La quinta finale persa da Lorenzo Musetti nel 2024 ha fatto levare qualche mugugno di troppo agli appassionati di tennis azzurro. Si tratterebbe, secondo loro, dell’ennesima occasione sprecata dal nostro geniale tennista di scalare le classifiche mondiali che per ora lo vedono posizionato al numero 18 del Ranking ATP.
In effetti, pure Lorenzo ha mugugnato sul fattaccio in questione: in rete è virale il video in cui il tennista azzurro si lamenta platealmente con se stesso per l’ennesima sconfitta subita ad un passo dalla gloria.
E ricordiamole qui un po’ dolorosamente, queste benedette cinque delusioni musettiane: due a livello Super Challenger 175 su terra battuta, Cagliari e Torino, e ben tre a livello di circuito maggiore, Queen’s su erba, Umago su terra rossa e la freschissima sconfitta per mano del talentone cinese Juncheng Shang a Chengdu su cemento.
Come direbbe il mitico allenatore José Mourinho, zeru titoli conquistati nonostante le cinque finali giocate non sono proprio il massimo della vita, ma se andiamo a vedere da chi ha perso Musetti nelle cinque occasione incriminate già si comincia ad aggiustare con più precisione il tiro della critica.
A Londra contro Tommy Paul, l’italiano era effettivamente sfavorito, a Cagliari è arrivata la sconfitta contro Mariano Navone in un momento in cui l’argentino era veramente on fire, ad Umago la condanna è stata firmata da Francisco Cerundolo, non certo l’ultimo arrivato e a Chengdu, come dicevamo, il carrarino è stato superato dal giovane idolo di casa Shang, a detta di tutti gli osservatori, tennista dal futuro più che radioso.
Forse l’unica sconfitta veramente inaspettata è stata quella patita a Torino per mano di Francesco Passaro, che tuttavia in quel torneo giocò veramente in maniera splendida.
Dunque, cinque finali perse in stagione: effettivamente il bicchiere parrebbe mezzo vuoto, come suol dirsi, e parrebbe pure che i mugugni di cui sopra siano in qualche modo giustificati.
Ma chiediamoci ora da dove arrivava Musetti prima della scorsa Primavera. Forse ci siamo dimenticati di come Lorenzo uscisse da un lungo periodo piuttosto negativo, caratterizzato da troppe ombre e poche luci nel suo tennis.
E allora possiamo dire già da ora che per Lorenzo Musetti, al di là di quanto otterrà fino a fine stagione, il 2024 rappresenta un’annata formidabile per la sua giovane carriera.
Gli straordinari risultati ottenuti fino a qui certificano la sua notevole crescita non solo tennistica: la massima competitività espressa su ogni superficie, la Top 20 raggiunta in pianta stabile, la semifinale a Wimbledon, la medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Parigi e le tante finali raggiunte dall’azzurro, sebbene perse, urlano al Mondo del Tennis che Lorenzo c’è e ci sarà ancor di più in futuro.
L’Illusionista negli ultimi mesi ha finalmente alzato il livello globale del suo gioco, fornendo prova di grande continuità nel rendimento e nei risultati, assoluta novità per il nostro fantasista toscano.
E non è un caso che Lorenzo abbia vinto ben 27 partite dal mese di Giugno in poi – compreso il successo odierno ottenuto a Pechino sul belga Zizou Bergs – persino meglio di giocatori del calibro di Jannik Sinner, Carlos Alcaraz ed Alexander Zverev.
Che cosa manca allora a Lorenzo per spiccare definitivamente il volo ed arrivare lassù dove tutti lo vorremmo vedere, ovvero almeno in Top 10? Scherzando, potremmo dire che sono mancate solo le cinque vittorie, ma ovviamente il discorso è più complicato di cosi.
Semplificando al massimo la questione, Lorenzo gioca un tennis splendido ma complesso, ricco di variazioni ed invenzioni, tuttavia a livello mentale e caratteriale il toscano non è certamente di stampo sinneriano.
Spesso nel recente passato, questi due fattori sono entrati in conflitto tra loro, causando sconfitte inaspettate dovute a confusione tattica e/o scoramento emotivo. Oggi invece si vedono in campo gli indubbi progressi del carrarino nell’approccio alla partita: Lorenzo non molla più un quindici, o quasi, e non si batte più da solo.
Chiaramente Musetti è ancora un cantiere aperto per lavori in corso e non sempre il processo interiore finalizzato alla vittoria funziona a dovere, come è accaduto in molte delle finali perse in questi mesi.
Il Muso non è ancora perfetto nella gestione dei Momenti con la M maiuscola, quelle fasi di gioco decisive che determinano le sorti di sfide delicate ed incerte: in questi frangenti, l’azzurro perde ancora aggressività, si avvicina troppo ai teloni e lascia l’inerzia del gioco nelle mani dell’avversario. Ma i progressi ci sono stati eccome, tangibili, innegabili e concreti.
Continuando a lavorare duro sulla tecnica e soprattutto sul mantenimento del focus aggressivo per l’intera durata dell’incontro, le vittorie prima o poi arriveranno, al di là di ogni ragionevole dubbio.
La Top 10 – o la Top 8 con Finals in omaggio, vero Lorenzo? – non è solo un semplice miraggio per il nostro talentuoso giocatore, ma un obiettivo perfettamente in linea con le straordinarie qualità del giocatore italiano.