Lo scorso fine settimana, Roger Federer ha concluso la sua illustre carriera professionista alla Laver Cup di Londra in coppia con il suo amico e rivale di sempre Rafael Nadal. Il duo piú famoso del tennis è stato superato dagli americani Jack Sock e Frances Tiafoe al super tie-break del terzo parziale dopo aver annullato un match point. Il team Resto del Mondo ha inoltre vinto la competizione per la prima volta dopo 4 sconfitte consecutive.
Il risultato del match e dell’evento sono totalmente passati in secondo piano rispetto all’addio del campione svizzero che ha fatto provare al mondo delle emozioni mai vissute in precedenza su un campo da tennis. Impossibile dimenticare la commozione e gratitudine di Roger in prima persona, della sua famiglia, dei suoi rivali e del pubblico presente alla O2 Arena di Londra.
Ad una settimana dal ritiro, l’ex numero 1 al mondo ha deciso di raccontarsi a Christopher Clarey del New York Times, rilasciando una lunga intervista a tutto tondo nella quale ci fa fatto rivivere le sensazioni provate nella sua last dance.
“Mi sento completo, ho perso il mio ultimo match sia in singolare che in doppio, ho perso la sfida con il Team Europe e ho perso il lavoro però sono felice” ha commentato il fuoriclasse elvetico. Non poteva mancare un pensiero per il suo compagno di doppio che ha fatto di tutto per essere presente, nonostante la difficile situazione familiare che sta attraversando: “Rafa ha fatto uno sforzo incredibile per essere a Londra, e ovviamente non lo dimenticherò mai”
L’immagine piú rappresentativa della serata è sicuramente quella nella quale Roger e Rafa sono seduti sulla panchina, entrambi commossi che si tengono per mano. “È stato un attimo, un momento breve: stavo singhiozzando così tanto, tutto mi stava passando per la mente e pensavo a quanto fossi felice di vivere questo momento proprio lì con tutti al mio fianco. L’ho toccato con la mano come a dirgli grazie”.
Il 20 volte campione slam ha spiegato inoltre come ha maturato la decisione che lo ha portato alla conclusione della sua carriera professionista: “Dipende principalmente sulle sensazioni di non riuscire ad esprimermi ai livelli che vorrei, muovermi come vorrei. E l’età fa parte di tutto ciò. Ed è allora che alla fine ho detto, va bene, lo accetto. Non ho più nulla da dimostrare”.
Re Roger ha comunque lasciato aperta la porta a giocare incontri di esibizione in futuro: “Devo capire cosa fare adesso. Penso che sarebbe bello organizzare un’esibizione d’addio oltre la Laver Cup. Molta altra gente avrebbe voluto vedermi giocare, ma era tutto esaurito. Mi piacerebbe portare il tennis in posti nuovi o in posti dove mi sono divertito”.
A conclusione dell’intervista, è stato chiesto al campione di Basilea se vede all’orizzonte un suo possibile erede, il cui gioco unico e spettacolare ha fatto innamorare milioni di appassionati: “Non in questo momento. Ovviamente, dovrebbe essere un ragazzo con un rovescio a una mano. Nessuno ha bisogno di giocare come me, tra l’altro. Penso che ognuno debba essere la propria versione di se stesso. Spero che ci siano sempre più giocatori con il rovescio ad una mano e che giocano un tennis d’attacco.”