CHE FINE HA FATTO BABY FEDERER? – Dov’è finito l’ottimo semifinalista di Wimbledon 2014 ? Due anni fa , il ventitreenne Grigor sembrava sul punto di smettere definitivamente i panni del giovane in ascesa per vestire quelli di solida realtà nell’elite tennistica. Grisha , il dominatore del circuito juniores fino al 2008, sembrava aver trovato la sua dimensione e, con la semifinale a Church Road, anche il suo best ranking; un numero 8 che aveva il sapore del sogno che si avvera. Eppure , inaspettatamente, la carriera del giovane di Haskovo si è avviata su una strada lenta e sempre più in discesa.
DONNE E TENNIS, RAPPORTI DIFFICILI- Le tormentate e chiacchierate questioni di cuore , che hanno visto Grigor passare dal ruolo di Mister Sharapova a quello di vivace play-boy con repentini cambi di fidanzate, sembrano aver distratto il bulgaro dal suo rapporto con il tennis.Un rapporto che Dimitrov stesso ha talvolta descritto come non sempre sereno, tanto da non vedere il tennis nel suo futuro da ex giocatore. I suoi scatti di rabbia in campo, quella rabbia che porta con sè sin dall’adolescenza, da rivelatori di eccesso in agonismo si sono trasformati in segnali di debolezza e confusione, interiore innanzitutto. Grigor Dimitrov, il talentuosissimo, sembra essersi perso.
UNA STAGIONE, FINORA, DA DIMENTICARE- Ai proclami in cui si prometteva totalmente dedito al campo, Dimitrov ha invece fatto seguire una prima parte di stagione che ha confermato il trend non positivo del 2015. Anzi vi è stato di più e di peggio. L’arrivo nel suo angolo di Franco Davin, ex coach di Del Potro, non sembra aver mutato l’inerzia del suo gioco. Grigor è in crisi profonda; crisi di fiducia in sè stesso prima che di gioco e, quindi, di risultati. Dalla semifinale di Istanbul di fine aprile, il bulgaro non ha più vinto un match, collezionando solo uscite ai primi turni. La finale dell’ATP 250 turco lo ha visto uscire dal campo sconfitto dall’argentino Diego Schwartzmann, alla fine di un match in cui , per eccesso d’ira, ha ridotto in brandelli ben tre racchette. Unico , piccolo exploit stagionale, può considerarsi l’upset compiuto a Miami al secondo turno, ai danni di uno spento Andy Murray. Poi, da Istanbul in avanti, il disastro. Ultima sconfitta in ordine di tempo è quella rimediata martedì scorso al Queen’s, contro il rientrante Janko Tipsarevic.
CAMBIARE, IN FRETTA – Eppure il tempo è, ancora, dalla sua parte. Grisha ha appena compiuto venticinque anni, ed ha già ampiamente dimostrato quale sia il suo potenziale. La speranza è che riesca a ritrovare equilibrio personale e giuste motivazioni quanto prima. Il tempo è, però, anche tiranno e corre inesorabile. Accanto ai Thiem, Zverev , Kyrgios e Coric , giovani ottimi interpreti del boom-boom-tennis , e con un Pouille in rapida ascesa, si avverte grande ed impellente il bisogno del suo ritorno; il ritorno di un vero virtuoso della racchetta. Speriamo di rivederlo presto.