizzato il circuito quest’anno con 10 affermazioni, anche se il doppio Andreozzi/Duran ha dato del filo da torcere, fermandosi a 7 titoli.
Curioso accorgersi che tutto sommato si potrebbe riassumere il 2022 come una questione personale fra Argentina e Gran Bretagna, con il risultato di un punto a testa.
La nazione che ha vinto di più è stata la Francia, con 45 titoli messi in cassaforte, seguita da Argentina (ma va!) con 41; completa il podio la squadra a stelle e strisce con 31 affermazioni. La Gran Bretagna segue staccata a 21.
L’Italia si è ben comportata, finendo quarta con 29 titoli messi in saccoccia, frutto di 16 affermazioni dei nostri portacolori nel circuito singolare e 13 in quello dei doppi.
A mio avviso un ottimo trampolino per l’anno che verrà, con la speranza che i giovani emersi in questo anno diano continuità di risultati: mi riferisco in particolar modo a Nardi, Bellucci, Arnaldi, Cobolli, Maestrelli e Passaro.
C’è poi “l’usato garantito” – mi si passi il termine ironico – formato da gente di spessore come Cecchinato, Agamenone e Pellegrino che sicuramente darà man forte a tenere alto il nostro tricolore.
Tutto sommato quindi, un anno positivo, ma positivo senza tampone però 😉