LE NOVITA’ NEL REGOLAMENTO – Visto il contesto in cui si è svolta l’intervista, le prime dichiarazioni che Mezzadri ha rilasciato hanno riguardato proprio l’evento milanese: “Probabilmente hanno voluto introdurre troppi cambiamenti allo stesso tempo. Molte novità sono sicuramente valide, come il no-let, lo shot clock a fondo campo e l’occhio di falco live; il set corto, invece, non mi è piaciuto tantissimo: i set sono troppo brevi e non c’è tempo per rimontare dallo svantaggio, cosa che spesso rende appassionanti le partite. Credo che sia un antipasto di ciò che ci porterà il futuro, questo è poco ma sicuro”.
“OGGI CHI SCEGLIERESTI PER LA DAVIS?” – Nel 1999 era stato proprio Claudio Mezzadri a spingere Roger Federer verso l’esordio in coppa Davis (fra l’altro, in un incontro contro la formazione italiana, in cui ha battuto Sanguinetti), quando lui ancora rientrava nei parametri che oggi definiscono la cosiddetta Next Gen. Gli è stato, dunque, chiesto che cosa pensasse delle nuove leve: “Sono tutti bravi i ragazzi che si vedono qua. A me piace particolarmente Shapovalov, che è il più giovane e per cui vedo un potenziale di miglioramento più ampio rispetto agli altri. Fra gli altri, anche Rublev ha un potenziale enorme, però mi sembra un giocatore molto nervoso e ciò non lo aiuterà; nonostante questo, quest’anno ha fatto un buon salto in classifica. Qui però cercano il futuro numero 1, chi prenderà il posto dei Fab Four, e per arrivarci la strada è lunga”.
FEDERER 2018 – Una successiva domanda sulle possibilità di Federer al Masters ha, poi, offerto spunti interessanti anche in ottica 2018: “L’ho incontrato a Basilea più volte, abbiamo pranzato assieme… È un uomo felice; sta gestendo la sua carriera nel migliore dei modi, vuole giocare e giocherà ancora diversi anni, però dobbiamo metterci l’animo in pace: lo vedremo meno assiduamente. Dopo 20 anni e 1400 match di tennis, per riuscire a mantenere i livelli necessari deve diradare le sue apparizioni”. Cattive notizie in vista degli Internazionali? “Deciderà sul momento. Per ora è dell’idea di giocare la stagione sulla terra, ma bisognerà vedere torneo dopo torneo. Parlando con il suo allenatore ho scoperto che prima di giocare un match Roger fa diverse ore di stretching e massaggi, poi si riscalda, poi di nuovo esercizi per la schiena; e dopo la partita di nuovo, stretching e rilassamento per la schiena”. Capiamo, quindi, come la programmazione con il contagocce sia fondamentale per non sovraccaricare il suo fisico.
3 comments
Ben detto Claudio !
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