Giornata di ottavi di finale a Parigi Bercy: Lucas Pouille non ha potuto nulla con Andy Murray, vittoria thriller per Djokovic, Tsonga a due facce ma vittorioso. Di seguito le cronache
“TOO MUCH MURRAY” – Pronti, via e il match si mostra vibrante fin dagli scambi iniziali. Murray sceglie di servire, ma è costretto a fronteggiare l’aggressività e l’esuberanza giovanile del rivale. Il francese mira agli angoli con improvvise accelerazioni. Questo piano tattico paga a metà, perché Pouille non riesce a convertire le sue due opportunità di break per mancanza di esperienza. Si dimostra troppo frettoloso nel cercare il vincente. Nel game seguente, Murray si costruisce la palla break con un rovescio in slice; poi ruba il servizio, su una seconda rivedibile, con una delle sue proverbiali risposte. Nel settimo gioco, Pouille sospinto dai suoi tifosi recupera il break di svantaggio. Ma è un fuoco di paglia. Lo scozzese non trema e si prende anche gli “interessi”, dato che breakka nell’ottavo. Pertanto poi non gli resta che chiudere 6-3 il primo set. Nell’apertura del secondo parziale, Pouille è ancora sotto shock. Infatti scivola subito 0-40, nonostante riesca a recuperare fino alla parità non può evitare il break. Però il transalpino è anche sfortunato, poiché il nastro non gli concede di ricambiare la cortesia a Murray. A questo punto il tracollo di Pouille è inevitabile, così Murray ne approfitta e sigla il 6-0 che cala il sipario sull’incontro.
Il LEONE TSONGA – L’avvio dell’incontro è un monologo del giapponese, che mette con le spalle al muro il “padrone di casa”. Nishikori fa il break in avvio con delizioso rovescio lungo linea, poi sfrutta al meglio il momento più che favorevole, siglando il 4-0 dopo una manciata di minuti. Tsonga non reagisce, anzi entra in una pericolosa spirale fatta di doppi falli (3 nel primo set) e irrequietezza, anche nei confronti del pubblico. Il francese cerca la svolta nel secondo gioco, conquistando due palle break di prepotenza. Però il nipponico le annulla entrambe: pizzicando la linea del corridoio e con un ace. Indizi che diventano una prova poco dopo. I primi tre punti del sesto game di Tsonga sono perfetti, nel quarto la complicità del nastro su un dritto del rivale gli consente di rubare il servizio. Un set meritato il suo, quantomeno per la determinazione che ha dimostrato. Ad inizio terzo set, Nishikori fronteggia due palle break, annullandole con un ace e un’epica volée in contro balzo. L’equilibrio regna fino all’ottavo gioco: qui il numero 4 del ranking piazza la stoccata che vale il 5-3 e servizio, ma le sorprese non sono finite perché Nishikori spreca 2 match point e subisce il controbreak. A questo punto il tie break diventa inevitabile. Nel mini set Tsonga ne ha di più dal punto di vista fisico, non accusa le due ore di gioco precedenti; inoltre è aiutato dagli spettatori che lo “spingono” prima sul 4-1, poi verso il 7-3 finale.
NOLE IN RIMONTA – Nel primo parziale il numero del mondo è irriconoscibile, soprattutto al servizio. Invece, dall’altra parte della rete, un Dimitrov agguerrito che gioca ogni punto come se fosse quello decisivo. Un atteggiamento coraggioso che permette al bulgaro di portare a casa il set in un’ora (6-4). Nella seconda frazione, anche grazie al calo del rivale, Djokovic è fuggito sul 4-1. Poi il thriller: il campione serbo cade male durante uno scambio, il successivo intervento del medico ha fatto pensare ad un infortunio al ginocchio destro. Per fortuna il 29enne di Belgrado prosegue il match senza ulteriori intoppi e si aggiudica il parziale (6-2). Nel set decisivo seppur con un elevato numero di gratuiti (11 ndr) “Djoko” mette la parola fine alla pratica Dimitrov. Con Cilic servirà un sensibile cambio di passo.
BENE BERDYCH – Chi ben incomincia..Berdych nei primi due giochi al servizio piazza il 100% di prime in campo e tre ace, praticamente un marziano per il malcapitato Simon. Quest’ultimo perde fiducia nella testa e nelle gambe ed costretto a far intervenire il suo fisioterapista. Infatti il numero 23 del ranking accusa il colpo al terzo game, perdendo la battuta. Il ceco però si ferma sul più bello: quando serve sul 5-3 cede il servizio all’avversario che rientra nel set. Per sua fortuna il transalpino è in vena di regali, gliene consegna addirittura tre (set point consecutivi, ndr). Così Berdych non si fa pregare e agguanta il 6-4. Nell’apertura del secondo parziale la sfida sembra più equilibrata: le percentuali del 31enne ceco diventano più abbordabili e Simon trova delle soluzioni interessanti. La svolta in realtà è dietro l’angolo: Berdych passa ancora una volta avanti al quarto game, al primo vantaggio esterno piazza un cross di rovescio che non dà scampo a Simon. Da qui in poi la strada verso la vittoria per il settimo giocatore del seeding è tutta in discesa (zero palle break fronteggiate nel secondo set). Per lui la prossima “tappa” sarà decisamente in salita: lo attende Andy Murray.
FUORI STUFF – Termina il sorprendente percorso del tedesco Jan-Lennard Struff, costretto alla sconfitta dallo statunitense John Isner. (4-6, 7-6, 3-6).