Abbiamo il piacere dedicare il nostro pezzo giornaliero ad un ennesimo giocatore azzurro emergente, a riprova di quanto il movimento tennistico italiano stia vivendo una fase di assoluta effervescenza.
Stiamo parlando di Matteo Gigante, classe 2002, romano, mancino, che questa settimana segna il suo Best Ranking al n°148 della classifica ATP. Non certo un marcantonio nonostante il cognome, un metro e ottanta per 68 chili, il laziale ma di fede calcistica bianconera, si è già messo in luce nella stagione in corso, a metà Gennaio, vincendo il terzo Challenger in carriera a Nonthaburi in Thailandia.
Dopo le poco gratificanti qualificazioni allo Slam australiano, il fresco Top 150 si è ripetuto in maniera splendida a Tenerife, giganteggiando in due Challenger consecutivi disputati sull’isola spagnola dove, a quanto pare, Matteo si trasforma in Golia, il quasi invincibile gigante biblico.
Infatti il Giga, questo è il suo nome di battaglia, è stato l’ultimo vincitore dei tre tornei Challenger organizzati sull’isola da MEF Tennis Events nel 2023, superando in finale l’azzurro Stefano Travaglia e centrando per la prima volta in assoluto un risultato così eclatante.
E sul Centrale dell’Abama Tennis Academy proprio come un anno fa, Gigante ha alzato al cielo il trofeo del Tenerife Challenger 2, superando nuovamente Steto Travaglia con il punteggio di 6-2 6-4 e conquistando così il quarto titolo Challenger della sua giovane carriera.
Non pago del gran bel risultato ottenuto, il 22enne romano è stato protagonista anche nel successivo Tenerife Challenger 3, dove è giunto nuovamente in finale, affrontando questa volta l’esperto Mikhail Kukushkin, classe 1987 ed ex Top 40. Purtroppo per Matteo, il russo naturalizzato cazako è riuscito nell’impresa titanica di interrompere l’esagerata striscia vincente di 14 vittorie inanellate dall’italiano tra il 2023 ed il 2024 alle isole Canarie.
Matteo è arrivato all’ultimo atto dell’evento spagnolo cotto a puntino dopo un tour de force di due settimane intensissime e dopo aver addirittura salvato cinque match point consecutivi nel tie-break del terzo set nella semifinale contro il cinese Bu Yunchaokete. Già visibilmente in difficoltà sin dalle prime battute del match contro Kukushkin, il tennista romano a causa di un fastidio muscolare agli addominali è stato costretto al ritiro sul punteggio di 6-2 2-0 in favore del rivale: sconfitta che nulla toglie tuttavia agli splendidi tornei da lui disputati sull’isola iberica che fanno di Gigante il vero Colosso di Tenerife.
Per chi non lo conoscesse perfettamente, di seguito offriamo una brevissima biografia a 360° del nostro Matteo. Iniziato al tennis dal nonno Romano originario di Fiume che sin da subito gli mise una racchetta in mano al posto del biberon, è cresciuto sportivamente avendo come idolo e riferimento Fabio Fognini, ora suo amico e manager attraverso l’agenzia che il grande Fogna ha creato tempo fa.
Amico per la pelle di Flavio Cobolli, è stato rallentato nella sua crescita professionistica da alcuni infortuni negli anni precedenti che lo hanno tenuto lontano dai campi anche per diversi mesi. Giocatore dotato di gran timing e di una buona mano, il Giga è nato sulla terra rossa, tuttavia si destreggia molto bene sul veloce -forse meglio, visti i risultati ottenuti- grazie alla sua rapidità negli spostamenti e al suo anticipo sulla palla.
Il suo storico allenatore Alessandro Galli a Novembre dello scorso anno ha passato la pallina a Marco Gulisano, che ha precedentemente collaborato con Santopadre ed i fratelli Berrettini, il quale ha colto l’occasione al volo di plasmare un giocatore, a suo stesso dire, dalle qualità tecniche e tattiche pazzesche.
Secondo il suo nuovo mentore, Matteo ha ampi margini di miglioramento sul diritto e sul servizio, mentre l’esecuzione del rovescio è già veramente notevole. Ma i lavori in corso d’opera non sono puramente di natura tecnica: si sta curando moltissimo l’aspetto mentale, in particolare approccio alla partita e continuità nel rendimento.
Lasciamo illustrare allo stesso Matteo il lavoro svolto in questa direzione: “Non è solo questa settimana che sono migliorato sull’atteggiamento, ma è qualcosa su cui lavoriamo da metà dicembre. Quando abbiamo iniziato Marco (Gulisano n.d.r.) mi ha detto che non gli interessava del tennis, sapeva potessi giocare bene, quello che voleva era che migliorassi il modo di stare in campo”.
Il mancino romano, che curiosamente non ama giocare con i mancini come lui, dopo la delusione per la mancata qualificazione al Main Draw dello Slam australiano, pare aver ingranato le marce alte ed i risultati ottenuti alle Canarie con il conseguente Best Ranking raggiunto, ne sono la chiara prova lampante. Personalmente terrei d’occhio questo ragazzo perché ho come il fondato presentimento che i suoi passi da Gigante non siano per nulla finiti qui.