Sono quelle del masters 1000 di Indian Wells giornate per buona percentuale radiose per gli italiani, il cielo sembra quasi rispondere della cosa colorandosi di azzurro mentre viene accompagnato da un sole che spacca le pietre, come in una tipica afosa giornata d’estate, persino quando da tale stagione siamo ancora ben lontani: escludendo Cobolli (come vedremo più avanti), il resto degli italiani sono riusciti ad accedere ai trentaduesimi per un totale di 6/7 (86%), saranno soltanto numeri, ma non mancano di portare sano ottimismo tra le fila di coloro che sostengono i nostri colori. Dopo Sinner e Musetti ammessi di diritto, Nardi che si qualifica come lucky loser, rimpiazzando l’argentino Etcheverry, contro il cinese Zhang (vincitore contro lo statunitense Kovacevic), Sonego, Arnaldi e Fognini che passano il turno precedente rispettivamente contro il serbo Kecmanovic, il francese Van Assche e lo spagnolo Zapata Miralles, mancava solamente la vittoria di Cobolli contro Carballes Baena per avere ai trentaduesimi i magnifici sette in azione.
62° (Cobolli) contro 64° (Carballes Baena), uno scontro equilibrato sulla carta che diventa altrettanto in campo: la fatica, così come il peso delle imprecisioni, si fa sentire già dal primo game della partita che, dopo un doppio fallo di apertura, Cobolli riesce a portare a casa dopo aver sventato tre palle break; il secondo game è per molti aspetti analogo al primo, le parti sono semplicemente invertite (Cobolli ha un’occasione per portare a casa anche il game a servizio contro ma non la sfrutta, e anche lo spagnolo commette il primo doppio fallo della partita). Se bisogna annotare un difetto di Cobolli che persisterà per buona parte della partita è il chiudere spesso a rete i colpi, figlio di una brutta esecuzione nel tentativo di perfezionare colpi veloci e profondi con la buona intenzione di chiudere nell’immediato lo scambio. Se si tiene in partita però è grazie anche al suo vocabolario tennistico non povero di soluzioni di gioco e specialità tecniche, tra cui un ace, una volèe ed un diagonale preciso che gli regalano il terzo game dopo un errore non forzato dello spagnolo. Quando però nel repertorio vengono a mancare i colpi del tennista più raffinato, la situazione si fa critica e la prestazione diventa insufficiente, a tal punto da costringere Cobolli a regalare la palla del break a Carballes Baena che non si lascia pregare una quinta volta. Sembra non accusare la gravità della situazione Cobolli che reagisce bene tenendo testa ed energie in una serie di lunghi e sfiancanti scambi, sforzo che lo premia con il controbreak immediato, 3-3. Proprio nel secondo frangente del primo set sembrava dunque essere tornato mentalmente in partita, poi si spegne nuovamente al 9° game in cui l’errore prima evidenziato persiste assieme a qualche altro colpo dall’esecuzione rivedibile; dunque, è il nuovo vantaggio dello spagnolo che al termine si concretizza con un buon rendimento al servizio di questi, 4-6.
Al secondo set bisogna attendere meno per un break, anche questo aggiudicato dallo spagnolo, che si porta nuovamente in vantaggio sull’1-2: se due errori assolutamente evitabili sono le ferite che si procura Cobolli, la steccata indesiderata finale è il sale versato su di esse, brucia proprio come il break subìto in un frangente pericoloso di gara. Nei successivi game non bastano neanche perle del repertorio tecnico di Cobolli per ribaltare il risultato, fra cui un passante dall’esecuzione molto complicata con la palla tra i piedi e l’avversario davanti a lui sottorete, ma esteticamente sono belle a tal punto da divertire il pubblico ora più che mai coinvolto emotivamente in partita. Sembra prevedere le intenzioni di Cobolli, si destreggia in campo con astuzia, ed è così che Carballes Baena guadagna anche il secondo break portandosi sul parziale di 2-5, ed inutili è il tardivo controbreak dell’italiano e il game seguente a servizio vinto. Il copione recita sempre lo stesso punteggio, 4-6,4-6 è il finale di gara che non permette a Cobolli di unirsi al tavolo dei vincitori.
