“Paganini non ripete!”, si potrebbe quasi dire nel caso di Daniil Medvedev, uno dei più forti e titolati giocatori in attività, attualmente n°4 del Ranking ATP ed ex numero 1 al mondo.
Eh si, perché il 28enne moscovita ha alzato in carriera ben 20 trofei, tutti diversi gli uni dagli altri senza mai vincere un torneo dove in precedenza aveva già trionfato. Dedichiamo il pezzo del giorno proprio a questa peculiarità del suo curriculum, dato che oggi prende il via il prestigioso Master 1000 di Miami in cui il giocatore russo trionfo’ nel 2023, superando in finale l’azzurro Jannik Sinner.
E come diceva anni fa il mitico Antonio Lubrano, la domanda sorge spontanea: riuscirà il nostro eroe tennistico a sfatare la maledizione che lo perseguita da sempre oppure continuerà a collezionare solo tornei in un unico esemplare?
Tennisticamente parlando, può accadere anche di peggio, per esempio non vincerne neppure uno di torneo: in tanti anni di onorata carriera, il tedesco Jan-Lennard Struff ed il serbo Filip Krajinović non hanno mai vinto un bel niente a livello di circuito maggiore, neppure un ATP 250, pur essendo tennisti di grande caratura tecnica.
Tuttavia, è molto curioso che un giocatore competitivo come Daniil non sia mai riuscito a bissare un qualsiasi titolo che dir si voglia. In carriera il moscovita ha vinto gli Us Open nel 2021, rovinando i sogni di Grande Slam a Novak Djokovic, le ATP Finals, 6 Master 1000, 4 ATP 500 e 8 ATP 250. E se ci fosse ancora qualche dubbio sulla forza di Medvedev, soprattutto sul veloce, ricordiamo come Daniil abbia raggiunto almeno le semifinali in tutti i 19 eventi ATP 500, Masters 1000 e Slam disputati su superfici rapide.
Anzi, il russo ha addirittura dichiarato che gli piacerebbe vincere tutti i tornei più importanti giocati sul duro prima di appendere la racchetta al chiodo. In questa prospettiva, mancherebbero all’appello gli Australian Open, dove è stato sconfitto in finale per ben tre volte, l’ultima delle quali proprio con Jannik Sinner a Gennaio, e l’ATP1000 di Indian Wells, superato in finale nel 2023 e nel 2024 sempre dallo spagnolo Carlitos Alcaraz.
Ma quali sono le ragioni delle mancate doppiette, triplette e quadruplette per Daniil il Terribile? Il Caso ha recitato indubbiamente il proprio ruolo come in ogni vicenda umana che si rispetti, ma se non vogliamo accontentarci di una spiegazione così aleatoria, dobbiamo trovare le riposte nella fede: tutta colpa della Santa Trinità dei campi da tennis, composta naturalmente da Roger Federer, Rafa Nadal e Novak Djokovic.
Per un ventennio i tre tiranni in pantaloncini e racchetta hanno frustrato le ambizioni di vittoria dei tennisti più forti in circolazione, Medvedev compreso naturalmente. Hanno vinto tutto ma proprio tutto a ripetizione, lasciando solo le briciole agli altri affamati avversari: Murray, Del Potro, Wawrinka, Tsonga, Cilic, Dimitrov, Theim, Zverev, Tsitsipas e pochissimi altri eletti sono riusciti ad aggiudicarsi qualche redisuale Big Titles grazie a straordinarie ed irripetibili coincidenze astrali.
Purtroppo per Medvedev, con due Fab ormai in pensione o quasi, il terzo Fab superstite, ossia il serbo Nole, ha continuato a fare strage di trofei – sebbene nel 2021 Daniil gli abbia soffiato dalle mani il Sacro Graal del Grande Slam – e come se non bastasse per sua disgrazia sono poi comparsi sulla scena internazionale due nuovi piccoli Fabbini, ossia Carlitos Alcaraz e Jannik Sinner, che come abbiamo visto hanno già regalato delle gran belle delusioni al povero Daniil.
Ecco il motivo dei 20 tornei vinti, ma tutti in un’unica soluzione: Daniil è un giocatore fortissimo ma non dominante in assoluto e quindi in difficoltà nel bissare un successo di rilievo, avendo incontrato sul suo cammino veri mostri sacri, giocatori altrettanto competitivi e nuovi fenomeni in erba.
E qui al Master 1000 di Miami, quale sarà dunque il destino di Medvedev il mono-vittorioso? Assente The Djoker, ammesso e pure concesso che le teste di serie designate raggiungano le fasi finali del torneo, per bissare il titolo a Miami, il n°3 del seeding dovrà superare in semifinale prima Jannik Sinner e poi Carlitos Alcaraz in finale: insomma, tutt’altro che una passeggiata di salute, alla luce dello straordinario stato di forma dei due giovani fenomeni.
Le possibilità di vittoria finale esistono eccome, le condizioni di gioco di Miami sono infatti ideali per Daniil, tuttavia esiste fondato il sospetto che capiti al tennista del’Est quello che mi capitava di leggere da bambino quando compravo e scartavo i chewing-gum, con la speranza nel cuore di vincerne un altro bel pacchettino:“Ritenta, sarai più fortunato!”.