Negli anni, Rafa Nadal è sempre stato riconosciuto come dominatore incontrastato sulla terra rossa, grande giocatore sul cemento e sull’erba. L’inizio su quest’ultima superficie, malgrado due vittorie a Wimbledon (in particolare quella del 2008) e una al Queens, non è stato dei più semplici, come dimostrano alcuni scarsi risultati ottenuti dal maiorchino negli anni.
Nadal però, al contrario di molti suoi colleghi, ha sempre dimostrato un’enorme forza di volontà e voglia di miglioramento, che lo hanno portato a migliorarsi anche su quella che sembrava la superficie a lui meno congeniale.
Francisco Roig, membro dello staff di Rafa, è intervenuto sulla questione, raccontando alcuni episodi sulla carriera “verde” dello spagnolo.
“La prima volta che ho visto giocare Nadal sull’erba era nel 2002 o 2003. A quell’epoca ero ancora coach di Feliciano (Lopez) e non avevo iniziato a lavorare con lui.
Rafa era venuto a giocare il torneo junior. Dato che non aveva nessuno con cui allenarsi, ho iniziato a giocare con lui un giorno. Dalla prima volta che l’ho visto, ho capito che il suo gioco si sarebbe potuto adattare alla perfezione all’erba. Naturalmente, ci sono voluti alcuni anni per acquisire l’esperienza e la confidenza per giocare bene anche su quella superficie a lui sconosciuta.
Ma Rafa ha una qualità che lo distingue da tutti gli altri e che lo rende unico: sa come superare le difficoltà come nessuno. A poco a poco ha trovato il modo per esprimersi al massimo anche sull’erba. Ho sempre pensato che Nadal avesse qualcosa più degli altri: sa trovare le soluzioni ai problemi del suo gioco.
C’è un prima e un dopo per Rafa sull’erba. All’inizio giocava con grande intensità, intimidendo gli avversari. Si muoveva meglio di adesso perché era più giovane. Dopo ha avuto un’incredibile evoluzione nel gioco, che mi fa dire con certezza che lui giochi meglio sull’erba che sul cemento.
Penso che faccia un tennis migliore. A lui piace molto allenarsi sull’erba quando ha tempo”.
Stefano Maffei