TENNIS Con i Championships di Wimbledon che si avvicinano a grandi passi, i due punti interrogativi più grandi alla vigilia del terzo Major della stagione pesano sulle spalle di Grigor Dimitrov e Milos Raonic, autori lo scorso anno di un ottimo torneo conclusosi solo in semifinale con le sconfitte subite rispettivamente da Novak Djokovic e Roger Federer.
Ad un anno di distanza, per quanto siano indiscutibili le doti dei due 24enni, emulare un tale risultato pare impensabile, sia guardando l’attuale forma dei due ed i relativi risultati ottenuti al Queen’s, sia per quanto fatto vedere in questa prima parte di 2015.
Grigor Dimitrov, dopo le insistenti voci che lo volevano Federer Junior, sembra essersi liberato di un fardello estremamente oneroso, essendo riuscito a costruirsi una carriera da giocatore con le sue caratteristiche e senza più la necessità di partite da un paragone con il campione svizzero. Il bulgaro ha sicuramente guadagnato molto in maturità, eppure i risultati sembrano ancora non propri di quello che dovrebbe essere uno dei principali candidati ad insidiare il dominio fin qui incontrastato della trinità composta da Djokovic, Federer e Nadal, e se i 720 punti della sopracitata semifinale lo hanno aiutato a costruirsi un ranking invidiabile, la mancata replica di tale risultato lo vedrebbe, come il suo collega Raonic, cadere nuovamente in quel gruppo nutrito di inseguitori che ancora stenta a far emergere altri nomi a parte Andy Murray e Stan Wawrinka, entrambi a quota 2 vittorie Slam.
Per Raonic pesa molto l’infortunio che lo ha condizionato dopo la bella prova del Mutua Madrid Open, che lo ha costretta a saltare gli Internazionali BNL d’Italia e l’importantissima rassegna del Roland Garros con un gioco su terra rossa che sembrava comunque molto migliorato rispetto ad un passato che lo vedeva salvarsi principalmente grazie al solo servizio.
Proprio il suo servizio lo ha messo al centro di un dibattito molto acceso tra vari giocatori del circuito ATP; lo stesso tennista di Podgorica aveva ammesso nei giorni scorsi di reputarsi il miglior giocatore al servizio del circuito:Penso di essere io il migliore. Il servizio non va analizzato come semplice atto di inizio gioco, bensì attraverso dati, numeri e statistiche guardando quali risultati può aiutarti ad ottenere, ed il mio servizio mi ha portato molto lontano.
Come si può evincere dalla tabella qui sopra, Raonic non è presente all’interno della Top10 del maggior numero di aces in carriera, eppure i suoi 4.242 aces su 275 partite lo vede come uno dei migliori tennisti per quanto riguarda il rapporto tra aces e partite disputate (quasi 15 a partita). E’ anche vero che i 9.613 aces di Ivo Karlovic su un totale di 511 matches lo attestano su una media di 19 aces a incontro, volendo guardare semplicemente quello che hanno da dire i numeri.
Aces o no, con punti da difendere e grandi risultati ancora da raggiungere, Dimitrov e Raonic hanno ancora molto da dimostrare sia ai loro fans che al circuito ATP stesso, e se per raggiungere nuovamente la semifinale a Church Road saranno costretti ad uscire vincitori consecutivamente per 5 partite, il dato preoccupante è che in questa stagione nessuno dei due c’è mai riuscito. La strada per il successo, così come il tempo a loro disposizione, è molto lunga, ma di banchi di prova molto importanti ce ne saranno molti, e questo sembra già l’esempio lampante di un impegno da dentro o fuori.