Tuttavia, è soltanto una nuvola grigia di quel cielo azzurro splendente che si dispiega anche sopra il campo in cui è impegnato Sinner contro l’australiano Kokkinakis, e stavolta l’incontro è valevole per l’accesso ai sedicesimi di finale: non c’è troppo da meravigliarsi sull’esito della partita che vede largamente favorito il più atteso azzurro, 3° classificato contro il 99°. Già dalle sue prime battute Sinner è molto efficace, con agevolezza guadagna il primo game. Poi è una partita che procede di pari passo game dopo game visto che i passi falsi punto dopo punto sono troppo pochi per regalare all’avversario palle break, ma sufficienti per impensierire al sesto game Sinner che deve salvarsi a tale prima occasione dell’incontro con un buon contropiede e due errori non forzati dell’australiano, 3-2. Per l’australiano, due game più avanti arriveranno i primi segni di cedimento, forse dovuti a stanchezza, forse ad una mancata adeguata concentrazione, fatto sta che Kokkinakis appare molto discontinuo a servizio, contrariamente al suo rendimento nel primo frangente di gara. La prima occasione di break si presenta anche per Sinner e non viene sfruttata, ma è solo questione di due errori non forzati dell’australiano ed uno scambio prolungato condotto tecnicamente molto bene che si aggiudica la palla break alla seconda occasione, dopo aver rischiato di vanificare tutto il percorso del game. Manca solo il game a servizio finale, e Sinner non perdona Kokkinakis per essersi giocato il mancato pareggio in termini di game, così 6-3 è il risultato finale del primo parziale. Del secondo set non c’è tanto da commentare tecnicamente ed analiticamente visto che non è mai stato messo in discussione, sarebbe più opportuno mettere in evidenza statistiche che parlano da sole del rendimento dei due tennisti, come ad esempio lo svolgersi di soltanto 25 minuti di gioco, sorprendente se si tiene conto che quello precedente era durato 54 minuti, più del doppio, contorno di un dominio totale dell’azzurro ed una giornata da dimenticare per l’australiano che non soltanto subisce 13 punti di fila ma, contando anche i game del set precedente, perde 9 game di fila rimanendo dunque a secco per il risultato finale di 6-3,6-0.
Dunque, Sinner è ai sedicesimi di finale, e nello scenario ideale lo seguiranno altri quattro connazionali, non cinque perché Arnaldi stanotte ha giocato contro Alcaraz, perdendo per 7-6 (7-5), 0-6, 1-6. Alcaraz è pur sempre Alcaraz come tutti gli appassionati di tennis sanno, ed il suo nome è una garanzia, ma non sembrava così nel primo parziale di gara in quanto discontinuo e ancora non nel pieno delle sue potenzialità. Ma se mostra visibili difficoltà è anche merito di un Arnaldi che ben interpreta la gara non scoraggiandosi neanche dopo il break subìto, riconquistandolo nell’immediato per il 4-4. Purtroppo per Arnaldi però è una partita che si gioca al meglio dei tre, vincere un set così prolungato ha anche un costo in termini di energie psicofisiche: è la cosa di cui irrimediabilmente risente prestando poca lucidità sia a servizio che in ricezione, e lo 0-6 è il risultato a malincuore più giusto per quello che si è visto in campo. Gli strascichi si ripercuotono anche nel set successivo, avente come solo ed indiscusso protagonista lo spagnolo che quasi si diverte assieme al pubblico. Con un tasso tecnico drasticamente sceso ed un avversario in stato di grazia c’è ben poco da fare se non evitare di replicare un set a secco di game per Arnaldi che, se pensa esclusivamente al primo set, può uscire a testa alta dal torneo di fronte al numero due del ranking. Posizione ben più alta del 40° posto di Arnaldi che dunque è ancora contesa con un Sinner in agguato ai sedicesimi come lui.
Questo, dunque, il resoconto dei tennisti italiani (presi nell’ordine di importanza dei turni in cui sono stati eliminati o ancora in gioco): , Cobolli (eliminato al primo turno), Arnaldi (eliminato ai trentaduesimi di finale), Fognini, Nardi, Sonego e Musetti (devono ancora giocare i trentaduesimi), Sinner (ai sedicesimi di finale).
Di Damiano Battiato