La splendida finale disputata all’ATP 500 di Pechino tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, vinta come tutti sappiamo dallo spagnolo al termine di un’autentica battaglia durata oltre tre ore, ha aperto un interessante dibattito tra appassionati ed addetti ai lavori dopo le stuzzicanti dichiarazioni di Mats Wilander.
Questa la provocazione del grandissimo tennista ed ora opinionista televisivo:
“Spero che Roger, Novak e Rafa non stiano ascoltando, ma in termini di livello, quando Sinner e Alcaraz sono al loro meglio, nessuno ha mai giocato a tennis come loro”.
Il commento dell’ex tennista svedese non è passato inosservato e come sempre in questi casi si sono formati due schieramenti diametralmente opposti, favorevoli e contrari, un po’ la stessa situazione di quando per amor di discussione si cerca di determinare se Novak Djokovic sia o meno il più forte giocatore di tutti i tempi.
Personalmente, pur considerando i due giovani fenomeni, tennisti di qualità eccelsa e di gran lunga i due più forti giocatori attualmente in attività, non mi sento di avvalorare le parole del Wilander.
Innanzitutto, voglio rivolgere a chi legge una domanda provocatoria. Siete certi che gli Alcaraz e Sinner attuali calati in pieno periodo d’oro Big3 od addirittura Fab4, avrebbero vinto comunque due Slam a testa in una singola stagione?
Ricordo, nel caso qualcuno se lo sia dimenticato, che giocatori straordinari del calibro di Wawrinka, Del Potro, Cilic, Thiem, Medvedev, lo stesso Murray, hanno collezionato in carriera un numero risicato di Major, ed altri ancora, Tsitsipas, Zverev e Dimitrov per esempio, non ne hanno vinto neppure uno.
Non solo. Ai recenti US Open, prima ancora del Sinneraz pechinese, Frances Bigfoe Tiafoe, ha dichiarato che il tennis oggi è cambiato. Non è più come un tempo, quando cominciavi a guardare gli orari degli aerei una volta che al turno successivo ti accorgevi che avresti incontrato uno dei Big3.
Lo stesso Grigor Dimitrov, più in là nel tempo in verità, dopo una sconfitta con Jannik Sinner non si sbilancio’ molto alla domanda se fosse più difficile incontrare l’azzurro o uno dei Big3: onestamente, tra le righe io lessi che fosse più complicato un tempo, nonostante con Jan in quella occasione ci avesse comunque perso.
Scendendo più nel particolare, Alex Dolgopolov, ex tennista ed ora soldato ucraino, ha espresso tramite un post su X il suo pensiero in merito al giudizio di Mats Wilander:
“Tendo a essere fortemente in disaccordo: i Big 3 avevano un livello molto più elevato di utilizzo delle altezze, dei cambiamenti di ritmo e di ricerca degli angoli.”
Fino qui pensieri e parole in libertà, ma anche il campo ha molto da dire in merito al confronto suggerito dall’ex numero uno al mondo svedese.
Olimpiadi di Parigi 2024, finale sentitissima tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz al Roland Garros. Vince il serbo, con lo spagnolo che al termine della sfida si scioglie in lacrime per la sconfitta subita.
Vi rammento che stiamo parlando di un 37enne, con alle spalle una stagione complicata, appena operato al menisco, su una superficie a lui non perfettamente congeniale.
The Djoker supera dopo una partita splendidamente giocata Alcaraz, che aveva appena trionfato in successione al Roland Garros e a Wimbledon.
Vi immaginate dunque cosa dovevano essere i Big3 all’apogeo della loro carriera? Giocatori pressoché imbattibili, e così è stato effettivamente per ben 20 anni.
Attualmente Sinner ed Alcaraz secondo me non sono migliori delle migliori versioni dei Big3 ammirate in passato. Ed i fatti per ora sono lì a dimostrare il contrario.
In futuro chissà, non si può sapere ciò che accadrà: troppe incognite, tra cui la possibilità di malaugurati infortuni, problemi extra-sportivi del genere che sta attraversando Sinner oppure apparizione di nuovi fenomeni sul panorama tennistico internazionale, tanto per citarne alcune.
Certamente se non dovessero esserci gravi intoppi sul loro percorso, i due campioni miglioreranno ancora e domineranno senza ombra di dubbio la scena tennistica del prossimo decennio. Ma se riusciranno a spingersi fino a toccare le vette celestiali raggiunte dai Big3, questo non è dato prevederlo, almeno per ora.
Probabilmente, il tennista più accreditato a realizzare tale ardua impresa è proprio Jannik Sinner che ha dimostrato in questi mesi di avere la mentalità giusta per ottenere eccezionali risultati con grande continuità.
Alcaraz, da questo punto di vista, pare meno attrezzato dell’italiano, come attestano certi suoi passi falsi lungo il cammino verso la gloria, per esempio la fresca sconfitta al Master 1000 di Shanghai subita per mano del tennista ceco Tomas Machac, ottimo giocatore ma non certo un fuoriclasse.
Tuttavia, per essere paragonabili a Nole, a Roger, a Rafa che si ritirerà definitivamente a Novembre dopo le Final 8 di Coppa Davis, non può essere sufficiente giocare una finale da dio come quella di Pechino, oppure disputare una singola stagione eccezionale come quella 2024 di Jannik.
Serve di più, molto di più, ovvero dominare incontrastati gli avversari per tutta la durata della propria carriera, carriera vincente che per colpa dei Big3 dovrà durare quasi in eterno.